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Diritto alla Salute e lotta ai Rumori. L'inquinamento acustivo va combattuto cosi'...

Diritto alla Salute e lotta ai Rumori. L'inquinamento acustivo va combattuto cosi'...
Autore: Associazione Nazionale Nuove Direzioni
Data: 03/05/2014

Si parla tanto di famiglia ma ha ancora il diritto a poter dormire tranquilla nella propria abitazione?

Onestamente non potete negare che certe manifestazioni musicali non possono far altro che portare progressivamente verso la sordità che è un costo sociale notevole.

Ma come è possibile autorizzare locali da ballo dove, indipendentemente dal tipo di musica, il volume è sempre alto tanto da impedire un normale dialogo?

Ma come è possibile che in alcune sale cinematografiche ci si trovi a disagio per il volume troppo alto e in certi momenti ci dobbiamo tappare gli orecchi con le mani?

Ma come è possibile autorizzare musica continua nei supermercati e centri commerciali dove il cittadino deve prestare attenzione a quello che acquista e rilassarsi?

Ma si è dimenticato che i campi magnetici, forti rumori o musiche possono anche creare problemi ai portatori di Pace-Maker?

Ma come è possibile che non educhiamo/educate i giovani a evitare l’uso delle cuffie che, oltre a creargli danni all’apparato uditivo, li estranea/emargina dagli altri?

Dopo tante domande voglio ricordare una signora anziana che amava viaggiare in treno perché lo trovava utile per lo spostamento sicuro e altrettanto interessante per incontrare, conoscere, dialogare con altre persone. Ve la voglio ricordare perché da tempo, per gli spostamenti, detta signora chiede ai figli di essere trasportata in auto perché sui treni è una fila di computer, telefoni, ipad accesi dove siamo tutti siamo/sono soli.

Ultima domanda: ma è questa la qualità della vita che auspicate?   Datevi una mossa!

Un lungo ma importante promemoria al quale rispondiamo che non abbiamo il potere di risolvere tutto ma siamo in grado di partecipare fattivamente per cambiare e migliorare la qualità della nostra vita, della vita dei nostri figli e nipoti.

Lo facciamo con l’elaborazione, la presentazione e la diffusione del seguente documento/atto/provvedimento.

Ma ci domanderete, chi deve recepirlo e adottarlo?

È un documento che deve e può essere adottato dagli 8.092 sindaci italiani o assessori o dirigenti delegati che autorizzano in nome dei cittadini manifestazioni che possono presentare anche diversi punti di emissione di rumore.

È opportuno ricordare che tali persone, per il ruolo che ricoprono, sono in grado di comprendere l’argomento, le precisazioni, le puntualizzazioni, le richieste affinché un’autorizzazione non si risolva in un provvedimento in tutela degli interessi economici di chi organizza la manifestazione ma nella tutela della salute del cittadino  

IL PROVVEDIMENTO CHE UN SINDACO DEVE ADOTTARE

PER LA TUTELA DELLA SALUTE DEL CITTADINO

Per la tutela della salute del cittadino le manifestazioni che possono presentare anche diversi punti di emissione di rumore, le cui localizzazioni, sia in relazione all’ampiezza che alla distanza dai potenziali ricettori, devono vedere il Comune chiedere all’organizzatore, al gestore, al soggetto autonomo che utilizza l’impianto acustico, di fornire un’autocertificazione che sarà alla base della autorizzazione all’esercizio e che deve obbligatoriamente contenere tutti i seguenti dati, pena la non autorizzazione.

1. Tipologia di manifestazione.

2.      I dati dell’organizzatore, del gestore, del soggetto autonomo che utilizza l’impianto acustico.

3.      I dati del tecnico competente in acustica ambientale cui è affidato l’incarico di provvedere alle rilevazioni e ai collaudi nonché alla redazione di relazione di accertamento secondo i criteri previsti dalle norme.

4.      Il tipo di un abbattitore dei rumori installato, dati del tecnico responsabile che tara lo strumento sui decibel da non oltrepassare, programma l’orario di quando la musica dovrà cessare e sigilla lo strumento con la ceralacca e verifica che non sia manomesso prima, durante e a fine spettacolo.

