|
|
|
Sei nella sezione Cultura   -> Categoria:  Recensioni
|
Il Festival della Nuova Danza alla sua decima edizione, si è aperto lunedì 3 febbraio e chiuderà domenica 23 febbraio, presso l’Auditorium Parco della Musica, luogo principe di manifestazioni ed eventi di altissima qualità. Anche quest’anno sono stati presentati spettacoli assolutamente innovativi e travolgenti, basti pensare a ideatori e coreografi come Sibi Larbi Cherkaoui, Kaori Ito e Akram Kahn, origine orientale e mix irrefrenabile di tradizione e sguardo al futuro. Nello spettacolo proposto il 21 febbraio nella Sala Petrassi la rappresentazione si è divisa in due momenti, come dice il titolo stesso. AP15, con Sébastien Ramirez e Honji Wang e la musica AlvaNoto, è enigmatico, palco privo di qualsiasi scenografia, e un uomo e una donna che danzano. Un’ombra femminile dal profilo tagliato di netto si muove su note elettroniche di una musica sporca dal ritmo incerto. Poi dal fondo compare l’uomo e i due danzano separatamente perché non dovrebbero mai incontrarsi, in realtà. Vorrebbero, desiderano ma è l’equivoco interminabile dell’amore che allontana e divide. Danzano con una sincronia che ha dell’incredibile, come fluido e magma e inconsistenza liquida su una musica fredda, grezza e priva di ogni piacevolezza. Ad un tratto si toccano ma la loro fittizia vicinanza pare pur sempre un miserevole inganno. Dopo una pausa di dieci minuti la scena si riapre sul medesimo palcoscenico, True Blue Market, ideato da Sébastien Ramirez e Honji Wang, con ballerini finlandesi da Helsinki e Jyvaskyla, le musiche originali di Jean-Philippe Barrios. La musica elettronica si modula in poche variazioni che aumentano i bit ma non creano vera melodia. Danzano quattro donne e un uomo, indagando il mistero dell’uomo e della società in cui vive, in un fraintendimento continuo tra il suo ruolo di elemento collettivo e la sua individualità che stenta ad emergere. Si muovono come marionette senza fili o alieni che attendono l’alba, o anche sulla via del tramonto in attesa di un nuovo mondo. Si vive l’incomunicabilità come un ostacolo che possa essere superato. Sovrapposizione di voci, idee, lingue differenti che non hanno un contatto genuino. Senza verità. Rimane solo il corpo a danzare tra hip hop e break dance con una tensione muscolare e fisica estrema. La musica è minimal, cadenzata ed estremamente ripetitiva, quasi assordante e ossessionante. Monotonia e ripetitività come leit motiv della vita contemporanea in un solo afflato costante. E’ il tentativo di diventare consapevoli del proprio esistere al di là di un semplice respiro.
|
Cosa ne pensi? |
|
Per commentare l'articolo occorre essere loggati e rispettare la netiquette del sito. Se sei registrato effettua il login dal box qui a sinistra. Se ancora non sei registrato fallo cliccando qui |
I commenti: | |||
Commento
1)
|
|||
Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 26/12/2024 17:48:58 |
Sei
iscritto su Facebook, Twitter o G+?
Commenta e condividi l'articolo direttamente.
Cos'è uno Stato senza i cittadini? Nulla. Cosa sono i cittadini senza lo Stato? La risposta la conosciamo tutti, perchè lo Stato italiano palesemente, sta lasciando alla deriva la motivazione fondamentale della sua stessa esistenz
Ritmo, passaggi rapidi e dribbling dei cocenti e pesanti temi condivisi, senza commettere falli di gioco troppo evidenti che facciano sussultare gli spettatori dell’arena Brancaccio.
E’ di genio prendere a pretesto una narrazione arcinota, Tosca, per costruirne una parallela che conduce su un binario parallelo ad un’altra dimensione umana.
Uno spettacolo per bambini e adulti, in scena dal 21 dicembre al 6 gennaio per accompagnare in allegria le festività natalizie.
Si annusano situazioni, si cercano elementi che accomunano, che ci rendono uguali a prescindere dal luogo di nascita. Il mare è blu dappertutto. Le parole hanno il medesimo senso.