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Il genio di Jiri Kilian all'Auditorium Parco della Musica

Il genio di Jiri Kilian all'Auditorium Parco della Musica
Autore: Susanna Schivardi - Redazione Cultura
Data: 17/02/2015

 

Il genio polacco della danza si sposa con il cinema ed è subito un grande successo. Nella serata del 15 febbraio presso l’Auditorium parco della Musica, si è svolta una kermesse in cui Jiří Kylián e il suo staff hanno presentato tre cortometraggi realizzati nell’arco di più di due anni, riscuotendo un enorme consenso da parte del pubblico presente, moderato dalla giornalista Leonetta Bentivoglio. Jiří Kylián è un maestro della coreografia, ceco di origine, nato a Praga, è rimasto legato in tutte le sue manifestazioni alle sue origini. Fondatore di importanti scuole di ballo, tra cui il Netehrlands Dans Theatre 1, 2 e l’ultimo, il 3, che è dedicato agli over 40.

I ballerini che ballano per lui fanno il giro del mondo, sono i migliori in assoluto e il suo nome è conosciuto ovunque. Surrealismo, fantasia, coraggio, hanno fatto di questi tre lavori dei veri capolavori. Presenti alla manifestazione anche i suoi collaboratori: il regista Boris Paval Conen, i ballerini attori Sabine Kupferberg, David Krügel e gli altri interpreti dei corti. I titoli, Between Exit and Entrance, Schwarzfahren e Car-Men segnano il sentiero per un’avventurosa diatriba tra presente e passato, in cui si mescolano elementi di sogno e realtà trasfigurata.

Gli attori, in realtà nascono come ballerini, sono entusiasti di questa loro nuova prova, come dice David “trovarmi a lavorare con questo genio mi è sembrato un sogno, quando sono stato preso non potevo crederci e il mio personaggio si è creato lentamente, mi lasciavo plasmare e dirigere dalle intenzioni del regista. Sono dovuto tornare al passato per prendere elementi della mia vita e riportarli al presente”. E Kylián risponde “David ha barato, perché quando si è presentato aveva 39 anni e la scuola prende solo dai 40 alla morte!”. Il primo corto è una storia d’amore, fatta di frammenti articolati in un crescendo di pathos, in cui non mancano le macchiette dedicate al cinema muto di Stanlio e Ollio con la loro grassa crudeltà e la genialità di Buster Keaton.

Uomo e donna che si detestano, si cercano, si stuprano e ricordano la loro esistenza passata. In Shwarzfahren i cui protagonisti sono Sabine Kupferberg e Patrick Marin, l’ambiente metafisico e la luce che sembra inesistente fanno da cornice ad un altro rapporto indefinibile, lo stesso Marin afferma “in quel corto io potrei essere amante, figlio, amico, socio, in un ruolo che non si è mai definito chiaramente”. Car-Men come dice il titolo stesso è un remake modernizzato della Carmen, in cui i quattro personaggi si destreggiano tra le macerie di una miniera di carbone. La musica ha un posto principe nella finalizzazione, come dice lo stesso music designer “l’accelerazione e il rallenti della musica hanno un ruolo fondamentale, definiscono l’ilarità e la tragedia, il dramma e l’ironia”.  

David Krügel afferma che il suo Escamillo “è un uomo meschino, uno che crede di essere un macho ma alla fine è un perdente”. Si sono divertiti a recitare, Sabine trasognata racconta “in questi tre film ho un problema con me stessa evidentemente, perché in tutti i casi aspetto un principe azzurro invece alla fine sono abbandonata, violentata, investita e uccisa. Però è stato bellissimo mettermi alla prova con la recitazione”. Jiří Kylián spiega la differenza tra ballo e cinema “un ballerino non si nota nelle sue espressioni, danza sul palco invece nel cinema si evidenzia l’espressione dei sentimenti sul volto”.

Quello di Kylián è un cinema dei sentimenti, che non vengono raccontati ma rappresentati dai gesti, le vicende, la storia dei personaggi. Il bianco e nero ci riporta alle sue radici, alla sua passione per il cinema muto e come conclude lo stesso coreografo “ho girato il mondo – aggiunge Kylián – ma sono sempre rimasto legato alla mia terra. Nel primo corto, ambientato in una bellissima villa, tutto il mobilio era quello della mia prima abitazione. Schwarzfahren è ambientato sul tram elettrico di Praga che usavo da bambino, mentre Car-Men è stato girato in una vecchia miniera vicono Praga, la mia città natale”. 




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