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La Costituzione era la nostra arma contro l' oligarchia

La Costituzione era la nostra arma contro l' oligarchia
Autore: Il Direttore - Emilia Urso Anfuso
Data: 15/04/2015

Democrazia e oligarchia sono criteri opposti. Da un lato abbiamo la peculiarità, allargata alla popolazione, di partecipare attivamente alla vita della comunità in cui si vive. Il popolo è sovrano e quindi ha potere decisionale in diverse questioni comuni. Per far ciò, si utilizzano alcuni strumenti, come il diritto al voto o il referendum popolare. L’oligarchia invece, è un sistema di governo che in Italia conosciamo molto bene da diversi anni. Un gruppo di politici a capo della nazione, si preoccupano di amministrare se stessi lasciando il popolo orfano di un vero governo della nazione.

Oggi, anche grazie alla massima diffusione delle notizie che il web ci permette, la popolazione di una nazione viene messa al corrente immediatamente di ciò che accade. Si pensa essere questo un metodo “democratico” di gestire l’Informazione che dovrebbe, di conseguenza, sviluppare la capacità critica di ogni singolo individuo. Così non è. La grande diffusione dell’Informazione, almeno nel nostro paese, serve poco sia a sviluppare capacità critica sia a generare momenti di confronto fra i cittadini della nazione, che avrebbero potuto sfruttare in tal modo i tanti contenitori forniti dalla rete, come i social network, che sono invece via via divenuti sterili contenitori dove vomitare costantemente la rabbia popolare.

Accedere quotidianamente ai maggiori social network, da il metro della situazione sociale legata a quella che un tempo era la cosiddetta “opinione pubblica”, che ha avuto un certo peso proprio fino all’avvento dei nuovi mezzi di comunicazione. Oggi, lo scontento generale è palpabile proprio anche grazie alla rete. Milioni di persone ogni giorno, riversano la loro rabbia contro una dirigenza che da anni sta facendo a pezzi qualsiasi criterio di Stato sociale. Molti continuano a chiedersi come sia possibile questo scempio senza fine, questa mortificazione costante dei diritti dei cittadini, questo melmoso sistema che tutto basa sulla corruzione. L’assurdità è che queste stesse persone, chiedono la risoluzione di queste problematiche agli stessi protagonisti che negli anni le hanno create fino a rendere l’assurdo, l’unico fatto veramente stabile nel nostro paese. E qui torniamo al criterio di oligarchia. I politici pensano solo a se stessi. Ovvio. Possono contare su una popolazione che al massimo, tira giù i santi dal calendario ogni giorno. Punto.

Dopo aver tirato i santi giù dal calendario, ecco le solite domande: “Cosa possiamo fare”? “Chi ci può salvare”? O peggio: “Chi dobbiamo votare”? Su quest’ultima domanda apro e chiudo una parentesi, ricordando a tutti che da diversi anni il diritto al voto è negato nel nostro paese dal momento che con la Legge elettorale in vigore non decidiamo proprio nulla. Anche ammesso che per miracolo gli attuali governi legiferino in modo onesto e si torni ad avere il diritto di scegliere i rappresentanti politici che preferiamo, non servirebbe a nulla, perché quegli stessi personaggi, avranno facoltà in qualsiasi momento di cambiare partito. Lasciando così doppiamente turlupinati i propri elettori.

Tornando alle domande “Cosa possiamo fare”, oggi io dico, cosa dovevamo fare. Uso il passato perché ormai perdo fi giorno in giorno la speranza che i miei connazionali capiscano e approvino la valenza di quanto sto per scrivere. Dovevamo innanzitutto, leggere e assimilare la Costituzione Italiana. Partendo dal primo articolo che – ancora – recita: “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

Assimilando per bene il primo articolo, avremmo dovuto conseguentemente tenere a mente di farlo rispettare ogni giorno da chi è al governo della nazione. Bisognava ricordarsi ogni attimo che l’Italia sulla carta è una Repubblica a regime democratico e che il fatto che i nostri padri costituenti abbiano aggiunto subito dopo “fondata sul lavoro” non è cosa di poco conto. “La sovranità appartiene al popolo” e anche questo criterio, mai e poi mai poteva esser messo in dubbio dai governanti, se solo la popolazione avesse con tutta se stessa, preteso che anche questo criterio non divenisse del tutto aleatorio.

Il resto degli articoli della nostra Costituzione, sarebbero dovuti divenire il mantra quotidiano degli Italiani, dal momento che essa è il manuale del buon vivere in una vera nazione civile e a regime democratico. In poche parole: l’arma contro il dissesto del sistema Italia, era proprio la pretesa costante – da parte dei cittadini – di rispettare le regole contenute in questo magnifico documento che avevamo a disposizione e che invece, quasi nessuno ha mai letto, riconoscendone di conseguenza  la valenza.

A chi oggi si chiede cosa sia poi la Democrazia, invito a leggere fino in fondo la nostra Costituzione. L'applicazione di ogni articolo, la rappresenta pienamente.

C’è chi dice che non è mai troppo tardi per cambiare e per migliorare. E’ però vero che per inoculare il cambiamento nel DNA di un’intera popolazione non ci si può affidare al caso o alla fortuna. Dipende da ogni singolo cittadino. Per tale ragione diviene di difficile realizzazione. Ancora una volta: peccato.

Per chi volesse leggerla: al link seguente la Costituzione Italiana

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