Sei nella sezione Mondo   -> Categoria:  Cronaca dal Mondo  
MSF: il Kenya dimostri al mondo che un rifugio sicuro e' possibile

MSF: il Kenya dimostri al mondo che un rifugio sicuro e' possibile
Autore: Redazione Esteri
Data: 17/05/2016

Kenya: chiusura di Dadaab mette a rischio le vite di centinaia di migliaia di persone

Il proposito di chiudere il campo rifugiati di Dadaab – annunciato dal governo keniota lo scorso 6 maggio -  avrebbe conseguenze immediate, devastanti e durature per almeno 325.000 rifugiati, avverte l’organizzazione medico-umanitaria Medici Senza Frontiere. Negli ultimi 25 anni il Kenya ha assunto un ruolo di primo piano nell'accoglienza delle persone in fuga. Riconsiderando la sua decisione, il governo avrebbe la reale opportunità di dare l’esempio al resto del mondo su come si trattano i rifugiati e di dare protezione a persone che non hanno altro posto dove andare.

MSF concorda con il Primo Segretario degli Interni del Kenya, il dottor Karanja Kibicho, che ha espresso pubblicamente la sua preoccupazione per la debole risposta della comunità internazionale alla crisi globale dei rifugiati: molte nazioni occidentali usano infatti due pesi e due misure perché da un lato voltano le spalle ai rifugiati che fuggono dalla guerra, dall’oppressione e dalla miseria; dall’altro si aspettano che nazioni come il Kenya forniscano protezione alle centinaia di migliaia di rifugiati provenienti da Somalia, Sud Sudan ed altri Paesi. Questa incoerenza è ancor più evidente con la firma dell'accordo UE-Turchia in cui l’Europa delega la cura dei rifugiati a un Paese che può negare loro il diritto di chiedere asilo.

Per un quarto di secolo, il governo e la popolazione keniota hanno dato rifugio a migliaia di persone nei campi di Dadaab, cosa della quale il Kenya dovrebbe senz’altro essere fiera”, dichiara Kenneth Lavelle, capo progetto di MSF a Dadaab. “Piuttosto che avallare le deboli e inumane politiche dell’Europa e di altri paesi, ora più che mai il Kenya dovrebbe continuare a fornire un luogo sicuro ai rifugiati, come da tradizione. Il Kenya può diventare un esempio per gli altri, inclusi i paesi occidentali, su come trattare umanamente chi scappa dalla guerra e dai conflitti”.

Le équipe mediche di MSF hanno subito in prima persona le conseguenze degli atti di terrorismo inflitti al Kenya. Nell’aprile dello scorso anno le nostre équipe mediche hanno fornito assistenza alle vittime del terribile attacco all’Università di Garissa insieme al personale del Ministero della Salute. Il governo del Kenya ha certamente la responsabilità di provvedere alla sicurezza e alla protezione della popolazione tuttavia, secondo la convenzione sui rifugiati di cui risulta firmataria, questa responsabilità si estende anche a chi è scappato da guerre e conflitti e a chi continua a fuggire.

È inaccettabile punire i 325.000 rifugiati di Dadaab per le supposte azioni di pochi. Il conflitto in Somalia ha imperversato per più di 25 anni, e le condizioni per un ritorno sicuro e dignitoso semplicemente oggi non ci sono”, prosegue Kenneth Lavelle. “L'attuazione del programma di rimpatrio volontario firmato nel 2013,  è infatti limitata soprattutto a causa della mancanza di sicurezza all'interno della Somalia”.

I campi di Dadaab non sono mai stati progettati per ospitare la quantità di persone che al momento vi risiede e sono sovraffollati e sovvenzionati in modo insufficiente. La vicinanza al confine somalo ha reso i campi vulnerabili a causa dell’insicurezza che regna in Somalia. Nonostante i ripetuti inviti non sono state perseguite soluzioni alternative ai campi e oggi i rifugiati di Dadaab ne stanno pagando il prezzo.

