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Una volta in più in Italia, si conferma un criterio ambiguo. Nel nostro Paese nessuno mai farà una cosa molto semplice ma che avrebbe dei frutti enormi per tutti come reazione immediatamente utile: prendersi le proprie responsabilità. La parola “responsabile” è ormai stata mistificata da molto decenni specialmente in Italia, sì da aver ormai totalmente contraffatto il significato reale della parola. “Responsabile” di qualcosa, spesso si legge su un biglietto di visita che di norma, equivale ad una sorta di “titolo onorario” persino quando si tratta di manager aziendali. Invece no: il “Responsabile” la “responsabilità” delle azioni che si conducono, nella vita di ogni giorno, nel lavoro e più che mai in politica, non sono una carica “onorifica” da cui attingere al solo scopo di ottenere maggiori introiti o maggiori facilitazioni. Responsabilità significa assumere su se stessi una serie infinita a volte di vere e proprie scocciature, e il fine ultimo dell’assunzione di responsabilità è quello di onorare col proprio nome e con la propria esistenza la tenuta di un equilibrio che va dalla vita provata a quella civile, sociale e politica nonché economica di un’intera nazione. Tanti milioni di singoli individui responsabili, fanno una cittadinanza responsabile e di conseguenza una nazione responsabile, onesta e civilmente progredita. Chiarito questo e in virtù della recentissima sentenza di Cassazione che ha confermato una subdola condanna a 4 anni “con momentanea sospensione delle pene accessorie” nei confronti di Silvio Berlusconi, vorrei una volta di più e magari una volta per tutte, riflettere sul grande tema delle colpe, che in Italia è parte integrante del tessuto nazionale e che da sempre provoca un terribile gioco che si chiama scarica barile e che – per una volta almeno – non conosce differenza fra le classi sociali né fra le tendenze politiche, ammesso che oggi come oggi esista ancora nella realtà la tendenza di parte politica così come ce la ricordavamo una settantina di anni fa. Tutto ciò cui stiamo assistendo e vivendo ha dei colpevoli. Non parlo solo delle vicende di Berlusconi, ma di tutto il complesso panorama politico e di conseguenza delle problematiche sociali che ne sono la conseguenza, e che rendono ormai l’Italia sempre prima nelle classifiche mondiali delle nazioni con il minor sviluppo della società civile: siamo infatti fra i paesi più arretrati al mondo persino su temi che anche in molti paesi considerati arretrati sono stati risolti da tempo Da qualche tempo la popolazione italiana di classe medio bassa, sempre o molto distratta sulle vicende politiche e sociali nazionali o troppo ignorante (ignorare=non conoscere) da poterle comprendere, ha – probabilmente grazie all’eco delle rivoluzioni civili di altri paesi colpiti da politiche che negano evidentemente i diritti civili alle popolazioni – aperto gli occhi su una situazione nazionale che era evidentissima e che solo persone vendute al lassismo potevano non percepire. Queste persone, questi italiani, sono gli artefici unici di tutte le angherie che ora vorrebbero sovvertire coi forconi in mano, persone però che non si sono mai fermate a riflettere sulle responsabilità mai assunte e sulle reazioni avverse che tale distacco dalla vita civile nazionale ha provocato negli anni fino a farci giungere all’assurdità di perdere in brevissimo tempo non solo qualsiasi basilare diritto civile ma anche, ed è cosa prioritaria, la dignità. La questione Berlusconi mi è di aiuto per srotolare la matassa. Non ripercorrerò la storia del neo condannato perché per la reiterazione delle stesse notizie vi rimando alla cosiddetta “stampa nazionale” che riempie le proprie pagine con informazioni che potete trovare appunto ovunque. Piuttosto gradirei che gli esseri pensanti di questa nazione, si fermassero almeno un attimo – magari sotto l’ombrellone – a riflettere su un punto fondamentale per la vita soprattutto futura di ogni singolo cittadino italiano. Lo sfascio nazionale è a vostro parere colpa dei personaggi politici? Pensate per caso che nelle altre nazioni i personaggi politici siano persone speciali nate con un DNA diverso da quello italiano e con particolari predisposizioni all’onestà e allo spirito