|
|
|
Sei nella sezione Il Direttore   -> Categoria:  Editoriali
|
Negli ultimi anni il fenomeno del femminicidio ha letteralmente invaso le cronache nazionali e i talk show, fino a giungere alla realizzazione di format televisivi che raccontano dei casi più efferati in alcuni casi tentando di scandagliare la mente dell’omicida di turno.
Si dice che chi uccide una donna lo fa potenzialmente per possederla oltre la vita. “O mia o di nessuno”. Qualcosa del genere. Oggi che le donne sono più indipendenti psicologicamente e in alcuni casi anche finanziariamente, risulta più facile sganciarsi da storie d’amore cadute in crisi. Per l’uomo molto spesso non è così. Un tempo era la donna semmai ad essere “sedotta e abbandonata”, la figura del maschio che mieteva vittime d’amore era normale come l’acqua. Poi, la società è cambiata, per alcuni versi si è evoluta per altri è arretrata. Nei casi di femminicidio si cercano cause all’interno di rifiuti alle avances maschili o all’allontanamento dell’elemento femminile all’interno della coppia. Sta di fatto che, in caso di omicidio, è bene scandagliare la mente psichiatricamente piuttosto che psicologicamente. Mi spiego: se una persona giunge ad uccidere, non ritengo opportuno scandagliare la psiche dell’omicida di turno tentando – invano – di trovare un qualche pregresso di vita che scusi l’atto omicida. La moderna psichiatria ci insegna che all’interno del nostro cervello esistono aree che parlano profondamente di ognuno di noi e che ce n’è una, quella frontale, deputata al ragionamento razionale e alla scelta delle azioni da compiere, che dovrebbe quindi sovrastare le pulsioni più barbare che sembrano albergare comunque in un angolino in ognuno di noi. Recentemente, vi è una sorta di spostamento dell’attenzione omicida da parte di alcuni uomini che scelgono di uccidere i loro figli minori. Solitamente, l’omicidio si conclude con un suicidio o con un tentativo di suicidio. Le ragioni che vengono addotte a scusante di tali atti ignobili sarebbero da ricercare non solo nella crisi di coppia ma anche e soprattutto nella crisi economica che rende sempre più spesso le persone di sesso maschile maggiormente vulnerabili. Come dire: se io non ce la faccio più a campare allora deve morire tutta la mia famiglia. Una sorta di rito indù in cui se muore il capofamiglia di sesso maschile gli altri componenti dovrebbero gettarsi nella pira. Peccato che l’omicida non consumi un suicidio nella speranza folle che la famiglia ne segua l’esempio. No: si convince di avere il diritto primario di togliere la vita a coloro che hanno un legame di sangue o di coppia, poi semmai si pensa a togliere la vita a se stessi. Qualunque sia la molla che faccia scattare l’impeto omicida a me sembra che l’umanità sia impazzita del tutto. E’ vero, la crisi è soffocante, la precarietà economica e sentimentale sono due fattori che gettano in crisi gli esseri umani, ma giungere all’uccisione è a mio avviso un estremo tentativo di palesare un potere, l’ultimo: quello di decidere della morte dei propri cari e semmai, di se stresso. Nella crisi di valori che tutti stiamo subendo, si mettono in scena acrobazie narcisistiche che nulla hanno a che fare con il sentimento dell’amore. Altrimenti, qualcuno ci spieghi come facevano un tempo nel nostro paese quelle famiglie – erano la maggior parte – che versavano in ristrettezze economiche e precarietà lavorativa a non fare stragi familiari ogni giorno. Forse all’epoca c’era più amore e meno rabbia
|
Cosa ne pensi? |
|
Per commentare l'articolo occorre essere loggati e rispettare la netiquette del sito. Se sei registrato effettua il login dal box qui a sinistra. Se ancora non sei registrato fallo cliccando qui |
I commenti: | |||
Commento
1)
|
|||
Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 02:30:42 |
Sei
iscritto su Facebook, Twitter o G+?
Commenta e condividi l'articolo direttamente.
Cos'è uno Stato senza i cittadini? Nulla. Cosa sono i cittadini senza lo Stato? La risposta la conosciamo tutti, perchè lo Stato italiano palesemente, sta lasciando alla deriva la motivazione fondamentale della sua stessa esistenz
Quanti di voi conoscono i retroscena della riforma Lorenzin? Tracciati e documentai tutto nel mio libro inchiesta. Pecorelli, l’allora presidente AIFA, volò negli USA con la Ministro Lorenzin, per prendere questo importante incarico, assegnatoci direttamente dagli Stati Uniti: ciò conferma ciò che faccio emergere da anni, e che in pochi capiscono ancora. Le decisioni, in special modo quelle importanti, su economia, fisco, sanità, banche, sicurezza, nel sistema politico ed economico internazionale moderno, non sono prese internamente alle singole nazioni. Esistono trattati, accordi, strategie.
Una sorpresa inaspettata è arrivata con il varo del tanto atteso “Decreto rilancio”: sostegni alle startup che sviluppano videogiochi. In particolare, ai commi dal 15 al 21 dell’articolo 46 del decreto, in tema di sostegni alle startup innovative, si delinea un vero e proprio fondo – denominato First Playable Fund - che sarà creato per sostenere economicamente lo sviluppo del settore.
Ai tempi della Sars il mondo scientifico internazionale concordò su un punto: la diarrea è un veicolo di trasmissione da non sottovalutare, perché fu la causa del contagio nel 20% dei casi. A causa delle scariche di feci molli in pazienti che avevano contratto la malattia, un focolaio di Sars esplose a Hong Kong nel complesso residenziale di Amoy Gardens. Portare le mani alla bocca o agli occhi, dopo una scarica di diarrea, è uno dei fattori di contagio, eppure non se ne parla in maniera diffusa.
“Ogni parola che sapevo”, edito da Mondadori e nelle librerie dal 21 Gennaio. L’ha scritto il collega Andrea Vianello, ex direttore di Rai3 e noto al pubblico per aver condotto, dal 2004 al 2010, la trasmissione televisiva Mi manda Rai3, oltre ad Agorà, Enigma, La strada della verità, il TG2 e infine Rabona nel 2018, trasmissione che ha condotto fino a poco prima che avvenisse il suo dramma, raccontato con umanità e lucidità, tanto da farti sentire dentro la carne e nella profondità dell’anima le sue emozioni.