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È avvolta nel mistero la sorte del leader dell’Isis Abu Omar al Bagdadi. L’uomo, a capo del nuovo Califfato in lotta per la supremazia del potere e del territorio islamico, è stato dichiarato morto, poi ferito e poi ancora morto dopo un raid avvenuto quattro giorni fa a Qaim. Secondo le prime indiscrezioni giunte dal Pentagono, un raid aereo avrebbe avuto come obiettivo una colonna di auto, una decina, che si stava recando ad un raduno di capi dell’Isis, molti dei quali sono rimasti uccisi. Tra loro non era presente il leader Baghdadi. Il califfo sarebbe stato ferito in un altro raid e le prime indiscrezioni lo davano per morto, poi, successivamente, si era affermato che l’uomo era stato ferito e trasportato in ospedale, ma in gravi condizioni. Oggi invece, una nuova notizia lo vede ritratto in alcune foto postate su un social network, dove un uomo morto, steso in terra, con i caratteri somatici dell’uomo, viene ritratto morto. Le foto sarebbero state postate da un account vicino al movimento jiahidasta che ne avvalorerebbe la fine. Non della stessa opinione, invece, le informazioni che giungono dal ministero dell’Interno iracheno, il quale ha fatto sapere che l’uomo sarebbe solo ferito e che per curarlo, sarebbe stato trasportato in Siria. Mistero anche su un falso account di Twitter del Ministro degli Esteri Ibrahim al Jaafari, che ne annunciava la morte, poi smentita da Baghdad. Il rimbalzo di informazioni e notizie del tutto contraddittorie fa aumentare il mistero attorno alla salute dell’uomo a capo del Califfato e pronto a portare il suo dominio non solo in Oriente, ma, secondo le sue minacce, anche in Occidente. Sta di fatto che nessun commento è giunto dal Pentagono sulla sorte del leader Jiahidista, durante tutti questi giorni, poiché nessuno si sente in grado di avvalorare una tesi o l’altra. Sta di fatto che sempre tramite Twitter, è giunta anche la smentita della morte dell’uomo da parte dell’Isis, che ha annunciato solo che il leader del califfato è stato gravemente ferito, ma che non è morto. Troppo frammentarie le notizie, troppo pericoloso, per i militari sul campo, abbassare la guardia e dare campo libero ai militari dell’Isis che da mesi, ormai, hanno lanciato la loro offensiva. Intanto due giovani di 19 e 21 anni, attivisti dei diritti umani, sono stati giustiziati a Derna, nell’est della Libia, dove gruppi di Jiahidisti hanno giurato fedeltà all’Isis e imposto alla popolazione la sharia. I giovani erano sostenitori dell’ex generale Khalifa Haftar che combatte i gruppi estremisti. A confermare la decapitazione dei due giovani, i media locali. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 26/12/2024 03:44:46 |
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