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SIAMO TUTTI IN PERICOLO L'ultima intervista di Pier Paolo Pasolini regia e drammaturgia Daniele Salvo con Gianluigi Fogacci e Raffaele Latagliata immagini video Indyca, Torino scene e costumi Erminia Bassi produzione La Fabbrica dell'Attore – Teatro Vascello in collaborazione con Fahrenheit 451 Teatro “Viviamo in uno strano periodo, in cui l’urgenza dell’agire non esclude, anzi, richiede assolutamente l’urgenza del capire.” (Pier Paolo Pasolini) Il Teatro Vascello, per la ricorrenza dei 40 anni dal brutale assassinio di Pier Paolo Pasolini, ha voluto ricordare il grande poeta il giorno della sua nascita, il 5 marzo, proprio perché ci piaceva l’idea di festeggiarlo, non nel ricordo della sua atroce morte, ma nel giorno del suo compleanno, per sottolineare quanto ancora oggi sia viva e forte la sua poetica. Un omaggio che si compone di un duplice lavoro, diretto da Daniele Salvo, il primo con lo spettacolo Siamo tutti in pericolo, il secondo con un laboratorio per 20 giovani attori sul testo di Pilade di Pier Paolo Pasolini. L'idea dello spettacolo “Siamo tutti in pericolo”, così come espresso dal regista Daniele Salvo - nasce dalle Lettere Luterane “gli ultimi articoli che Pier Paolo Pasolini scrisse per "Il Mondo" e "Il Corriere della Sera" nel 1975 e dalla lettura di un documento estremo e profetico, una confessione più che un'intervista, l'ultima, rilasciata a Furio Colombo il giorno prima di essere ucciso. Un grido d'allarme lucido e disperato sull'inevitabile declino della nostra civiltà, che alla luce degli avvenimenti odierni suona straordinariamente profetico”. Pier Paolo Pasolini incarna più di ogni altro la figura dell'intellettuale che, con le armi della parola e della poesia "attiva", afferma con vigore e "disperata vitalità" il valore dell'uomo, inteso come "homo poeticus" ma anche "homo politicus", difensore dell'ideale e di quel "privilegio del pensare" che oggi a pochi appartiene. Pasolini è stato il simbolo di un mondo oggi scomparso, un mondo fatto di desideri puri ed impuri, di necessità primarie, di desiderio fisico disperato e bruciante, d'ingordigia d'amore, di purezza, di occhi, volti, sorrisi, ancora non toccati dallo spietato cinismo del mondo moderno. La sua poesia è "Poesia fisica", costruita con sudore, fede, lacrime e rabbia, poesia che colpisce il cuore senza mediazioni, che diviene atto politico perché sincera, assordante voce nel deserto, grido o sussurro, necessità senza timori, senza vergogna, in un mondo codificato, dove si agisce sempre solamente in vista di qualche vantaggio o di qualche vuota promozione sociale. La voce del poeta, allora come oggi e oggi più che mai, in anni di assoluta banalità che ha svuotato ogni idea, spezzato le verticali di tutti gli impulsi, salvaguarda la natura dell'uomo, assicura continuità e futuro al destino di noi tutti, ci fa ancora intravedere nella nebbia, una via possibile. Per coloro che ancora si permettono di credere ed immaginare Domenica 15 marzo alle h 21 dopo lo spettacolo Siamo tutti in pericolo andrà in scena a invito, sempre per la Regia di Daniele Salvo uno studio su PILADE di P.P. Pasolini frutto di un lavoro tenuto nei mesi di febbraio e marzo con un gruppo di 20 attori under 35 di diversa provenienza. Questo Evento vuole essere l’inizio el’occasione di crescita per approfondire la complessa drammaturgia di Pier Paolo Pasolini. Il progetto “Pilade” vuole rappresentare l’atto fondativo di un nuovo gruppo di lavoro giovane e aperto: “I sognatori”, sganciato da condizionamenti di ogni tipo, che possa lavorare con libertà allo studio e all’analisi di grandi drammaturgie italiane e straniere, al rapporto tra scrittura teatrale e scrittura romanzesca, alla ricerca vocale pura, allo studio del movimento e del linguaggio, allo studio dei Classici e di nuovi testi, che proponga collaborazioni internazionali e progetti di ampio respiro.
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 26/12/2024 09:43:48 |
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