Isis costretto ad arretrare a Falluja, Raqqa e a Sirte, in Libia. I problemi non giungono solo dagli attacchi esterni, ma anche dall'interno.

Da qualche tempo, nelle file dell'Isis, serpeggia il terrore degli infiltrati e così il Califfato, uccide decine di suoi militanti, spesso vittime solo dei sospetti, altre volte reali nemici interni.

Notizie trapelate grazie a segreti svelati alla Associated Press da fonti dell'Intelligence.

Sembra anche, che diversi militanti - esclusivamente per ragioni economiche - si vendano ai nemici.

A far scattare i dubbi, una serie di fatti accaduti recentemente, come l'uccisione di Abu Hayjaa al-Tunsi, un capo militare dell'Isis. Quest'uomo prendeva ogni tipo di  precauzione per non essere colpito, eppure è stato fatto saltare in aria mentre era sulla sua jeep, durante una missione nel nord della Siria. Si è quindi pensato che i militanti della sua scorta avessero fornito informazioni utili a colpire il bersaglio.

Dopo l'uccisione di Abu Hayjaa al-Tunsi, sono stati uccisi 38 militanti, tutti sospettati di doppiogiochismo.

Anche sul piano militare, l'Isis perde colpi.

Le forze armate irachene hanno annunciato di avere preso il controllo della zona sud di Falluja  due settimane dopo l'avvio dell'offensiva per strappare la città all'Isis.