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Dacia Maraini con i giovani 'Sulla mafia'

Dacia Maraini con i giovani 'Sulla mafia'
Autore: Teresa Corrado - Redazione Attualita'
Data: 04/12/2014

Lunedì 1 dicembre, la scuola ITCG "Luigi Luzzetti" di Palestrina ha avuto occasione di parlare e discutere di mafia con un ospite di tutto rispetto: la scrittrice Dacia Maraini. La signora Maraini ha discusso, preferendo la forma di dialogo, con i ragazzi della scuola, costruendo un percorso che ha toccato tutti i punti fondamentali dell'argomento mafia.

La visita ha entusiasmato alunni e professori oltre all'intero personale della scuola, felici di poter ospitare e dialogare insieme con una delle scrittrici italiane più famose e prolifere d'Italia.

Si è parlato di mafia siciliana, ma anche di camorra, con le differenze tanto sottili quanto profonde tra le due strutture criminali. Dopo un'introduzione della stessa Maraini sulla nascita ed evoluzione della mafia all'interno del nostro paese e dell'Europa, si è lasciato spazio ai giovani per le domande che sono riuscite a esprimere tutte le sfaccettature della mafia.

Le domande hanno posto l'accento sulle donne e sul loro ruolo nell'organizzazione e per questo c'è stata la possibilità di parlare anche delle collaboratrici di giustizia che si sono ritrovate a far parte di una famiglia mafiosa e che hanno deciso di uscirne denunciando fatti e persone.

Un argomento molto sentito anche dai giovani partecipanti, il rapporto Stato-mafia, che ho posto l'accento sulla legalità, sulla coscienza "se lo Stato si accorda con la Mafia, essa dice che praticamente si sente inferiore alla mafia" ha sottolineato uno dei giovani rispondendo ad una domanda della signora Maraini. "E' un fatto gravissimo", ha concordato la scrittrice, "la coscienza comune dei cittadini dice che non si scende a patti con la criminalità perché si scende a patto con i criminali".

Da qui, discutere sulla politica e sulla corruzione della stessa, il passo è stato semplicissimo e i giovani, in accordo con la Maraini si sono ritrovati a chiedere più trasparenza. La voglia è quella di potersi confrontare con una politica e dei politici che non abbiano reali o presunti rapporti con la criminalità. La Maraini non si è risparmiata nemmeno nell'esaminare i nostri politici e il Parlamento, spiegando che la nostra politica è diventata quella degli insulti, "troppo rissosa e troppo denigratoria è diventato il nostro Parlamento". "Si chiama Parlamento, vuol dire che si deve parlare e ci si deve parlare fra opinioni diverse ma con civiltà" sempre nel rispetto per l'altro, base fondamentale del vivere civile.

Spontanea è stata anche la riflessione che ha coinvolto i giovani sul rapporto Chiesa-mafia e sulle recenti vicende legate alla figlia del boss Totò Riina, che è stato solo lo spunto per parlare anche dei figli e delle figlie dei mafiosi e del loro rapporto sulla società. Ben vengano le loro iniziative, ma deve esserci anche un allontanamento non tanto dalla famiglia, ma quanto dalle ideologie e dai comportamenti dei familiari e della mafia stessa. La scrittrice ha voluto sottolineare anche l'importanza che le organizzazioni danno ai riti religiosi, non alla fede e quindi all'importanza che i riti stessi hanno sulle persone. Donare soldi alla Chiesa è semplice, i mafiosi ne hanno tantissimi, ma sta a chi deve prenderli fare un passo in dietro, anche se in difficoltà, per far comprendere che anche la Chiesa è al di sopra della mafia e non il contrario.

Alla fine dell'incontro la Maraini ha lasciato i ragazzi con un augurio: "spero soltanto di essere stata l'occasione di riflettere, perché io non credo di avere della verità in bocca, ma di porvi dei problemi, perché è importante pensare con la propria testa. D'altronde è quello che io penso che deve fare la scuola. La scuola non mi deve dare informazioni, perché le informazioni le abbiamo ormai da troppe fonti, ma deve formare. La scuola è formativa, deve insegnarvi a pensare con la vostra testa".

Durante una breve intervista, rilasciata alla fine dell'incontro con i giovani, Dacia Maraini ha parlato della burocrazia che ferma la crescita del paese. Troppo lunghi gli iter burocratici, troppi privilegi, troppe persone e troppi gruppi difendono i propri diritti acquisiti e non lasciano spazio agli altri. Un motivo di cambiamento che deve risvegliare le coscienze per un cambiamento soprattutto di mentalità.

Rispondendo alla domanda sull'importanza delle tante vittime delle mafie la scrittrice ha dichiarato che per non dimenticarle è necessario parlarne, "discutendone", a scuola, nelle università, nelle associazioni nei circoli culturali, nei luoghi dove si può e si deve discutere "facendone una materia di discussione etica", in questo modo si può sperare di "cambiare la testa delle persone". Perché non solo chi ascolta, ma anche chi fa parte o ne ha parte delle organizzazioni criminali, delle mafie, possa capirne gli errori. Tutto ciò si può fare attraverso "la conoscenza e con la diffusione dell'informazione onesta e aperta".

Alla domanda su quali autori suggerire ai ragazzi, la Maraini ha sottolineato l'importanza della lettura, senza un argomento specifico, perché l'importante è leggere. Non importa se di guerra, di morte, di vita: basta leggere. Un compito importante l'hanno anche gli insegnanti i quali devono insegnare che "la lettura è un piacere".

"Ci sono dei ragazzi molto seri attenti che vogliono parlare, discutere, capire, che si mettono in discussione. Io non sono così pessimista. Non vedo la scuola come un luogo morto e sepolto basato solo sulla moda. Molti fanno credere questo. Io credo invece che ci siano forze straordinarie che bisogna coltivare" è stata la risposta che Dacia Maraini ha dato alla domanda su come vede lei i giovani oggi, mostrando che nell'incontro con i ragazzi della scuola tutto questo si è visto. I ragazzi hanno posto domande, hanno riferito avvenimenti, sono stati pronti a rispondere agli stimoli che lei stessa ha lanciato. Un augurio che questi giovani descritti dalla scrittrice, siano sempre di più e sempre più pronti ad un cambiamento reale della società futura.




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