5.      L’afflusso degli avventori atteso, il numero di persone mediamente presenti, il tempo di permanenza mediamente riferibile agli avventori, le abituali zone di libero accesso e di stazionamento degli avventori.

6.      La durata in giorni.

7.      Le ore autorizzate.

8.      Il limite orario.

9.      La planimetria dei luoghi in scala adeguata, riportanti la perimetrazione dell’area oggetto della manifestazione e l’ubicazione degli edifici circostanti, con indicazione della/e sorgenti di rumore e dei livelli presunti al perimetro dell’area interessata (in dB(A)).

10. La dichiarazione sostitutiva ai sensi dell’art. 4 della legge 4.01.68 n° 15 corredata della relazione di collaudo redatta dal tecnico competente è conservata presso il luogo della manifestazione ed esibita su richiesta dell’autorità di controllo.

11. I dati del tecnico competente che espleta le procedure necessarie alla redazione di una relazione in cui saranno riportati Il limite in facciata LAeq, il limite LASmax per il pubblico, il limite in facciataLASlow e in particolare:

·         l'elenco dettagliato dei componenti dell'impianto (marca, modello e numero di serie), corredato dall'impostazione delle regolazioni dell'impianto elettroacustico utilizzate per la sonorizzazione del locale (da effettuare mediante rumore rosa);

·         l'impostazione dell'impianto elettroacustico corrispondente alla massima emissione sonora senza distorsioni o altre anomalie di funzionamento;

·         l'elenco della strumentazione utilizzata per il rilievo del livello LAeq , conforme alle specifiche di cui alla classe «1» delle norme EN 60651/1994 e EN 60804/1994;

·         il valore del livello LAeq , rilevato in assenza di pubblico, misurato per almeno sessanta secondi, in corrispondenza della posizione in cui assume il valore massimo, all'interno dell'area accessibile al pubblico, ad un’altezza dal pavimento di 1,6 ± 0,1 metri;

·         la planimetria del locale, con l'indicazione della zona di libero accesso per il pubblico, le posizioni dei diffusori acustici e i punti del rilievo del livello LAeq.

Nella autorizzazione concessa il Comune deve inserire:

  1. l’atto con il quale si è determinato l’importo da pagare qualora si tratti di occupazione del suolo pubblico e/o edificio pubblico;
  2. l’elenco degli organi preposti alle funzioni operative di vigilanza e controllo quali l’ufficio specifico del Comune che è dotato di personale e strumenti adeguati effettuare i controlli su tutte le manifestazioni autorizzate, l’ufficio della Provincia, l’ufficio specifico dell’ARPA, l’ufficio specifico della ASL, altri:
  3. a chi e in quali tempi presentare ricorso contro il provvedimento di autorizzazione;
  4. il nome del funzionario e/o dirigente responsabile del procedimento e i tempi entro quali deve rispondere a eventuali richieste di chiarimento e fornitura di documentazione.

 

APPROFONDIMENTI 


RUMORE: PERICOLI E FATTORI DI RISCHIO

Per la redazione del seguente testo ci siamo avvalsi di parte di quanto inserito in  http://www.museo.unimo.it/ov/fdr_rumo.htm .

L'esposizione al rumore può disturbare la quiete ed il riposo necessari soprattutto per i cittadini disabili, per i bambini, per tutti quelli che il giorno successivo devono lavorare.

DEFINIZIONI

 

  • suono: è una variazione di pressione nell'aria che determina un'onda acustica a carattere regolare e periodico in grado di provocare una sensazione uditiva.
  • rumore: viene distinto dal suono perché generato da onde acustiche a carattere irregolare e non periodico percepite psicologicamente come sensazioni uditive sgradevoli e fastidiose.

