|
|
|
Sei nella sezione Il Direttore   -> Categoria:  Editoriali
|
2 ore e 45 minuti bloccati sul raccordo anulare. Qualcuno, fra i più “intelligenti”, mettono fuori un braccio e fanno sentire la frase, decantata ad alta voce “Qui c’è un blocco stradale”… Bravi. Pensa te. Gli italiani bloccati per ore sul raccordo anulare riescono persino a comprendere che c’è “Un blocco stradale”. Non riesco a crederci. Un’ora prima, con mio marito abbiamo composto ogni numero telefonico possibile per sapere cosa diamine fosse accaduto di tanto grave da causare questo “Blocco stradale”. Frase che di per se non ha alcun senso perché non contiene alcuna spiegazione al blocco. Sul Grande Raccordo Anulare compare un cartello con su scritto il numero telefonico della Polizia Stradale di Tor Sapienza, distaccamento che sta più o meno all’altezza del punto in cui ci troviamo bloccati da non so più quanto. Compongo il numero. Un mondo inquietante di apre alle mie orecchie. L’alberatura telefonica mi sciorina innanzitutto l’indirizzo del posto di polizia stradale – a cosa ci serva non si sa – con tanto di codice di avviamento postale, tante volte ci venisse in mente di inviargli una bella cartolina con la foto del blocco stradale… Poi, la stessa voce sitetizzata, pronuncia frasi senza senso, mi impone di “fare una scelta vocale” senza dirmi quale sia la frase magica. Poi, d’improvviso, mi sciorina – lettera dopo lettera – una lunghissima mail di posta elettronica certificata che nemmeno il miglior decodificatore sarebbe riuscito a comprendere. Per finire, la telefonata giunge al termine. In pratica, grazie al “blocco stradale” scopro una nuova magagna e, potenza della professione giornalistica investigativa, penso subito che devo prendere informazioni su chi ha venduto il servizio telefonico e l’alberatura e quanto ci è costato questo vero e proprio brutto scherzo. Ricompongo il numero diverse volte anche a beneficio di mio marito che rimane attonito. Lui, professionista Informatico, non riesce ancora a credere che coi nostri soldi di possa giocare così con le comunicazioni istituzionali. E’ un puro lui. Imperterriti e sempre più bloccati sul Raccordo Anulare, zona fra l’Uscita Laurentina e l’Appia, formo il numero 060606 che risponde a tutte le ore e anche i festivi. 10 minuti di attesa. Gli interminabili 10 minuti giungono al termine e l’operatore risponde: “C’è un grave allagamento all’altezza di Gregna Sant’andrea (Appio Tuscolano) la Polizia sta provvedendo a bloccare tutta la zona”… Noi dovevamo andare al Policlinico Casilino da mia mamma ancora ricoverata. Non riusciremo a raggiungerla. Il blocco ci sbarra la strada. Altre macchine lentamente ci si affiancano. Facce come punti interrogativi guardano con occhi persi le macchine e il “blocco stradale”. Nessuno, dico Nes Su No che abbia pensato come noi di informarsi su cosa stesse accadendo. Diamo sommarie informazioni sul motivo del blocco stradale. Una coppia di anziani fa la faccia disperata: “Ma come…Noi abbbbitamo all’Ardeatino…E come c’arivamo”?? (Traduzione: Noi viviamo sulla Via Areatina, ora come facciamo ad arrivare a casa?) Allargo le braccia e penso a chissa quante persone stasera non torneranno a casa e peggio, troveranno casa allagata, nella migliore delle ipotesi. Contatto mia madre e le do la ferale notizia: stasera non riusciamo a raggiungerla. Che per un ricoverato in ospedale é come dire a un bambino di tre anni che da oggi in poi e per i prossini dieci anni non vedrà un giocattolo manco se cammina sui tizzoni ardenti. Con una lentezza estenuante, giungiamo al punto in cui è possibile fare l’inversione di marcia. Notiamo la macchina della polizia messa di traverso a sbarrare l’accesso per continuare sul Raccordo. Molti protestano. Invano. L’allagamento è di “Gravi proporzioni”. Credo non si rendano conto che forse casa loro è sotto un oceano d’acqua. Prego per loro che non sia così… Facciamo l’inversione di marcia, verso la salvezza. Verso la “quasi salvezza”. Giunti in zona Boccea troviamo l’oceano atlantico. No, non Via Oceano Atlantico che è in un’altra zona di Roma. Un vero e proprio oceano che ci impone una rapida ripresa della strada in salita appena percorsa. Andare oltre ci avrebbe bloccati completamente. E’ da oltre due ore che penso ai sindaci che si sono avvicendati a Roma negli ultimi trent’anni. All’aumento vertiginoso di Tasse senza scopo certo. A soldi rubati e sperperati. Ad