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Record di presenze e di incassi al botteghino per il Riff, Rome Independent Film Festival, che domenica 23 marzo al Nuovo Cinema Aquila ha chiuso la sua XIII edizione con la proiezione del documentario di Giuseppe Pollicelli e Mario Tani Temporary road (una) vita di Franco Battiato, pellicola che ripercorre la straordinaria vita e carriera del cantautore catanese attraverso interviste, backstage dei tour, riprese inedite dei concerti. 50 mila gli euro messi in palio in totale, suddivisi fra le numerose categorie, per i vincitori dei Riff Awards, scelti da una giuria internazionale composta da dieci esperti nel settore cinematografico e documentaristico. Ad aggiudicarsi il premio per il miglior lungometraggio straniero è stato il film polacco The girl from the wardrobe, di Bodo Kox. La storia narra la vicenda di Tomek, malato della sindrome di Savant, meglio nota come “dell’idiota sapiente” – per intenderci la stessa di Dustin Hoffman in Rain Man - che per la prima volta lasciato solo dal fratello Jacek per un colloquio di lavoro, stringe amicizia con la vicina di casa Magda, donna dalle tendenze antisociali. Miglior lungometraggio italiano va ex aequo fra Sogni di gloria di Patrizio Gioffredi e Ci vorrebbe un miracolo di Davide Minnella. La prima pellicola è divisa in due episodi, uno su di un cassaintegrato che intende sbattezzarsi, l’altro su uno studente cinese a Prato che troverà un maestro di vita in un anziano giocatore di carte del luogo, in comune solo il nome Giulio dei due protagonisti. Secondo film che è invece un’inchiesta semiseria sulla ricerca dei mali del Mediterraneo, fra inquinamento e superstizione. Miglior documentario internazionale è No burqas behind bars, produzione svedese della regista iraniana Nima Sarvestani sulle condizioni del carcere femminile della campagna afghana, in un contesto paradossalmente preferibile alla vita esterna, fra oppressioni familiari e mariti violenti frutto di matrimoni combinati che non possono portare certo alla felicità coniugale. Miglior documentario italiano va ad Happy Goodyear di Laura Pesino ed Elena Ganelli, che svela i retroscena della nota multinazionale nel suo stabilimento di Cisterna di Latina fra gli anni ’60 e ’70, dove anziché sviluppo e benessere portò alla morte per cancro ai polmoni oltre 300 operai, le cui famiglie sono ancora in attesa di giustizia. Premio Nuovo Cinema Aquila per lo svizzero Tempo Girl di Dominik Locher, storia dell’aspirante scrittrice Dominique che a Berlino conduce una vita sregolata. Partita per le Alpi svizzere con un venditore di kebab, la giovane sperimenterà l’amore e la perdita, per poi tornare in Germania finalmente ispirata nella scrittura del suo romanzo.
Per tutti gli altri premi, www.riff.it |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 26/12/2024 17:04:22 |
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