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“Parlare delle proprie opere – interviene Gabriele Mazzara – per un artista è sempre molto difficile. Meglio far parlare le opere stesse, che rappresentano la visione del mondo di colui che le crea e ne esprimono l’essenza molto meglio che non le parole”. A Fabriano, dal 10 Maggio al 1 Giugno, presso il Museo della Carta e della Filigrana, saranno esposte le recenti opere del Maestro, protagonista di mostre personali e non dal 1962. Nato a Fabriano nel 1945, segue le orme della grande arte italiana del ‘900, incoraggiato a continuare il suo percorso artistico dall’incontro con il maestro Mannucci e poi sotto la guida dello scultore Gavoni. Le sue opere fanno il giro del mondo, e il suo stile non si sofferma sull’accademismo o sul solo realismo, si allarga anche su vari fronti di tecniche e materiali utilizzati. La mostra, inaugurata il 10 maggio, è stata curata da Anna Massinissa con la presentazione di Fabio Marcello e Giuseppe Salerno, tutti suoi amici da sempre. Parole calorose hanno introdotto le opere, che sfilano all’interno del Museo della Carta in successione su linde pareti che ne esaltano l’originalità. Si sommano diverse ispirazioni in un circolo virtuoso di immaginifico e realismo magico. Disegna con la penna biro, con un tratto caratteristico e unico. All’interno della Pinacoteca, durante la mattinata, ci mostrava gli affreschi di Allegretto Nuzi e Gentile da Fabriano, svelandoci di aver fatto una scelta molto mirata nella sua ricerca figurativa. “In alcuni di questi tessuti ornati delle figure sacre di Allegretto – ci spiega il Mazzara – puoi trovare le fantasie che ho ripreso per i panni su cui sono adagiate le mie donne nude, pavoni, tartarughe e fiori. Nel ‘400 l’oro è utilizzato finemente, io disegno a penna e riprendo molte delle figure religiose di questo periodo storico”. Gli osserviamo che in molte sue opere preponderante è il tema della fisicità. “Pongo il corpo nudo della donna su uno sfondo a tema religioso, ispirato dalle pitture di cui mi sono cibato finora e che guardo tutti i giorni qui a Fabriano – continua Gabriele Mazzara – nei miei disegni mescolo la sacralità dei santi con le nudità e la corporalità onnipresente”. Mentre eravamo all’interno della Cattedrale, nell’antro segreto di Allegretto Nuzi, Gabriele ci aveva mostrato la forma degli occhi dei personaggi. “Se ricordate gli occhi a forma orientale di quei disegni – ci spiega – potrete notare come li ho ripresi per raffigurare le mie donne”. Le sue impressioni sono originate da diversi angoli del mondo, il suo viaggiare oltre che fisico, soprattutto mentale lo rende eclettico e geniale. “Quello che mi annoia di più delle mostre è l’organizzazione – ci confessa Gabriele – preferirei disegnare per ore, fare cento disegni, piuttosto che passare un’ora al telefono per organizzare l’evento”. Abbiamo avuto l’onore di visitare il suo studio, nella casa che si è progettato nel centro storico di Fabriano. E lì il suo mondo si svela. Ma per raccontarlo al pubblico, il suo vero segreto, passerà ancora tanto tempo, quello necessario per far affiorare l’immensa ricchezza artistica racchiusa ancora in questo uomo gracile, schivo e amante della bellezza. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 21/12/2024 05:12:55 |
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