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In Siria si respira aria di guerra. La Siria è diventato ormai il pomo della discordia e il pretesto delle scelte militari in Medio Oriente. Dopo i raid delle forze russe, unilaterali, secondo quando affermato dagli oppositori di Assad, che hanno colpito non solo l'Isis, ma anche zone controllate da oppositori moderati, le forze europee si muovono, spostando pedine all'interno del Mediterraneo. L'attacco russo non avviene solo per via aerea, ma parte anche dalla flotta russa. Dopo la Francia, ecco l'annuncio della Gran Bretagna che annuncia l'invio di un centinaio di soldati nei paesi baltici. Sotto l'egemonia della Nato, infatti, le truppe inglesi dovranno rassicurare gli alleati che si trovano in quelle zone. A dichiarare le ferma decisione della Gb, il ministro della difesa Michael Fallon a Bruxelles. Secondo i media si tratterebbe di un centinaio di truppe. Pronta e immediata la risposta di Mosca che, a fronte di un rafforzamento militare nei paesi baltici, con il rafforzamento delle basi Nato, provvederà a ristabilire, militarmente, la parità, ha dichiarato il portavoce del Cremlino. Intanto arrivano anche dichiarazioni contro la Russia, da parte del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il cui spazio aereo è stato violato dagli aerei russi senza permesso. Il presidente turco ha minacciato di non comprare più il gas dalla Russia oltre a fermare la collaborazione, sempre con i russi, della prima centrale nucleare ad Ankara, se dovessero continuare gli sconfinamenti del cielo turco. Secondo quando riferito dall'agenzia governativa Sana, il generale Ali Abdullah Ayub ha annunciato l'inizio di una forte offensiva contro i "terroristi" che è destinata a liberare le città e le regioni che sono ancora sotto il predominio delle forze "terroristiche". Intanto ci sono ben undici città che sono state raggiunte da missili calibro 26, lanciati dalla flotta russa che stanzia nel Mar Caspio: Raqqa, Aleppo, Idlib sono le provincie colpite. Sostenuti da questi attacchi, anche l'esercito siriano ha intrapreso l'offensiva contro i "terroristi". La Nato, riunitasi dopo il progredire dei raid russi in Siria, ha preso una dura posizione contro la Russia, accusata di colpire non solo basi dell'Isis, ma anche quelle dei ribelli, oltre a violare il cielo turco. Per i ministri della Difesa della Nato, il governo di Assad deve lasciare il potere e passare ad un governo di transizione. Inoltre la Nato ha sottolineato che "è pronta a difendere tutti gli alleati, compresa la Turchia", dispiegando forze militari nel paese se necessario. Non a caso il numero degli uomini è passato a 40 mila con la possibilità di mobilitarne altri in 48 ore. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 26/12/2024 19:07:36 |
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