CARATTERISTICHE DEL RUMORE

Il rumore è caratterizzato da tre elementi:

  • frequenza: dipende dal numero di cicli o periodi (Hertz) che si succedono in un secondo. L'orecchio umano percepisce frequenze comprese tra 16 Hz (suoni bassi) e 20000 Hz (suoni acuti).
  • intensità o ampiezza: è la quantità di energia trasportata dall'onda sonora per unità di superficie. L'intensità delle onde sonore è misurata in decibel (dB), che valuta il livello delle variazioni di pressione acustica relativamente alla capacità uditiva dell'orecchio umano (dB 0=livello minimo udibile a 1000 Hz; dB 135=soglia del dolore). La scala in dB è di tipo logaritmico in quanto variazioni di +3 dB raddoppiano e di -3 dB dimezzano l'intensità sonora.
  • timbro: è la qualità del suono, infatti, due suoni aventi la stessa frequenza e intensità possono differire tra loro. Il timbro di un suono dipende dalla forma delle vibrazioni sonore.

MISURA DEL RUMORE

Il fonometro è lo strumento più semplice a disposizione per la misura del rumore.

Il circuito di ponderazione o pesatura A del fonometro ha la funzione di comportarsi, con le varie frequenze che lo compongono, nell'identica maniera dell'orecchio umano; sottostima le basse frequenze e sovrastima le alte e, pertanto, generalmente la misura del rumore viene espressa in dBA.

Il parametro che si misura di solito con il fonometro è il livello equivalente continuo (Leq) che possiamo definire il valore in dBA di un rumore continuo che tiene conto di tutte le variazioni di livello sonoro nel tempo, paragonandole ad un unico livello continuo avente pari energia (una sorta di valore medio della rumorosità).

Il Leq moltiplicato per il tempo di esposizione misura il livello di esposizione (Lep) del lavoratore.

Il rumore è ritenuto lesivo per l'udito sopra gli 85 dBALeq.

Sotto gli 80 dBALeq sono possibili effetti extrauditivi se esiste una suscettibilità individuale, oppure se vi sono condizioni di lavoro o di esposizione particolari.

Effetti uditivi del rumore

 

1)      Spostamento temporaneo della soglia uditiva. Un suono o un rumore particolarmente intenso sono in grado di provocare un innalzamento della soglia uditiva rispetto a quella di riposo, seguito da un recupero della percezione uditiva che inizia al cessare dell'esposizione e si completa in circa 16 ore.

 

2)      Ipoacusia da trauma acustico cronico o ipoacusia da rumore. Dopo alcuni giorni dall'inizio di un lavoro rumoroso, soprattutto alla fine della giornata lavorativa, possono comparire fischi o ronzii alle orecchie con sensazione di orecchio pieno, lieve cefalea, senso di intontimento. Successivamente questi sintomi tendono a scomparire tanto che il lavoratore esposto ha l'impressione di abituarsi al rumore. Esaurita la resistenza dell'apparato uditivo, si assiste ad un progressivo peggioramento della soglia uditiva; non sente più il ticchettio dell'orologio e lo squillo del telefono (deficit per i suoni con frequenze alte). Successivamente si prova difficoltà ad udire la voce dei familiari e dei colleghi di lavoro e si chiede loro di parlare a voce più alta, si ha bisogno di alzare il volume della radio e della televisione per comprendere bene le parole (deficit per i suoni con frequenze più basse). Il deficit uditivo fino a questo punto instauratosi è irreversibile e nella maggioranza dei casi non evolutivo una volta cessata l'esposizione a rumore. Perdurando l'esposizione a rumore e senza mezzi di protezione il deficit progredisce fino a che si raggiunge a distanza di qualche anno o di molti anni la sordità.

 

3)      Ipoacusia da trauma acustico acuto. Si instaura dopo esposizione ad un fronte sonoro di elevata intensità e di breve durata. È frequentemente monolaterale in quanto il capo fa da schermo all'orecchio controlaterale. Si può verificare la rottura della membrana timpanica e le lesioni possono interessare sia l'orecchio medio che l'orecchio interno.

Effetti extrauditivi del rumore

 

I principali effetti extrauditivi del rumore segnalati a livello epidemiologico riguardano l'apparato cardiovascolare, con aumentata incidenza di ipertensione arteriosa, modificazioni elettrocardiografiche e della frequenza cardiaca sino all' infarto miocardico; l' apparato gastroenterico con aumento di disturbi aspecifici e di ulcera duodenale.

