Scivolone politico del cancelliere tedesco Angela Merkel in una scuola tedesca. Il caso, finito sui giornali di tutto il mondo, ha velocizzato l'inserimento di una nuova legge che concede il soggiorno in Germania per chi si integra.

Lo scivolone era avvenuto il giorno prima, il 16 luglio, quando la cancelliera tedesca Angela Merkel si trovava  ad un incontro in una scuola a Rostok, in mezzo a tantissimi giovanissimi tedeschi e non solo. Il tempo di fare un intervento, le domande dei ragazzini e il domandone rivolto con coraggio alla lady di ferro tedesca. A porlo, una giovanissima quattordicenne, Reem Sahwil, palestinese, fuggita dal suo paese e in attesa di permesso di soggiorno in Germania.

Facendosi coraggio la giovane ha posto la domanda che affligge milioni di rifugiati, di profughi da anni. La giovane ha raccontato alla Merkel della sua famiglia, fuggita dal Libano e della paura di essere rimandata indietro, nel suo paese. La cancelliera non ha perso tempo, rispondendo con sincerità e decisione alla domanda, spiegando che "Non c'è posto per tutti" in Germania. Decisa nel precisare che lo stato tedesco non può ospitare tutti i profughi che arrivano, tanto da far scoppiare in lacrime la giovane palestinese.

La disperazione negli occhi della giovane Reem Sahwil è stata ripresa e mandata in tutte le tv e vista su tutti i giornali. Da qui l'esigenza di una legge che rimettesse a posto il sincero diniego della Merkel, ma che aprisse anche uno spiraglio umanitario agli occhi del mondo. Approvata da Bundestag e Bundesrat e soprattutto da una grande coalizione, la legge entrerà in vigore entro l'estate.

Quanto approvato prevede che i giovani o adolescenti che abbiano vissuto per almeno quattro anni in Germani, senza interruzioni, possano ottenere il permesso di soggiorno. Questa norma cerca di venire incontro ai tantissimi profughi che sono giunti in Germania e che non hanno visto accolta la loro richiesta di soggiorno. Attualmente sono circa 125 mila le persone in questa situazione.

"Questa famiglia, e vale anche per gli atri casi simili, non riceverà dalla città anseatica di Rostock alcun avviso di espulsione" e stato il commento di Roland Methilig, sindaco della città. È una questione umanitaria che coinvolge molti ambii e pensieri e dalle parole del sindaco Methilig emerge anche una forte disparità di pensiero tra il legislatore, la Merkel e i cittadini che vivono da vicino l'accoglienza dei migranti. Sicuramente tutta la vicenda non finirà qui.