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È giunto in Italia questa notte a Roma Gianluca Salviato, rapito il 22 marzo scorso. A dare la conferma è proprio la Farnesina, attraverso un comunicato ufficiale che annuncia la liberazione dell’italiano rapito mentre si trovava in Cirenaica. Il Ministero ha ringraziato tutti gli organi di stato che si sono adoperati affinchè l’uomo potesse tornare a casa, nonché i tutti i membri della Cooperazione Internazionale che hanno permesso di riportare a casa Salviato. L’uomo, tecnico dell’azienda Ravanelli di Venzone, in provincia di Udine, che si occupa di edilizia, era stato rapito in Libia e la sua situazione era apparsa subito difficile. Salviati, infatti, è diabetico e le sue condizioni di salute hanno preoccupato non poco la famiglia e le autorità che hanno cercato immediatamente di mediare la liberazione dell’uomo. Il suo sequestro è stato immediatamente inserito in quelli a scopo di estorsione e le autorità italiane, avevano cominciato immediatamente a preoccuparsi non solo della salute dell’uomo, ma anche della sicurezza degli altri italiani presenti sul territorio libico, sconvolto, ancora una volta, da tensioni e guerre interne per il governo della zona. Il 13 novembre era stato liberato anche Marco Vallissa, altro tecnico italiano rapito in Libia il 5 luglio scorso. Anche lui si trovava nel paese africano per lavoro nella città costiera di Zuara. Con lui erano stati rapiti anche altri due colleghi, un bosniaco e un macedone, che erano stati liberati il giorno dopo. Le autorità italiane hanno emesso un comunicato in risposta alle dichiarazioni del pagamento di un riscatto per la liberazione degli italiani. Secondo quando si legge, non è stato pagato alcun riscatto e lo stesso Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha affermato che “l’Italia rispetta le regole internazionali”. Adesso restano nelle mani dei sequestratori all’estero altri quattro italiani: le due giovani cooperanti lombarde Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, rapite in Siria il 31 luglio scorso, il gesuita romano padre Paolo dell’Oglio, sequestrato sempre in Siria a luglio del 2013 e il cooperante palermitano Giovanni Lo Porto, scomparso tra Pakistan e Afghanistan il 19 gennaio 2012.
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 26/12/2024 03:11:09 |
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