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Alle 3:36 di stanotte, ho fatto un salto sul letto: la casa non tremava, di più. Sembrava come se, dalla terra, stesse per fuoriuscire una tremenda esplosione.
Tutte le mura dell’appartamento si muovevano in maniera sinistra, e non era una mia sensazione, data dal terribile viaggio su una nave della Siremar, che ci ha costretti tutti a un viaggio di ritorno dalle vacanze, che chiamare “allucinante” è dir poco, compresa la tempesta di maestrale, che mi ha lasciato un attacco di labirintismo. No: erano proprio le scosse di un terremoto. Poi, la quiete. Abbiamo deciso di non uscire. “A Roma non ci sono pericoli. Sottoterra è tutto cavo” si dice da sempre. Ma io, il sospetto che anche a Roma, un terremoto possa distruggere e uccidere, l’ho sempre avuto. La stanchezza del terribile viaggio in nave mi consente incredibilmente di riaddormentarmi. Ed eccola, la nuova scossa. Un poco meno potente della prima. Ma solo un poco. E ci risiamo: morti, feriti e distruzione. Il Centro Italia sta pagando un ennesimo obolo al terremoto. Al di là dell’aspetto puramente umano di quanto accaduto stamane, ora c’è da chiedersi cosa accadrà. Renzi si è affrettato a dire la frase di rito: “Nessuno sarà lasciato solo”, riferendosi ai terremotati. Questa frase, appena l’ho letta, mi ha messo i brividi. Ho ripensato al terremoto del 2009 all’Aquila e zone limitrofe. Alle risate al telefono di chi già sentiva odore di soldi. Ho ripensato alle prese in giro ai terremotati d’Italia di tutti i tempi, come quelli del Belice. Agli scandali. Al denaro mai arrivato alla giusta destinazione. Alle città terremotate che, dopo anni, sono ancora semidistrutte. Ho pensato anche ad altri scandali, legati ai terremotati di tutta Italia: le tasse e le imposte da pagare, dopo poco tempo dal terremoto, anche per attività commerciali distrutte. Alle bollette di telefono, gas e luce, che i gestori pretendono da famiglie che hanno perso tutto. Ai finanziamenti farlocchi. Ai decreti realizzati per la ricostruzione, che non hanno ricostruito un bel nulla: nel 2009, nel decreto 39/2009– realizzato ad hoc per la ricostruzione in Abruzzo – si inventarono persino nuovi gratta e vinci, i cui proventi sarebbero dovuti andare ai terremotati, che di quel denaro non hanno visto un centesimo. E che dire dei tanti “SMS della solidarietà ai terremotati”? Le banche si sono tenuti i soldi. Nella migliore delle ipotesi, li hanno tenuti in cassa per un periodo troppo lungo… Vogliamo parlare di come il governo dell’epoca, cercò di aggirare una normativa? Si trattava di risarcire totalmente chi aveva perso la casa. Ma un cavillo permise di non risarcire: bastò ottenere un piccolo atroce cambiamento: se il sisma è di magnitudo inferiore a 6.0 allora il risarcimento, semmai, è parziale. Fecero passare la notizia, che il sisma in Abruzzo era stato minore di 6.0. Non sono pessimista, ma realista: questa volta, sarà come le altre? La risposta, ce la darà il tempo. Un pensiero va a tutte le famiglie che, in queste ore, hanno l’inferno dentro, e la devastazione intorno. ©Tutti i diritti riservati. La diffusione è concessa esclusivamente indicando chiaramente il nome dell'autore e il link che riporta a questa pagina
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 03:11:09 |
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