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www.verybello.it: il sito scandalo per Expo 2015 che ci costa circa 5mln di euro

www.verybello.it: il sito scandalo per Expo 2015 che ci costa circa 5mln di euro
Autore: Il Direttore - Emilia Urso Anfuso
Data: 25/01/2015

Sono passati alcuni anni dalla messa online di uno scandalo nazionale. Era il 2008 e il governo Berlusconi creò ciò che non era mai stato creato prima sul web: un portale del costo di 45mln di euro – si, 45 milioni di euro – che per un lungo periodo aveva solo una cosa di concreto, la registrazione del dominio: www.italia.it  Contenuti zero. Si andò così avanti per diverso tempo fino al momento in cui si sentì addirittura l’esigenza di spendere qualche altro milione di euro (…) per migliorare la grafica di quello che ancora oggi è il sito più costoso della storia di Internet ma anche uno dei più brutti ed inutili. Non solo: per un periodo il sito fu trasformato in “Magic Italy”: contenuti sempre pari a zero, ma fastose presentazioni alla Stampa da una allora Ministro Brambilla che gioiva festosa di fronte all’ennesima truffa spacciata per “Progetto innovativo”

In questi miei articoli spiegai gli accadimenti.

Prossimi all’apertura di Expo 2015, la manifestazione con sede a Milano che ci si augura venga completata in tempo utile per l’apertura e che è fortemente compromessa da intromissioni malavitose scaturite ovviamente dalla moltitudine di appalti in gioco,  ma che per ora sono state strategicamente messe a tacere, ecco che il Ministro dei Beni Culturari Franceschini,  pensa bene di voler creare un sito ad hoc, che comprenda però tutti gli eventi più importanti sul territorio nazionale.

Dopo il vergognoso andamento del sito www.italia.it si poteva intanto far di meglio che trovare un nome come “VeryBello” che sembra il nome di uno Yogurt o di un bambolotto tipo Cicciobello. Il nome probabilmente sarà stato scelto durante il fine pasto di qualche cena istituzionale, e mi auguro sia così, perché se è stato partorito da una qualche agenzia di Comunicazione strapagata con denaro pubblico, possiamo iniziare a considerare un’azione collettiva per denunciare simile misfatto ai danni dell’intelligenza della popolazione.

Si, è vero, l’italia popolare la acchiappi con nomi popolati, ma “VeryBello” no, non si può sentire, e considerando il fatto che il costo dello sviluppo si questo sito, oltre ad alcune Campagne spot pubblicitarie,  parla di 5 milioni di euro,  ebbene non si può accettare che anche stavolta si giocherelli col denaro pubblico per produrre porcate.

www.verybello.it è un sito brutto e anche inutile: attualmente è ancora scritto nella sola lingua italiana anche se Franceschini stesso, presentando questo “progetto” a Palazzo Chigi, ci ha tenuto a promettere che “presto sarà tradotto in inglese, russo, cinese, spagnolo, portoghese, tedesco e francese”. Presto sarà tradotto? Cinque milioni di euro, in un momento simile, per un sito che nessuno straniero in odore di venire in Italia per visitare l’Expo può attualmente navigare capendo qualche cosa?

Leggete di seguito le dichiarazioni di Franceschini relativamente all’Expo e al sito in questione:

a tre mesi dall’apertura dell’Expo siamo già alla cifra record di 8 milioni di biglietti venduti, di cui 5 milioni all’estero”, la priorità è che da Milano poi scelgano di visitare anche altre città, ognuno seguendo i propri interessi. E non più solo Roma, Venezia o Firenze, i cui centri storici sono già al collasso. Ecco allora che VeryBello!, che sarà presentato il 7 febbraio a tutti i tour operatori stranieri (già disponibile in italiano, lo sarà presto anche in inglese, russo, cinese, spagnolo, portoghese, tedesco e francese), è la summa di una più ampia campagna di promozione (anche con spot su web e negli aeroporti) “per la quale il ministero ha messo in campo 5 milioni di euro. Altrettanto – dice Franceschini – ho chiesto di fare ai Comuni”.

5 milioni di euro messi in campo dal Ministero per i Beni Culturali per la realizzazione di un brutto sito internet con contenuti solo in Italiano nei giorni prossimi all’apertura di un Expo internazionale con qualche spot pubblicitario, no, non si può accettare. Potrei comprendere una spesa simile se, parallelamente, lo stesso Ministero sfoderasse finanziamenti per il comparto della Cultura nazionale che invece viene costantemente privato di sostegni. Potrei comprenderlo in una nazione mediamente onesta, in cui non c’è l’ombra della corruzione ogni qualvolta ci si appresta a realizzare una qualsiasi opera pubblica. Ma nell’Italia della corruzione, degli appalti truccati e sempre in mano alle cosche malavitose, e dei costanti tagli ai comparti che sarebbero fondamentali per lo sviluppo economico del paese, no.

Far lievitare i costi. Ecco a cosa serve l’apparato statale. I costi di qualsiasi cosa, dalla carta igienica al portale del momento, lievitano nell'istante in cui questi prodotti diventano istituzionali. Ma ragioniamo: commercialmente parlando, dovrebbe essere il contrario. Dovrebbero esserci agenzie e imprese che fanno a gara per fare il prezzo minore a un articolo o servizio acquistato dall’istituzione governativa. Invece, il business sta proprio qua: entrare nella rosa dei fornitori dello Stato fa lievitare i bilanci di imprese e agenzie di servizi, che solo in questo modo riescono a proporre prezzi enormemente fuori dal mercato, in perfetta sintonia con un sistema che della corruzione e del cattivo sfruttamento delle risorse economiche del paese ha fatto la propria bandiera.

Non sappiamo ancora quanto denaro ci porterà l’Expo, per ora sappiamo solo che la vergogna ancora una volta viene svenduta per “Immagine” e a suon di milioni, che si dirigono sempre dalla parte opposta ad un sistema di rigore e coerente coi tempi che stiamo vivendo.

p.s. Nel 2011 l’allora Sindaco di Roma Alemanno, fece realizzare il portale www.expo201.comune.roma.it. Il costo fu di un milione e mezzo di euro. A questo punto una riflessione: cambiamo mestiere e creiamo una bella agenzia di sviluppo multimediale che operi solo per le istituzioni italiane. Non serve un gran curriculum, al resto ci pensano i Ministeri…




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