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Utero in affitto: mater non piu' certa...

Utero in affitto: mater non piu' certa...
Autore: Il Direttore - Emilia Urso Anfuso
Data: 02/01/2016

E’ un tema che accende gli animi, quello che ruota intorno alla possibilità, per le coppie sterili, di poter procreare affittando – letteralmente – l’utero di una donna che, in cambio di una certa somma di denaro, si rende disponibile affinché dentro al proprio utero, venga generato un figlio. La cui madre però, sarà un’altra donna. E se anche il padre risulta essere sterile, il “semino” verrà semmai prelevato dalla banca del seme, generando così la più grande mistificazione umana che mai su questa terra era stata generata.

Il problema che si pone, o meglio i problemi che si pongono, non sono solo di natura etica - quelli che stanno infiammando i cattolici osservanti – ma anche di natura pratica. E non parlo solo di denaro.

Innanzitutto: a coloro che hanno scelto di sposarsi in chiesa, percorrendo la strada del corso prematrimoniale che dura, guarda caso, nove mesi – un vero e proprio parto – nel caso in cui per motivi di sterilità conclamata, accarezzassero il desiderio di procreare affittando un utero e magari acquistando anche i gameti necessari al concepimento, dico: ammettetelo, vi siete sposati in Chiesa perché fa figo.

Vuoi mettere l’atmosfera di sacralità, l’abito bianco – su donne “impure” ma aderenti alla tradizione, ci mancherebbe  – l’odore di incenso, le parole del parroco, le lacrime delle madri… E chi se ne frega se durante quei nove mesi di apprendimento delle regole cattoliche, si è appreso che i rapporti sono in virtù della possibile procreazione, che l’unico metodo anticoncezionale ammesso dalla Chiesa sia L’Ogino-Knaus “Siete pronte quando lì è…umido” (per non dire chiaramente, quando avete segni tangibili di ovulazione) e che mai e poi mai sarebbe ammesso che pur di procreare, si possa prendere la decisione di affittare l’utero di un’estranea e magari seminarlo con spermatozoi di un altro estraneo.

Il mio non è un discorso religioso ma di coerenza. Vi siete sposati per procreare a tutti i costi o perché avete trovato l’altra metà della mela? E da quando non appare importante di chi sia il figlio procreato? Questa è associazione per procreazione di stampo egoistico. Perché non decidete semmai di togliere da un orfanotrofio uno dei troppi bambini abbandonati? Vi fermano le lungaggini? Dovete avere tutto e subito, confezionato con un bel fiocco di seta? I soldi non comprano tutto, ma a quanto pare, comprano la coerenza e la tramutano in incoerenza.

L’antico detto Mater semper certa, pater autem incertus oppure pater numquam, aveva un senso logico: la procreazione necessita di certezze. Di pari DNA. Di sicurezza della provenienza. Cosa diamine andrete a dire un giorno a vostro figlio? “Pensa figliolo, mamma e papà hanno speso un mucchio di soldi per affittare l’utero di una signora pur di averti”? Genererete in lui il desiderio spasmodico di conoscere dal vivo quell’utero? Oppure non direte nulla, e vivrete - finché sincerità non vi separi - mentendo spudoratamente sul criterio più nobile che è quello della procreazione?

Avere. Ad ogni costo. Qualsiasi cosa. Persino un figlio. S’infilano le monetine nella macchinetta e via: si ottiene ciò che si vuole. Una casa, una macchina, una vacanza, un figlio. Massificazione dei valori, consumismo esasperato. Il denaro può comprare tutto.

Continuo a chiedere: perché non si opta allora per una benefica adozione? Le lungaggini burocratiche non possono essere all’origine della scelta dell’utero in affitto. C’è qualcosa d’inquietante. Il pensiero è questo:  Io voglio un figlio, ma lo voglio seguendo in qualche modo la natura, che diventa innaturale dal momento che mio figlio sarà figlio di un’altra e magari pure di un altro, ma sarà generato in maniera “naturale”. Follia allo stato puro.

E nulla cambia quando la coppia è costituita da due persone dello stesso sesso: la procreazione stile supermarket non trova spiegazioni coerenti. Difatti, sappiamo che ne fanno uso, per lo più, personaggi del mondo dello spettacolo, che oltre alla capacità economica sono avvezzi alla spettacolarizzazione di ogni ambito della loro esistenza. Adozione? Per carità. Vuoi mettere l’utero in affitto e lo share che sale?

