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Sei nella sezione Economia   -> Categoria:  Fisco e Tasse
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Gli italiani continuano a spendere progressivamente meno e, per la precisione, i consumi medi sono scesi fino a toccare i livelli di un decennio fa. Questi sono i dati salienti dell'ultima rilevazione dell'ISTAT, secondo cui la spesa mensile per famiglia si è ridotta del 2,5% e attualmente ammonta a 2'359 euro, contro i 2'381 euro del 2004. Un'analisi maggiormente dettagliata pone l'accento sul consumo di prodotti alimentari, considerati il bene essenziale per antonomasia, evidenziando come, sebbene il valore assoluto della spesa sia rimasto pressoché invariato negli ultimi anni, gli italiani abbiano operato delle rigide misure di "austerità" per quanto riguarda la qualità e la quantità dei prodotti. La scelta del discount, inoltre, investe indiscriminatamente ogni fascia di reddito. Questo dato è perfettamente in linea con la tendenza secondo la quale le imposte, le quali rappresentano una delle principali cause della crisi della nostra industria, producono i propri effetti sul prezzo dei beni essenziali, caratterizzati da una domanda che, di fatto, non diminuisce nel tempo, anziché, come "da manuale" è lecito attendersi, favorire una ridistribuzione del reddito volta a salvaguardare le fasce meno abbienti, oltre ad essere utilizzate per opere pubbliche le quali (vedi Mose ed Expo) si sono rivelate una mera compravendita di vantaggi politici e non. Analogamente, però, è possibile individuare un fenomeno inverso, ossia di influenza da parte dei consumatori nei confronti delle piccole e medie imprese italiane. Purtroppo la scelta di sacrificare la qualità dei nostri beni agroalimentari, di cui siamo eccellenti produttori nonché potenziali esportatori, a vantaggio del risparmio, sebbene sia del tutto giustificabile dal punto di vista dell'economia domestica, comporta una notevole perdita di competitività delle nostre merci relativamente a quelle di altri paesi le quali, pur non essendo accompagnate dai medesimi standard, vengono commercializzate a prezzi di gran lunga inferiori e spesso minori dei costi di produzione delle imprese italiane. Per queste ragioni è possibile concludere auspicando che la recente statistica dell'ISTAT faccia riflettere chi si occupa dell'economia del nostro paese in merito alla possibilità di ricercare un nuovo equilibrio all'interno del "triangolo" ridistribuzione-consumi-globalizzazione nel tentativo di allontanare quanto prima i risultati negativi dell'equilibrio attuale. Scritto da Alessio Marra |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 26/12/2024 13:59:31 |
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