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La "Babele" linguistica, lungi dall'evocare la paralizzante confusione degli idiomi ricordata nel celebre episodio biblico, oggi risulta sempre più fattore di potenziamento della comunicazione ed arricchimento culturale, nonché potenziale volano di sviluppo economico.
Questo il messaggio di base trasmesso dalla decima Giornata europea delle Lingue. Organizzata a Roma, presso il Goethe Institut " di Via Savoia, dall' EUNIC, Forum di discussione sui temi dell'integrazione e della diversità culturale in Europa, e rete di collegamento fra Istituti culturali di ben 13 Paesi europei ( British Council, Accademia di Romania in Roma, Istituto austriaco di cultura, ecc…), nata nel 2008.
Dopo il saluto di Francesco Antonelli, Presidente delle Biblioteche comunali di Roma Capitale ( ente tra i collaboratori all'organizzazione della giornata,insieme all' EURISPES, rappresentato dal Segretario generale, Marco Ricceri ), Cornel Baicu, direttore dei programmi dell' Accademia di Romania in Roma, ha tracciato una breve storia dell'evoluzione linguistica in Europa dall'antichità ad oggi. I dati sull'attualità presentati da Raphael Gallus, Antenna della Direzione generale della Traduzione della Commissione Europea in Italia, tra glio organizzatori della Giornata, per certi aspetti son stati sorprendenti: nel 2006, i sondaggi di Eurobarometro indicavano che il 56% dei cittadini UE era in grado di sostenere una conversazione in una lingua diversa da quella d'origine, mentre il 28% padroneggiava ben due lingue oltre a quella materna ( per l' italia, le percentuali erano rispettivamente del 41 e del 16% ).
Nel 2010, secondo Eurostat, la percentuale di italiani, in particolare, che ammetteva di non conoscere alcuna lingua straniera era scesa al 38% ( dunque, più di venti punti rispetto a quattro anni prima). Nonostante questa positiva evoluzione – ha sottolineato Gallus – molto cammino resta ancora da fare sulla via d'una vera integrazione linguistica dei Paesi UE : e appunto questo è l'obbiettivo di vari programmi strategici comunitari, non solo l' "Erasmus", ma anche, ad esempio, il "Comenus", per lo sviluppo dell'educazione linguistica nelle scuole, e il "Leonardo da Vinci", per l'istruzione linguistica di lavoratori e adulti in genere.
Mentre l'11% delle piccole e medie imprese europee, sempre secondo i dati della Commissione UE ( in pratica, più di 910.000 aziende), continua tuttora a perdere possibilità di nuovi contratti e altre occasioni di crescita, appunto a causa della carenza di conoscenze linguistiche.
Proprio di piani di sviluppo della conoscenze linguistiche aziendali nell' Europa del secondo millennio, dinanzi alle sfide della globalizzazione e delle nuove "Tigri asiatiche", ha parlato infine Rocco Bonomo, responsabile del Management and Professional Learning Center dell' ENEL.
"Oggi – ha sottolineato Bonomo ricordando anche la recente creazione dell' Università telematica voluta appunto dall' ENEL, diretta da Roberta Bonomi – nel management, a tutti i livelli, assumon sempre più rilievo i concetti di diversità interculturale e di cittadinanza europea". |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 02/01/2025 22:56:31 |
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