Vorrei farvi riflettere citando anche un brutto caso di cronaca nera: l’omicidio di Yara Gambirasio. Attraverso la verifica del DNA, è stato possibile risalire a Massimo Bossetti, e abbiamo scoperto che la madre ha generato due gemelli con un uomo diverso dal marito. Se la madre di Bossetti avesse procreato due gemelli affittando un utero e magari utilizzando i gameti di un estraneo, la Polizia  scientifica avrebbe sbattuto in galera qualche povero diavolo che non ci azzecca nulla con tutta questa storia. Vallo a spiegare che sei frutto di una mistificazione e manco lo sapevi.

Sapete ad esempio che, solo nel nostro paese, ben il 10% dei figli sono frutto di tradimento femminile? Significa che, nel 10% dei casi, certi padri sono sicuri di aver generato prole, mentre nella realtà dei fatti il vero padre è un altro. Non ne faccio un fatto di moralità ma di coerenza e di dati statistici. Sembra che negli ultimi anni, sia salito il numero di test del DNA richiesto da padri…Incerti. Se a padre incerto o volutamente diverso - in caso di sterilità di entambi i coniugi - abbiniano madre altra, il casino è bello che servito.

Alcuni dicono che esser contrari all’utero in affitto significa non volere che la civiltà sia libera ed evoluta. Se il bordello infame che si trarrà da questa pratica, ammesso che verrà resa possibile nel nostro paese e in altre nazioni, è considerato “evoluzione sociale”, ammetto che per me, il criterio di evoluzione ha un altro significato.

Non sempre tutto è possibile. Non sempre ciò che si desidera accade. Distorcere questa realtà, non farà altro che far percepire a certi esseri umani, un falso criterio di onnipotenza, che non ha nulla a che fare con i sentimenti, con l’essere umani, con la natura e con il destino di ognuno di noi.

Senza contare che, spesso, proprio chi ottiene tutto ciò che desidera attraverso il denaro, è avvezzo a cambiare opinione con frequenza, in special modo per ciò che riguarda i rapporti di coppia e il concetto di “famiglia”.

Chiamatelo come volete, ma non chiamatelo “evoluzione sociale”: l’utero in affitto è solo un modo – per certi esseri umani – di determinare la propria capacità di ottenere qualsiasi cosa. E non parlatemi di “volontà di proseguire la genia familiare”: geneticamente, in questo caso, siete parecchio fuori strada. Comprate semmai un bel bambolotto, di quelli parlanti, che ciucciano il ciuccio e che fanno pure pipì.

Costa molto meno e fa molti meno danni. In tutti i sensi.

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I commenti:

Commento 1)
Caro Direttore, il tuo è un bellissimo articolo come del resto sai scrivere tu. Un articolo che mette in evidenza la mancanza di coerenza che a tante persone manca, e, l'egoismo del figlio ad ogni costo anche ricorrendo alla pratica dell'utero in affitto. Del resto non mi meraviglio più di niente perchè quando vedo un Governo ed un Parlamento che approva una legge dove il bambino che è affidato ad una famiglia diventa un diritto di "prelazione all'adozione" per la famiglia affiddataria qualora venga dichiarato adottabile trascorso il periodo previsto per legge (che è di due anni rinnovanile per un anno)di cosa discutiamo ? Discutiamo, ci dividiamo tra utero in affitto sì , utero in affitto no , e, non ci accorgiamo che ormai siamo arrivati alla mercificazione dei bambini pur di avere un figlio ad ogni costo come hai scritto tu Direttore e non ci preoccupiamo se tanto aspiriamo ad avere una famiglia con figli di adottare quei bambini che sono abbamdonati nelle case famiglia o negli istituti e che nessuno vuole o perchè hanno un handicap, oppure perchè sono già grandicelli e non si possono plasmare a nostro piacimento. Coerenza per favore e non ipocresie e, togliamoci quella maschera di finto puritanesimo di cui siamo soliti nasconderci. Grazie
Commento di: aurelia Ip:2.37.212.162 Voto: 10 Data 02/01/2016 21:45:57

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GERENZA: Gli Scomunicati - L'informazione per chi non ha paura e chi ne ha troppa - PluriSet timanale nazionale - Reg. Tribunale di Roma N° 3 del 21 Gennaio 2014
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