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«Le banche entro la prima decade di maggio dovrebbero mandare delle lettere ai loro clienti invitandoli a recarsi subito in banca a firmare i moduli per il rimborso» lo ha precisato oggi a Cuore e Denari su Radio 24, Nicola Stock, presidente TFA, Task Force Argentina. E Ha proseguito sul tema dei rimborsi per i 50mila italiani coinvolti nella vicenda "Tango bond" poiché qualcuno «potrebbe essere assente o non stare bene daremo un mese di tempo massimo per potersi recare in banca e firmare» Stock ha sconsigliato i risparmiatori interessati dal rimborso rispetto all'idea di attivarsi direttamente, nell'immediato, con le proprie banche: «dopo il 10 maggio queste comunicazioni dovrebbero arrivare a tutti. Se per un errore non dovesse essere arrivato niente dopo il 15 maggio, a quel punto ci si potrà recare in banca, ma io direi di attendere per non creare confusione». L'accordo definitivo, preannunciato a febbraio, è stato firmato a New York nella serata del 21 aprile scorso e interessa chi è ancora detentore di bond argentini in default dal 2001 e non ha aderito alle offerte di concambio proposte dal governo argentino del 2005 e del 2010. L'intesa conferma il pagamento in contanti, immediatamente dalla propria banca, e pari al 150% dell'importo nominale originario di tali obbligazioni per circa 1,35 miliardi di dollari. Stock durante il suo intervento su Radio 24 ha precisato anche che questo accordo non apre nuove possibilità per coloro che hanno aderito alle offerte del governo argentino nel 2005 e nel 2010: questi risparmiatori «si sono impegnati a non fare causa all'Argentina e ad accontentarsi degli interessi che l'Argentina offriva loro in quel momento. Al momento, dal 2014 questi risparmiatori non hanno ricevuto più cedole, ma è possibile che dopo che l'Argentina avrà ripagato noi (i 50mila della task Force, ndr) e gli Hedge fund possano riprendere a pagare anche le loro cedole».
«Abbiamo cercato di avere il massimo dall'argentina», ha poi proseguito Stock su Radio 24 riferendosi all'ottenimento di un rimborso del 150% del valore nominale dell'investimento, definendolo «un risarcimento del capitale investito». Rispetto alla gestione fiscale di queste somme, il presidente della Task Force rimanda alle decisioni che potranno essere prese dall'Agenzia delle Entrate: «Il nostro compito era di portare il denaro in Italia, altro è quello che farà l'Agenzia delle Entrate. Il tema è molto sensibile, con l'Italia attualmente alla ricerca di introiti suppletivi», ha commentato. «Credo – ha aggiunto Stock su Radio 24 – che noi abbiamo fatto il nostro dovere di informare, di cercare di ottenere qualcosa, però questa è una cosa molto sensibile che lasceremo alla Agenzia delle Entrate. Spero che riusciamo a far sì che le banche abbiano una risposta in tempi stretti».
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 26/12/2024 02:51:32 |
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