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Proteste a Hong Kong. I giovani in piazza per la democrazia

Proteste a Hong Kong. I giovani in piazza per la democrazia
Autore: Teresa.Corrado - Redazione Cronaca
Data: 30/09/2014

Duro monito di Pechino a Stati Uniti e gli altri stati occidentali, a non immischiarsi nella protesta che è scaturita a Hong Kong, dove migliaia di giovani studenti e cittadini sono scesi in piazza perché contrari alle restrizioni che il governo vuole imporre. La manifestazione pacifica ha riempito le piazze della città, mentre il capo del governo di Hong Kong Chun-ying Leung ha chiesto la “fine immediata” delle manifestazioni.

Da parte sua il governo di Pechino ha assicurato tutto il sostegno necessario per porre fine alle manifestazioni. Hong Kong è ancora una regione autonoma speciale dopo che è stata “riconsegnata“ dalle autorità britanniche al governo cinese. Un passaggio non facile, dato il coinvolgimento socio-economico occidentale che per secoli ha governato la città, che si scontro con la forte cultura dittatoriale maoista cinese.

Alle origini della protesta sono proprio le promesse di democrazia che non sono state mantenute e dalle continuamente disattese. Ma lo sono anche le dichiarazioni del governo, che non ha intenzione di cambiare idea, nonostante le proteste.

La tensione si era alzata domenica e tra la notte fra domenica e lunedì, quando i manifestanti, che continuavano a restare in piazza in modo pacifico, erano stati caricati dalla polizia con gas lacrimogeni, mentre i leader della protesta venivano arrestati. Uno di questi, ha solo diciassette anni, ma è già molto attivo nella lotta per il riconoscimento delle libertà democratiche.

A far scattare la protesta la decisione della Cina di porre forti limiti alle prime elezioni in suffragio universale che si terranno a Hong Kong nel 2017. Fra queste il numero ridotto dei candidati che si possono presentare e il fatto che questi devono essere approvati da una commissione elettorale di 1.400 persone nominate direttamente da Pechino.

Un passo in dietro nella politica democratica promessa con la firma degli accordi nel 1997, quando la colonia inglese tornò sotto il governo cinese. Il movimento “Occupy Central” non ha impiegato molto ed è sceso in piazza pronto a non arrendersi. I giovanissimi volontari, che distribuiscono anche cibo e vivande a chi è sceso in piazza per protestare, sono decisi a continuare la protesta fino a quando non ci sarà garanzia che i provvedimenti annunciati non saranno mai approvati.

Dopo le dure proteste che hanno anche fatto temere il peggio, la calma è tornata nelle piazze, ma nessuno è disposto ad abbandonare i luoghi della protesta, nonostante il 1 ottobre ci siano in programma alcune celebrazioni e cerimonie per ricordare l’anniversario della fondazione della Repubblica Popolare. Ma i manifestanti hanno invaso proprio le strade e piazze principali della città.

Preoccupazione è stata espressa dal governo britannico, ed anche gli Stati Uniti hanno dichiarato che seguono costantemente l’evolversi della situazione a Hong Kong, schierandosi a favore dei manifestanti.

La piazza, intanto, chiede le dimissioni di Leung che appoggia le direttive dei dirigenti cinesi, che non sono disposti a cedere in alcun modo alle richieste, stessa linea raggiunta ormai dai manifestanti che non sono disposti a compromessi.




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Cos'è uno Stato senza i cittadini? Nulla. Cosa sono i cittadini senza lo Stato? La risposta la conosciamo tutti, perchè lo Stato italiano palesemente, sta lasciando alla deriva la motivazione fondamentale della sua stessa esistenz



Data:10/08/2013
Categoria:Politica e Governo
Obbiettivo:50000 firme

 
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