Manca la volontà politica di trovare una soluzione: a troppi pochi rifugiati è stato offerto il reinsediamento in altri Paesi. I campi stessi sono troppo grandi, ma la possibilità di creare campi più piccoli in luoghi più sicuri con servizi migliori non è stata esplorata. Ci sono poche opportunità per i rifugiati di diventare autosufficienti e di essere integrati nella vita al di fuori dei campi. Queste opzioni richiedono fondi e un serio impegno politico ma, se non supportati dalla comunità internazionale, i rifugiati di Dadaab non avranno altra soluzione se non quella di tornare nella Somalia devastata dalla guerra o rischiare il pericoloso viaggio verso nord per cercare di attraversare il mare alla volta dell’Europa”, conclude Kenneth Lavelle.

MSF continua le proprie attività mediche nel campo di Dagahaley, a Dadaab, dove gestisce un ospedale di 100 posti letto e due postazioni sanitarie. Nel 2015, l’équipe ha condotto 182.351 visite mediche e ha ricoverato 11.560 pazienti nell’ospedale.

 




Cosa ne pensi?
Login
Inserisci il tuo username e la tua password per loggarti.
Username:


Password:

Remember me:

Non sei ancora iscritto?
Diventa subito uno sComunicato!

Dimenticata la password?
Clicca qui



aaaa

Per commentare l'articolo occorre essere loggati e rispettare la netiquette del sito.


Se sei registrato effettua il login dal box qui a sinistra.

Se ancora non sei registrato fallo cliccando qui
I commenti:

Commento 1)
La redazione ed il direttore hanno piacere di rispondere ai commenti dei nostri lettori. Facci sapere cosa ne pensi dell'articolo. La tua opinione è per noi importante.

Commento di: emilia.urso Ip:83.73.103.204 Voto: 7 Data 26/12/2024 10:59:35

Sei iscritto su Facebook, Twitter o G+?
Commenta e condividi l'articolo direttamente.

Login
Inserisci il tuo username e la tua password per loggarti.

Username:


Password:

Remember me:

Non sei ancora iscritto?
Diventa subito uno sComunicato!

Dimenticata la password?
Clicca qui

 
Iscrizione newsletter
Inserisci il tuo indirizzo email

Vuoi cancellarti?
Clicca qui
 
 
Search
Ricerca articolo
Ricerca
Dove
Da data
A Data:
Tipo ricerca:
Almeno una parola

Tutte le parole
 
 
Petizioni
Facciamo sentire la nostra voce
Dimettiamoci dalla carica di Cittadini Italiani

Cos'è uno Stato senza i cittadini? Nulla. Cosa sono i cittadini senza lo Stato? La risposta la conosciamo tutti, perchè lo Stato italiano palesemente, sta lasciando alla deriva la motivazione fondamentale della sua stessa esistenz



Data:10/08/2013
Categoria:Politica e Governo
Obbiettivo:50000 firme

 
Correlati in Cronaca dal Mondo

Autore: Redazione Esteri
Data: 27/05/2020
Traffico di droga: le società fantasma dei cartelli messicani

La rete più articolata, e che riguarda uno degli importi più elevati da record, è stata scoperta dall'Unità di informazione finanziaria (FIU) del Tesoro nel 2014.

Leggi l'articolo

Autore: Redazione Esteri
Data: 14/05/2020
Afghanistan: attacco a un reparto maternità di Kabul

I primi momenti della vita di un neonato dovrebbero trascorrere tra le braccia di sua madre, non in un ospedale in fiamme con proiettili e bombe che piovono...

Leggi l'articolo

Autore: Redazione Cronaca
Data: 08/05/2020
Allarme Interpol: droga consegnata domicilio con il cibo

Le organizzazioni criminali stanno ricorrendo ai servizi di consegna di cibo per trasportare la droga e altre sostanze illecite, mentre i Paesi sono in preda al lockdown a causa della pandemia globale di Covid-19. 

Leggi l'articolo

Autore: Di Luca De Rossi - Redazione Esteri
Data: 07/05/2020
Coronavirus: in Olanda aumenta l'uso di cannabis a causa dell'isolamento forzato

Il consumo di cannabis in Olanda e’ aumentato durante la crisi causata dall’avvento del coronavirus.

Leggi l'articolo
GERENZA: Gli Scomunicati - L'informazione per chi non ha paura e chi ne ha troppa - PluriSet timanale nazionale - Reg. Tribunale di Roma N° 3 del 21 Gennaio 2014
Testata ideata e diretta da Emilia Urso Anfuso. Note legali.  Per informazioni commerciali e per entrare in contatto con la redazione potete chiamare lo 06 92938726 (Tel. e Fax) -