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Kandinsky a Palazzo Reale: un tuffo nel colore

Kandinsky a Palazzo Reale: un tuffo nel colore
Autore: Nostra inviata Gaia Passerini
Data: 20/12/2013

Colori sgargianti, linee che si intrecciano, cerchi perfetti e mondi onirici in cui perdersi. Questo e molto altro è ciò che si trova alla mostra di di Kandinsky a Milano a Palazzo Reale: un'importante retrospettiva, nella quale non solo si celebra il pittore e teorico dell’arte russa del secolo scorso, ma che cerca di indagare la carica emotiva e concettuale delle sue grandi opere.

Oltre ottanta i quadri in esposizione  in un turbine di punti, linee, superfici e colori, in cui ogni elemento ha una specifica funzione comunicativa e simbolico-musicale.  Tanto è vero che diverse delle sue opere sono intitolate con espressioni provenienti dal mondo della musica: ci sono infatti  “Improvvisazioni”  (nate spontaneamente e inconsciamente dall’intimo dell’artista) e  “Composizioni”  (costruzioni coscienti e analitiche, studiate con precisione e cura).

Considerato il fondatore della pittura astratta, Kandinsky non ha mai amato essere incasellato in una specifica corrente: “Tutto ciò che mi interessa è che lo spettatore davanti a ogni mio quadro venga proiettato in una dimensione completamente nuova”.

Il lavoro di Vassily Kandinsky rappresenta una tappa fondamentale dell’evoluzione pittorica del Novecento: nel 1912 insieme a Franz Marc, Paul Klee ed altri, fonda il gruppo Il cavaliere azzurro, un movimento che fonde tendenze artistiche varie, ma accomunate da spiritualismo e simbolismo con tendenza all'astrazione.

La mostra, a Palazzo Reale racconta il viaggio artistico e spirituale di Vassily Kandinsky attraverso opere fondamentali della collezione del Centre Pompidou, disposte in ordine cronologico.


Entrando nella prima sala ci si trova immersi nei colori di Kandinsky:  si ha la sensazione di essere abbracciati dalla sua arte che ha "il potere di trasportare fuori dal tempo e dallo spazio". La mostra prosegue con quattro sezioni, che rappresentano i periodi principali della vita di Kandinsky, dagli esordi in Germania, agli anni in Russia e infine in Francia.

Si incontra “Improvisation III”, del 1909 dove il rapporto tra colore e suono  è fondamentale.
Gli anni  ’20, quelli del Bauhaus sono caratterizzati dall'amicizia con Paul Klee e dalla pubblicazione dell'altro suo principale saggio “Punto e linea sul piano” (1926), mentre nella Parigi del 1933 Kandinsky trova una scena artistica aperta, ma dominata da Picasso e dai Surrealisti. La luce intensa porterà modifiche nei suoi colori, e si farà sentire anche l'influsso degli amici surrealisti, come Mirò, che indurrà alla creazione di forme biomorfe presenti in “Ammasso regolato” del 1938 o “Azzurro cielo” del 1940.

 

 




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