Non vanno sottovalutati gli effetti neuropsichici come l'allungamento dei tempi di reazione, l'aumentato numero di errori durante lo svolgimento del lavoro e l'interferenza del rumore con la percezione di eventuali messaggi di pericolo, tutti fattori che possono aumentare il rischio di infortunio.

 

Effetti dell'inquinamento acustico

Per la redazione del seguente testo ci siamo avvalsi di parte di quanto inserito in  http://www.torinoscienza.it/dossier/effetti_dell_inquinamento_acustico_4460

 

L’inquinamento acustico influisce in modo rilevante su molti aspetti della vita quotidiana, dal benessere psicofisico delle persone, al lavoro, al valore dei terreni e degli immobili. Schematicamente è possibile individuare tre macro classi d’interesse: una relativa all’uomo, un’altra al luogo di lavoro e l’ultima agli ambienti naturali e antropici.

La sovraesposizione al rumore provoca problemi particolarmente gravi alle persone, causando alterazioni fisiologiche che variano in funzione delle caratteristiche fisiche del rumore e della risposta dei soggetti esposti. Gli effetti riscontrati sono riportati in una scala che li suddivide in trauma acustico, danno, disturbo, fastidio o annoyance.

Il trauma acustico comporta la perdita di udito in seguito a elevatissime pressioni acustiche prodotte da fenomeni esplosivi che provocano la rottura della membrana timpanica o il danneggiamento della catena degli ossicini. Il danno è rappresentato da ogni alterazione anche parzialmente non reversibile dell’apparato uditivo: simile al trauma, anch’esso comporta una lesione all’orecchio, ma consegue da un’esposizione quotidiana a livelli di rumore superiori a 80 dB per tempi prolungati (da 10 a 30 anni). Tale lesione è quasi inavvertibile all’inizio della sua manifestazione ma, se si continua a restare esposti alla fonte di rumore, si aggrava e provoca difficoltà nella comprensione di una normale conversazione. In questo caso non si parla di sordità, ma di handicap uditivo.

Disturbo e annoyance sono invece due patologie che influiscono sulla salute psichica prima che fisica del soggetto colpito. Il disturbo è un’alterazione reversibile delle condizioni psicofisiche delle persone che ne sono interessate, mentre l’annoyance è un effetto di fastidio che nasce dalla combinazione di fattori di natura fisica, psichica e sociale e che modifica la capacità dell'individuo di relazionarsi con l'ambiente, trasformandosi in una grave causa di stress. L’inquinamento acustico non ha tuttavia effetto solo sull’apparato uditivo, ma anche sul sistema cardiovascolare, sul sistema nervoso centrale, sull’apparato respiratorio, sull’apparato digerente e su quello riproduttivo, causando problemi che non sono identificabili tramite un’indagine audiometrica, ma che rivestono un ruolo di grande importanza a livello di benessere sociale.

L’ipoacusia da rumore, cioè la ridotta capacità uditiva provocata da eventi rumorosi, è la principale malattia professionale registrata negli ultimi anni in Italia. Per questo a partire dal 1991, con l’entrata in vigore del D. Lgs. 277/91, sono stati introdotti dei valori limite di esposizione al rumore, al superamento dei quali il datore di lavoro era obbligato a adottare una serie di provvedimenti che tutelassero la salute dei dipendenti. Tale normativa è stata in seguito dettagliata dal D. Lgs. 195 del 2006, che ha definito i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza derivanti dall’esposizione al rumore durante il lavoro. I limiti di tollerabilità, con i rischi derivanti e le conseguenti precauzioni da adottare, sono stati fissati tra 80 dB e 90 dB. Studi recenti hanno inoltre dimostrato che l’inquinamento acustico sul luogo di lavoro oltre a provocare danni diretti di origine fisiologica è causa anche di danni indiretti di natura diversa. Un ambiente molto rumoroso impedisce infatti una buona comunicazione (intesa come una conversazione percepita dall’orecchio a un livello di almeno 10 dB superiore a quello del rumore circostante), è molto spesso motivo di infortuni (in quanto rende difficile sentire le direttive di lavoro e i segnali di allarme) e causa distrazione. Inoltre l’inquinamento acustico può avere gravi effetti sulle lavoratrici gestanti, che in caso di prolungata esposizione a rumori intensi rischiano un aumento della pressione arteriosa e un conseguente senso di spossatezza. Prove sperimentali suggeriscono che l’esposizione continuativa del feto a eventi rumorosi di grave entità durante la gravidanza può avere effetti negativi sull’udito del nascituro, in particolar modo nel caso di inquinamento da basse frequenze.

