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Sarà in scena fino al 19 aprile, al Teatro Quirino di Roma, "Doppio sogno" (eyes wide shut) di Giancarlo Marinelli tratto dall'omonimo racconto di Arthur Schnitzler con Ivana Monti, Caterina Murino, Ruben Rigillo, Rosario Coppolino, Andrea Cavatorta, Francesco Maria Cordella, Serena Marinelli, Simone Vaio, Carlotta Maria Rondana. Il racconto che era stato ripreso anche da Stanley Kubrick nel suo lavoro incompiuto "Eyes wide shut", è stato fonte d'ispirazione anche per il regista Giancarlo Marinelli che dopo il successo di Elephant Man, era alla ricerca di un testo che gli permettesse "di creare personaggi multipli" per i suoi attori. Un testo completo che portasse in scena una "storia fosse tante storie; dove la verità fosse tante verità; e dove, finalmente, l'amore, la morte il senso di colpa, il peccato e il riscatto, affiorassero prepotentemente tutti insieme". Queste sono solo alcune note di regia che Marinelli ha rilasciato per descrivere la storia che ha deciso di portare in scena. Tutto prende il via dalla confidenza di Albertine che una sera confida al marito Daniel che, nonostante l'amore che prova per lui, una sera di una vacanza, ha avuto la tentazione di tradirlo, di lasciarsi tutto alle spalle per un altro. Un momento di smarrimento, ma che lascia l'uomo esterrefatto. Comincia, per i due, una notte interminabile e ossessiva. I due si perdono, viaggiano fino agli inferi, per poi ritrovarsi soli, smarriti, ma innamorati molto più di prima. Una storia che sceglie di mettere in luce la realtà dell'animo umano dove la verità spesso non è una sola, ma sono tante e dove spesso la fantasia, il tormento, il tradimento, sono presenti nella vita quotidiana, sia in modo reale che fantastico. "Il teatro è amare gli attori. E odiare tutto ciò che riescono ad essere al nostro posto" cita Giancarlo Marinelli. In scena un gruppo di attori che sulla scena incarna tante personalità che da positive si trasformano in negative, dove il passaggio all'inferno è obbligatorio, come accettazione della vita e del vissuto presente. Anche se seguire il filo logico, soprattutto all'inizio è arduo. Se si stacca un attimo l'attenzione dalla scena, diventa difficile riuscire a comprendere dove si vuole arrivare. Tutto n po' frastronato e sicuramente del tutto dissimile dalla versione cinematografica di Kubrick, come del resto ci si aspettava. Forse, però, quelle difficoltà iniziali sono la scelta del regista di farci comprendere quanto difficile sia la vita, un intreccio di occasioni e di rimandi che spesso, nemmeno noi stessi comprendiamo appieno. Una splendida Ivana Monti attorniata da due splendidi attori, quali sono Caterina Murino e Ruben Rigillo, coordinati, precisi, coinvolgenti come può esserlo solo la vita reale. Bellissima anche la scenografia di Andrea Bianchi che accompagna le vicissitudini dei personaggi aumentando la forza della storia. Uno spettacolo che apre la mente alla verità che nella vita sono tante verità, tante espressioni, tante vite, reali o fantastiche, ma che fanno parte comunque della nostra vita. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 26/12/2024 05:14:27 |
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