di servizio nei confronti del paese che si va a governare? La risposta è NO. Tutti gli esseri umani che per percorso di vita si ritrovano ad aver scelto la professione politica e di qualsiasi nazionalità sono corruttibili, comprabili, manovrabili, dediti ad avvantaggiare se stessi ai danni delle popolazioni, senza se e senza ma. La differenza – che in Italia sembra non apparire chiara – è che nelle altre nazioni i cittadini non accettano che i personaggi politici possano macchiarsi di colpe che in Italia verrebbero anzi sostenute con grandi applausi. All’estero sono i cittadini a educare i personaggi politici. Sono i cittadini a fare la differenza. E’ la cittadinanza a chiedere in coro le dimissioni di chiunque non onori la delega generosamente offerta loro all’atto del voto. E’ per questo che non si potrà mai fare una reale comparazione fra la nazione Italia e le altre nazioni. Pur essendo un paese della Comunità europea, non siamo i cittadini delle altre nazioni europee. Se fossimo diversi come cittadini, avremmo dirigenze diverse. Se il nostro compito primario di Cittadini lo avessimo tutti ben chiaro in mente, nessuno si permetterebbe di andar contro un’Opinione Pubblica coesa e attenta alle vicende nazionali che sono le vicende della popolazione. Gli italiani nel corso degli ultimi settant’anni, hanno lasciato che altri si prendessero la responsabilità totale di governare la nazione, senza mai – dopo aver espresso la propria scelta elettorale quando ciò era ancora possibile – verificare che le persone scelte per governare lo facessero davvero e per il bene del Paese. Oggi, un’Italia fatta a pezzi da persone normali e non certo eccezionali, che sono il parterre politico nazionale degli ultimi decenni, continua non solo a disonorare il mandato a governare – anche perché attualmente il Governo in carica non è stato nemmeno scelto dai cittadini ammesso che avessimo persino una vera Legge elettorale - ma a fare il contrario di ciò per cui sono profumatamente pagati: gestire la nazione in maniera tale da dare garanzia di vita quotidiana e di dignità ad ogni singolo italiano, al di là del ceto sociale. Non possiamo certo prendercela con i politici se nei decenni l’italiano medio ha voltato la testa dall’altra parte ogni qualvolta un nuovo scandalo si aggiungeva ai troppi scandali operati dal gruppo politico o dal rappresentante politico di turno. Dov’era la popolazione, L’Opinione Pubblica, ogni qualvolta un’assurdità colpiva a morte quel concetto di Democrazia che nel nostro Paese è solo e sempre stato decantato a parole ma mai davvero messo in atto? Cosa faceva, in maniera compatta, la cittadinanza mentre l’Italia veniva letteralmente fatta a pezzi, mentre i diritti civili venivano palesemente e costantemente negati, mentre ancor più palesemente semplici esseri umani paludati con la maschera di “grandi statisti” si approfittavano delle riserve economiche della nazione… Ora che persino dopo una condanna nemmeno troppo esemplare, chi se l’è vista assegnare già da ieri sera - durante un incredibile comunicato video mandato su Rai1 durante la trasmissione “”Porta a Porta” - invece che decidere di non apparire in televisione ha pensato bene di chiarire subito che è tutto una barzelletta perché – anzi! – più di prima sarà “l’uomo della libertà”, cosa vi aspettate che accada alla popolazione italiana abbrutita da insane regole di dittatura intangibile, che ancora a molti non sono chiare…? Il vero problema dell’Italia, torno a dichiarare, non è certamente Berlusconi. Che da anni non fa nulla di diverso dal suo ruolo imprenditoriale e politico. Un ruolo che per come va il mondo e per forza di cose parla di corruzioni grandi e piccole, associazioni, alleanze, scandali di vario genere. E’ così che si fanno i soldi, o pensavate che si diventasse enormemente ricchi e potenti perché si è gente onesta, trasparente e operosa? La colpa del dissesto della nostra nazione, del livello ormai infinito di corruzione della politica nazionale, del crollo del criterio di “diritto civile” ha una sola faccia: si chiama cittadinanza italiana. Che poteva scegliere di essere diversa. Ma non l’ha mai fatto.
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 24/11/2024 22:08:52 |
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