Il rumore infine riveste un ruolo di particolare importanza per quanto concerne il valore delle zone antropiche e naturali. Infatti i parametri di valutazione relativi e assoluti che stabiliscono gli indici massimi tollerabili di livello sonoro identificano diverse aree ambientali, caratterizzate da differenti destinazioni d’uso del territorio. Tipicamente le aree a maggiore densità abitativa sono caratterizzate da più basse soglie di tolleranza, mentre quelle prevalentemente industriali presentano indici più elastici. Generalmente poi il livello massimo tollerabile è più basso nelle ore notturne rispetto a quelle diurne. Questa suddivisione, indicata con il nome di zonizzazione ambientale, permette di attribuire un valore agli immobili presenti sul territorio e al territorio stesso in base all’entità di inquinamento acustico rilevata, e rende detto valore maggiore o minore in relazione al rispetto degli indici in base ai quali è stato stimato.

Musicalizzazione degli spazi

 

Per la redazione del seguente testo ci siamo avvalsi di parte di quanto inserito in http://it.wikipedia.org/wiki/Inquinamento_acustico#Musicalizzazione_degli_spazi_in_condivisione

 

Una particolare posizione occupano quei fenomeni di sonorizzazione ambientale e "musicalizzazione" di spazi pubblici o destinati alla fruizione in condivisione, come bar, ristoranti, aeroporti, centri commerciali, piscine, spiagge, ecc.

 

In questo caso, è la specifica sensibilità individuale che può dar luogo a effetti di disturbo e annoyance anche con l'esposizione passiva a musiche di bassa intensità, la cui natura, di per sé, non sarebbe classificabile come molesta, ma che diventa tale in rapporto ai fattori intenzionali che entrano in gioco: un esempio è fornito dall'ascolto forzoso e involontario di musica di sottofondo, di ambiente, o di altro tipo, in particolare negli spazi della condivisione, come bar, ristoranti, negozi, centri commerciali, aeroporti, spiagge, piscine, palestre, ecc. Si parla, in questo caso, di "musica passiva" o "parassita".

 

Effetti sul sonno

 

Gli effetti del rumore sul sonno sono diversificati. Il rumore può causare:

·         difficoltà e ritardo nell'addormentamento;

·         incubi e sogni con componente ansiosa;

·         un prolungamento dei tempi di addormentamento;

·         risvegli nel corso della notte;

·         una diminuzione temporale di certi stadi del sonno;

·         la degradazione della qualità del sonno per il cambiamento di stadi profondi in stadi leggeri;

·         sonnolenza diurna.

Essendo la maggior parte di queste reazioni a livello inconscio, gli studi vengono effettuati attraverso metodi di registrazione delle reazioni fisiologiche durante il sonno. Un livello sonoro all'interno delle stanze da letto dovrebbe collocarsi ad un livello minimo di 40 dB(A). Secondo l'OMS il valore ottimale è una media di 35 dB(A) e valori non superiori a 45 dB(A) per quanto riguarda i picchi; questi sono garanzia di una buona qualità del sonno per soggetti normali. I comuni d'Italia hanno diviso in aree il proprio territorio in base all'urbanizzazione; rispetto a questa classificazione vengono stimati i livelli di limite che si possono raggiungere anche in relazione alla giornata diurna o notturna. A questi parametri si deve fare attenzione al livello differenziale il quale è la differenza di due misure: la prima del livello sonoro percepito con tutte le sorgenti che abitualmente si riscontrano, la seconda misurazione, definita livello di silenzio, dove vengono disattivate tutte le sorgenti di rumore.


 




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