Alemanno con la pala in mano per spazzare la neve sotto casa sua, a Marino che si fa riprendere per un percorso di circa tre metri in bicicletta per dare un’immagine “Scattante e alternativa” al suo ruolo istituzionale. Penso a quanto siano fessi gli italiani. O forse a quanto siano rimasti gli stessi analfabeti e disperati del post guerra. Abituati a soffrire e ad abbassare la testa. Penso che fosse per me, andrei da Marino e gli farei fare la prima vera passeggiata in bicicletta per le strade di Roma a pulire bene, tratto per tratto, i tombini mai manutesi della Capitale. E’ anche per questo che a Roma con due gocce d’acqua si blocca tutta la circolazione. Magari mi porterei dietro anche Alemanno, Veltroni, Rutelli e via via tutti quelli che di Roma hanno solo profittato. Politicamente ed economicamente. Poi, mi guardo intorno e capisco una volta di più, che tutto questo non è colpa di chi ha governato la “Città eterna” bensì l’eterno “appecoronamento” dell’italiano medio alle istituzioni. L’unica cosa che mi spiace davvero, è non aver potuto far visita a mia madre questa sera. Non è cosa da poco se si pensa a quanto tempo ormai sprechiamo della nostra vita a far cose che non hanno alcun valore. Come restare bloccati in un traffico senza ragione alcuna. N.B. Se qualcuno si sente offeso per esser stato tirato in causa, propongo di sentirsi in dovere di scusarsi con chi - anche oggi a Roma - è rimasto tragicamente bloccato per ragioni che sono riconducibili SOLAMENTE alla mancata manutenzione delle strade e della rete fognaria. La cronaca che ho raccontato poi, è solo del tratto di raccordo percorso da me e mio marito. Allagamenti di grave entità si sono registrati anche in altre zone di Roma: Parioli, Cinecittà, Prenestino, Nomentano...
|
Cosa ne pensi? |
|
Per commentare l'articolo occorre essere loggati e rispettare la netiquette del sito. Se sei registrato effettua il login dal box qui a sinistra. Se ancora non sei registrato fallo cliccando qui |
I commenti: | |||
Commento
1)
|
|||
Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 24/11/2024 22:13:14 |
Sei
iscritto su Facebook, Twitter o G+?
Commenta e condividi l'articolo direttamente.
Cos'è uno Stato senza i cittadini? Nulla. Cosa sono i cittadini senza lo Stato? La risposta la conosciamo tutti, perchè lo Stato italiano palesemente, sta lasciando alla deriva la motivazione fondamentale della sua stessa esistenz
Quanti di voi conoscono i retroscena della riforma Lorenzin? Tracciati e documentai tutto nel mio libro inchiesta. Pecorelli, l’allora presidente AIFA, volò negli USA con la Ministro Lorenzin, per prendere questo importante incarico, assegnatoci direttamente dagli Stati Uniti: ciò conferma ciò che faccio emergere da anni, e che in pochi capiscono ancora. Le decisioni, in special modo quelle importanti, su economia, fisco, sanità, banche, sicurezza, nel sistema politico ed economico internazionale moderno, non sono prese internamente alle singole nazioni. Esistono trattati, accordi, strategie.
Una sorpresa inaspettata è arrivata con il varo del tanto atteso “Decreto rilancio”: sostegni alle startup che sviluppano videogiochi. In particolare, ai commi dal 15 al 21 dell’articolo 46 del decreto, in tema di sostegni alle startup innovative, si delinea un vero e proprio fondo – denominato First Playable Fund - che sarà creato per sostenere economicamente lo sviluppo del settore.
Ai tempi della Sars il mondo scientifico internazionale concordò su un punto: la diarrea è un veicolo di trasmissione da non sottovalutare, perché fu la causa del contagio nel 20% dei casi. A causa delle scariche di feci molli in pazienti che avevano contratto la malattia, un focolaio di Sars esplose a Hong Kong nel complesso residenziale di Amoy Gardens. Portare le mani alla bocca o agli occhi, dopo una scarica di diarrea, è uno dei fattori di contagio, eppure non se ne parla in maniera diffusa.
“Ogni parola che sapevo”, edito da Mondadori e nelle librerie dal 21 Gennaio. L’ha scritto il collega Andrea Vianello, ex direttore di Rai3 e noto al pubblico per aver condotto, dal 2004 al 2010, la trasmissione televisiva Mi manda Rai3, oltre ad Agorà, Enigma, La strada della verità, il TG2 e infine Rabona nel 2018, trasmissione che ha condotto fino a poco prima che avvenisse il suo dramma, raccontato con umanità e lucidità, tanto da farti sentire dentro la carne e nella profondità dell’anima le sue emozioni.