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“Le svolte improvvise, i rapidi cambi di ritmo servono a ricordarci che il mondo è sempre inesplorato e che mentre una completa padronanza della vita è mera illusione, il vero segreto del gioco è quello di rendere la vita swing”, così Ralph Ellison, critico musicale statunitense, si esprimeva sullo swing nel 1952. Genere che dal 9 al 30 novembre tornerà prepotentemente grazie al Roma Jazz Festival. Concerti, film, conferenze ed eventi danzanti che lo proporranno sotto ogni aspetto e forma di espressione. Senza i mezzi economici delle omologhe rassegne di Londra e Torino, ben più finanziate per ammissione del direttore artistico Mario Ciampà, ma “con tante idee e fantasia”. A farla da padrone sarà l’Auditorium Parco della Musica, che ospiterà 14 serate. Ma ci sarà spazio anche per altri scenari a partire dal Teatro Torlonia con i “Sunday morning swing”, tre appuntamenti mattinieri – in orario brunch – nella cornice del parco omonimo. Poi, nell’ottica di decentralizzazione della cultura, il festival incontrerà la rassegna “Torbellamusica”, music-festival del giovedì del Teatro Tor Bella Monaca, e farà tappa al Teatro Quarticciolo, con una serata omaggio a Duke Ellington. Già, perché la ricorrenza è di quelle importanti, i quarant’anni dalla scomparsa del compositore nativo di Washington. Ma non sarà l’unico riferimento al passato, in un parallelo tristemente attuale si ricorderà come lo sviluppo dello swing seguì la grande depressione del 1929. Un po’ come adesso che si cerca ancora di uscire dallo stallo nato dalla crisi del mercato immobiliare statunitense nel 2008. E allora che la musica, con la sua “funzione curativa, specchio dell’epoca che attraversa”, sia fonte di “svago ed evasione per l’uomo di strada” ancora una volta.
Per il programma completo, info biglietteria ed altro: www.romajazzfestival.it |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 26/12/2024 10:57:24 |
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