Bashar al-Assad, Presidente siriano, ha ammesso il possesso di armi chimiche ma ha dichiarato che si è impegnato a distruggerle,
al-Assad però, avverte che ci vorranno circa un miliardo di dollari e almeno un anno di lavoro per distruggerle.
E' quanto ha dichiarato a Fox News durante un’intervista andata in ondaprima della riunione all’Aja dell’Organizzazione per la Proibizione sulle Armi Chimiche e che si sta occupando dell’accordo Usa-Russia per il controllo dell’arsenale siriano.
Questa è già la seconda intervista concessa dal Presidente siriano nel mese di Settembre a un’emittente americana.
Assad ha continuato a dichiarare, come aveva già fatto nella precedente intervista, che dietro l’attacco del 21 agosto avvenuto nella periferia di Damasco, non c'era alcuno dei suoi uomini ma e si è impegnato ugualemente a consegnare il micidiale arsenale.
Intervistato sul conflitto in atto, ha affermato che "non si tratta una guerra civile ma di un attacco alla Siria da parte di decine di migliaia di jihadisti per la maggior parte di Al Qaeda".
IN queste ore peraltro, è arrivata la notizia della morte in Siria di un ex detenuto di Guantanamo - Mohammed al-Alami, che era uscito da Camp X Ray nel 2006 - che è stato ucciso mentre combatteva nella file dei ribelli anti-governativi. Nato in Marocco. E' il primo ex detenuto di Guantanamo di cui emerge la notizia della morte in Siria.
La Russia ha dichiarato di essere pronta a dare un contributo politico ma anche materiale all’eliminazione delle armi chimiche: saranno le forze armate russe a partecipare al trasporto o alla distruzione dell’arsenalei. Mosca ha già organizzato i piani di evacuazione dal Paese nel caso in cui la situazione dovesse precipitare.
La minaccia di un intervento militare non sembra essere del tutto accantonata: come ha dichiarato il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen "l’opzione militare deve essere mantenuta sul tavolo per continuare a dare slancio allo sforzo diplomatico".