La polizia turca è alla caccia del terzo attentatore che ha causato la morte di 21 turisti al museo Bardo di Tunisi. Il premier Beji Caid Essebsi, rilasciando un'intervista tv, ha dato la notizia assicurando che l'uomo "non andrà lontano", mentre, dal canto suo, ha ammesso delle gravi lacune all'interno del servizio di sicurezza del Museo e dello stesso Parlamento.

Lo stesso presidente turco ha voluto annunciare una marcia di solidarietà per le vittime dell'attentato che si terrà il 29 marzo e la deposizione di una stela. La stessa vuole anche sottolineare la volontà del paese di opporsi alla jihad e quindi al terrorismo sempre più pressante sul paese. Il percorso della stessa vedrà sfilare i partecipanti da Bab Saadoun fino al museo Bardo, il cui ingresso coincide con uno secondario del Parlamento, primo e mancato obiettivo dei terroristi islamici.

Mentre il governo turco intensifica controlli e arresti di persone che hanno partecipato anche marginalmente alla realizzazione dell'attentato, il commando che ha messo a segno l'attentato, continua a incitare i suoi proseliti invitandoli a colpire. Secondo intercettazioni e messaggi che arrivano ai tanti fiancheggiatori, ci sono indicazioni sugli obiettivi da colpire "americani, britannici, francesi, israeliani", con indicazioni anche sui modi e i mezzi per colpire i vari turisti. Poco sicure adesso saranno le spiagge, i luoghi ad alta concentrazione di turisti, anche se l'attentato del 18 marzo scorso ha ormai fatto cancellare da due compagnie marittime la meta tunisina.

Eppure il paese così largamente lontano dalla restrizione dell'Isis, è il paese che offre il maggior numero di miliziani all'Isis. Il numero di giovani che sono partiti per combattere in Siria, Libia e in altre zone accanto ai terroristi è il più alto, si parla di 1 o 2 mila persone, mentre altrettante sono state fermate ai confini. Ma di queste un numero variabile tra trecento e quattrocento, sono rientrate in patria. E sono proprio loro a destare maggiori preoccupazioni a livello di sicurezza, non solo per il governo e la polizia, ma anche per l'intera popolazione.

Intanto in Italia sono rientrati i passeggeri, sbarcati dalla nave da crociera Msc Splendida, attraccata al porto di Genova. Tutti provati e ancora sconvolti dalla tragedia, dove hanno visto morire alcuni componenti del gruppo o hanno visto caderne altri feriti dai colpi di Kalashnikov sparati dai terroristi.

A Torino, invece, nella Sala delle Colonne del municipio, è stata aperta la camera ardente per le 4 vittime italiane dell'attacco al museo Bardo. Amici di Antonella Sesino hanno appeso uno striscione in ricordo delle vittime dell'attentato. Con lei sono morti anche Orazio Conte, Giuseppina Biella e Francesco Caldara.