Germania e Francia, a poche ore dallo scoppio dello scandalo che ha travolto - letteralmente - il gruppo Volkswagen, chiedono l'apertura di un'inchiesta europea per chiarire gli accadimenti.

L'ammissione di colpa, da parte dell'AD di Wolkswagen, Martin Winterkorn, ha aperto un'enorme ferita nelle credibilità del gruppo tedesco e dell'intera Germania. Winterkorn ha chiesto pubblicamente scusa dopo il crollo in borsa delle azioni Volkswagen, che ieri erano a -20%.

"Sono personalmente desolato del fatto di aver deluso la fiducia dei nostri clienti e dell'opinione pubblica - ha detto -. Per il consiglio di amministrazione e per me personalmente questi eventi hanno la più alta priorità. Vw non consente violazioni di regole e leggi di alcun tipo. Lavoriamo con le istituzioni competenti per poter chiarire nel modo più trasparenze veloce ed esaustivo possibile i fatti".

500.000 vetture diesel sono state ritirate dal mercato statunitense, la causa - come è noto - l'uso di software taroccati relativi al controllo delle emissioni di Co2

Negli Usa, è stata aperta un'indagine penale. Il reato ipotizzato è quello di violazione delle normative anti inquinamento.

Secondo un calcolo - del tutto teorico - formulato dalla testata tedesca online "Der Spiegel", la casa automobilistica potrebbe subire sanzioni pari a circa 18 miliardi di dollari, nel caso in cui il risarcimento venisse calcolato in 37.500 euro a vettura.

Per molti, appare quanto meno tempistico questo accadimento, dal momento che Winterkorn è fresco di una recente battaglia interna all'azienda - vinta - contro l'ex patron Ferdinand Piech. In molti ora chiedono le dimissioni di Winterkorn.