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Olimpiadi: e se pensassimo a un referendum?

Olimpiadi: e se pensassimo a un referendum?
Autore: Lucio Giordano - Redazione Attualita'
Data: 23/09/2016

In fondo è anche colpa nostra se la candidatura di Roma  alle Olimpiadi del 2024 è saltata o quasi. Pensateci bene: se non ci fossimo voltati dall’altra parte negli anni della trattativa stato- mafia, se fossimo scesi in piazza a milioni per dire no alla criminalità organizzata,  che come un torrente di fango  a poco a poco si insinuava nei gangli della società civile su su fino alle alte sfere, oggi non assisteremmo allo schifo di un Paese travolto da Mafia- capitale, dagli scandali Expo, Mose, Tav.

Perché è vero che anche la Dc rubava, ma lo faceva con classe e di sicuro in misura minore rispetto ad  oggi. Rubava con una mano, ma con l’altra faceva anche  del bene al Paese.

Ora invece no. Ora le mafie, le massonerie e le  multinazionali  si sono impossessate del Paese e qualsiasi persona con un minimo di onestà intellettuale direbbe che no, a queste condizioni non si possono organizzare le Olimpiadi per consentire poi ai palazzinari di ficcarsi in un piatto ricco.  Del resto, la gatta che si è scottata con l’acqua calda non si avvicina nemmeno alll’acqua fredda. E i proverbi non sbagliano mai.

Peccato, perché è stato interrotto un sogno, in questo modo. E non parlo solo di Olimpiadi. L’Italia infatti ormai è un paese sfiduciato,  depresso, spaesato, incazzato, diffidente , indignato. Per fortuna anche indignato. Un paese che si sta arrendendo all’ineluttabile e non riesce più a sognare. Ed è questo il vero problema.
Per cui, tutto sommato,  Virginia Raggi ha fatto bene a dire no alle Olimpiadi. “E’ da irresponsabili dire sì a questa candidatura.Noi non abbiamo nulla contro le Olimpiadi e contro lo sport, che è parte integrante del nostro programma. Ma non vogliamo che lo sport sia utilizzato come pretesto per nuove colate di cemento sulla città. Ricordiamo come sono andati i mondiali di nuoto del 2009, con altri scheletri sulla città. No dunque alle olimpiadi del mattone”. Come darle torto?

Eppure non c’è da esultare per le dichiarazioni del sindaco di Roma. C’è solo da ammettere che ha ragione. Sotto sotto però, no, non si può  darla vinta a chi questo Paese l’ha distrutto, scommettendo  in passato sulla rovina dell’Italia, il salotto del mondo, un museo a Cielo aperto. Bisognerebbe allora  avere un moto d’orgoglio e dire: ‘Bene, cambiamo idea, ma solo mettendo  il comitato organizzatore sotto l’occhio di bue, per intenderci: quello dei palcoscenici. E, state tranquilli,  lo faremo tutti. Di cittadino in cittadino sarà un passaparola torrenziale. Se sgarrate anche solo di un centesimo, se provate a rubare o a regalare appalti:  processo per direttissima e pena certa. Durissima.

Sarebbe bello per l’orgoglio Nazionale. Perché è vero che organizzare le Olimpiadi vuol dire coprirsi di debiti, è vero che Roma deve pensare all’ordinaria amministrazione delle buche, dei trasporti eccetera eccetera, però è altrettanto vero che organizzarle regalerebbe una bella lustratina alla nostra immagine. Fuori discussione. Salomonicamente servirebbe un referendum cittadino per decidere. Se siamo ancora in tempo (e ho provato a leggere diversi documenti ma non esiste in merito una risposta chiara ed univoca),  forse è il caso di pensarci su. Se a quel punto i romani decidessero per il no, allora saremmo tutti più tranquilli. Eviteremmo  nei prossimi mesi tante polemiche inutili che già si stagliano all’orizzonte e anche i Malagò e i Montezemolo si rassegnerebbero ad una candidatura che evidentemente  la maggioranza dei romani non vorrebbe. Che poi, nessuno ci garantisce che Roma riesca a battere la concorrenza di Parigi e Los Angeles.  Anzi. Ma questo è un altro discorso.
 
P.s. Alcune considerazioni a margine  della vicenda vanno assolutamente  fatte.

1) La giustificazione del contrattempo  della Raggi,che ha fatto saltare l’appuntamento con il Comitato Olimpico, non regge. E’ stato un atto di maleducazione istituzione. Poche storie. E’ altrettanto vero, però, che Monti fece attendere due ore Gianni Letta e i rappresentanti del Coni. Per rifilargli un sonoro no, applaudito dalla maggioranza dei parlamentari italiani. Anche  in quel caso ci fu un atto di maleducazione istituzionale, che all’epoca nessuno sottolineò. Anzi. Altra domanda: perchè Letta attese ugualmente due ore e Malagò dopo 35 minuti è andato via?

2) Cosa è cambiato dal 2012 ad oggi? Le Olimpiadi non potevamo permettercele all’epoca, governo Monti,  a maggior ragione non possiamo permettercele oggi, nelle condizioni in cui siamo.

3)  “Consiglio alla sindaca di non presentare quella mozione in consiglio comunale.Danno erariale?  Se abbiamo avuto dei fondi tramite una legge dello Stato, siamo soggetti a dei controlli, ed è evidente che dobbiamo girare l’azione di responsabilità verso gli amministratori della Capitale” .  Queste le dichiarazioni di Malagò in conferenza  stampa. Toni fastidiosi. Che non fanno bene al Coni e allo sport italiano. Ma anche in questo caso: se durante i mondiali di nuoto non ci fosse stata mangiatoia continua, impianti lasciati a metà o nemmeno iniziati, forse tutta Italia ora tiferebbe per le Olimpiadi di Roma. O no? E allora la domanda regina è:  chi sono i  veri responsabili di questo quasi sicuro addio  al sogno olimpico?
 




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