|
|
|
Con la regia di Luciano Melchionna al Teatro Quirino a Roma dal 26 dicembre all’8 Gennaio 2014, per continuare la tournée in tutta Italia fino al 4 febbraio 2014. Un testo, a dir poco geniale, di Jordi Galceran, grandissimo drammaturgo e sceneggiatore contemporaneo, vincitore di numerosi premi, con l’interpretazione mozzafiato di Claudia Pandolfi, nel ruolo di Laura e Francesco Montanari, nei panni di Roberto. Jordi Malceran è autore di un testo lacerante e compresso, pronto ad esplodere ad ogni battuta, la scenografia perfetta per il dramma che si svolge di fronte ai nostri occhi e due attori che fanno essi stessi parte della scena come suppellettili spettrali e deliranti. Un uomo, una donna e l’odio rancoroso della follia. Su una scena scarna ma perfettamente adeguata, si alternano dialoghi affilati e netti con video proiettati sul grande schermo di un cinema dismesso. Quindi un teatro che si svolge in un cinema dove viene messa in scena una storia che danza pericolosamente tra finzione e realtà. I due attori però non sono finti, cavalcano quello che può essere definito un vero thriller, sudando, urlando, spaventandosi e malmenandosi senza mezzi termini. Sono loro per primi due esseri umani veri su una scena che pretende finzione. Ma questa è la vita vera che si fa storia, in un vortice di follia che scommette sullo spettatore per fargli credere fino all’ultimo di aver capito tutto quando invece è la vicenda stessa che continua a prenderci in giro, divertendosi, con ghigno feroce, alle nostre spalle. Atmosfera da giallo contemporaneo, in versione cinematografica, suspense condita con la migliore tradizione del piccolo e grande schermo, con punti di forza e alti e bassi che non lasciano un momento di respiro. Sputandosi parole infinite in faccia, come due pugili su un ring, i due attori non si risparmiano, consumano energie e si affannano per incarnare quel delirio prosciugante di rabbia e schizofrenia, fino all’ultima indicibile scena a cui nessuno avrebbe mai pensato. Vediamo davvero ferirsi psicologicamente i due attori, Claudia Pandolfi e Francesco Montanari, ancor più che paura della veemenza fisica, temiamo per le reazioni psicologiche, ed assistiamo ad unpingpong emozionale incessante, nell’attesa di una catarsi che alla fine si esplica in una trovata di luci ed effetti speciali rabbrividenti. C’è tanto del cinema in questa realizzazione, mancano solo le riprese e le soggettive tipiche delle pellicole più ardite, ma se solo lo spettatore si estrania e si concentra sui volti degli attori anche quando non parlano, il mistero dell’incomunicabilità è tutta lì, negli occhi scongiuranti, nelle vene del collo, nella loro plastica deformità. Li hanno paragonati al gatto e al topo, come infatti il drammaturgo ha sottolineato essersi ispirato proprio ad una scena goduta coi propri occhi, di un gioco perverso di un gatto e un topo, una sera, per caso, passeggiando per Barcellona. Una perversione così, ha riflettuto Galceran, non può appartenere a nessuno se non agli esseri umani, e ha scritto il testo. E i due, nella loro umanità, sono ancora più miseri mettendosi a nudo, fragili, barcollanti, fuori dai loro panni di attore, ci pervadono del degrado immenso che tanto coinvolge cattiveria e assurdità.In un mondo, questo, che forse di umano ha sempre meno, se non la capacità di raccontarsi, senza filtri, in maniera tanto magistrale come in questo thriller. Parole incatenate. Ovviamente il significato del titolo andatelo a scoprire di persona. Perché oltre al gioco a cui qualcuno di voi avrà immediatamente pensato, dietro c’è, ancor più potente, un simbolismo chiaro, attuale e pericolosissimo. Repliche fino all'8 Gennaio. ORARI SPETTACOLI dal martedì al sabato ore 20.45 martedì 31 dicembre ore 19.30 mercoledì 1 gennaio riposo INFO botteghino 06.6794585 info 06.6783042 mail info@teatroquirino.it PREZZI
|
Cosa ne pensi? |
|
Per commentare l'articolo occorre essere loggati e rispettare la netiquette del sito. Se sei registrato effettua il login dal box qui a sinistra. Se ancora non sei registrato fallo cliccando qui |
I commenti: | |||
Commento
1)
|
|||
Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 21/12/2024 04:11:48 |
Sei
iscritto su Facebook, Twitter o G+?
Commenta e condividi l'articolo direttamente.
Cos'è uno Stato senza i cittadini? Nulla. Cosa sono i cittadini senza lo Stato? La risposta la conosciamo tutti, perchè lo Stato italiano palesemente, sta lasciando alla deriva la motivazione fondamentale della sua stessa esistenz
Poco prima dell'inizio della crisi da Coronavirus, il Teatro Lo Spazio di Roma è stato affidato alla guida di Manuel Paruccini...
Nell'epoca in cui le sale teatrali sono ferme, per far fronte a quella mancanza da "sipario chiuso", è necessario reinventarsi e pensare al futuro.
Un cantastorie accompagna il pubblico in un alternarsi di narrazione e azione attraverso il complesso percorso di crescita di una fanciulla narrato nel rispetto della ricca e tradizionale simbologia delle fiabe