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"Nella primavera scorsa sono già venuti, e l' anno prossimo torneranno. Uomini della sicurezza libica, tra cui gli addetti alla protezione del leader Muammar Gheddafi, sono stati e saranno addestrati dagli specialisti dei Nocs italiani, le «teste di cuoio» che oggi celebrano i trent' anni di attività. Si tratta di corsi di tre settimane full immersion nei quali gli «allievi» provenienti dalla Jamahiriya imparano nuove tecniche riguardanti l' uso di armi da fuoco, movimenti di scorte e protezione, guida operativa. La decisione di sviluppare la collaborazione tra Italia e Libia in questo particolare settore è stata ribadita nei recenti accordi tra i due Paesi, suggellati dal viaggio del presidente del Consiglio a Tripoli".
Questo è quanto riportava il Corriere della Sera del 19 Settembre 2008. E' noto a tutti come Muammar Gheddafi sia sempre stato molto attento a badare alla propria incolumità. Schiere di body guard altamente specializzate. Una quantità non ben precisata di sosia utilizzati per non correre rischi di aggressioni. E poi la "scorta armata" tutta al femminile. 40 amazzoni addestrate anch'esse dai nostri Nocs, ma utilizzate più per "rappresentanza" che per servizio di sicurezza.
Alla luce di questi dati, risulta quindi un pò "particolare" l'avvenimento di ieri che sta percorrendo da ore in lungo ed in largo con un enorme tam tam di notizie relative alla cattura ed all'uccisione del Leader libico degli ultimi 42 anni.
Da mesi la guerra imperversa anche in Libia. L'abbattimento del dittatore che così a lungo ha fatto il bello e cattivo tempo nella vita quotidiana del suo Paese era giunto al limite massimo di accettazione da una buona parte del Paese. I ribelli hanno scatenato l'inferno. Un inferno massacrante dove l'obbiettivo ultimo era la cattura di Gheddafi.
Buona parte del mondo ha seguito attimo per attimo le vicende sanguinarie, e Paesi come il nostro – da tempo in ottimi rapporti con la vicina Libia – hanno dato il loro contributo bellico. Per non parlare degli onnipresenti - bellicamente parlando - Stati Uniti.
In Italia, dopo baciamano di dubbio gusto, siamo dovuti scendere a far la guerra anche noi, pena la condanna del mondo occidentale.
Però in tutto questo, manca qualcosa. Manca una logica. Un susseguirsi razionale di fatti, eventi e ragionamenti. Che in qualche modo uniscono due nomi importanti per ciò che riguarda la politica ed il terrorismo internazionale: uno è Muammar Gheddafi, l'altro Osama Bin Laden.
Se il primo è sulla scena da decenni, il secondo è sempre stato una sorta di fantasma del teatro boccaccesco e guerrigliero statunitense. Un personaggio presentato al mondo solo attraverso fotografie che probabilmente non mostravano realmente il Bin Laden reale, quanto ciò che la propaganda politica internazionale volesse mostrare al Mondo.
Bin Laden, facoltoso rampollo di una famiglia che poco ha da dividere coi contadini ed i montanari della sua zona natale, probabilmente più avvezzo a vestire Versace piuttosto che con turbante e narghilè, dopo anni di "inseguimenti" da parte dell'intelligence internazionale, viene all'improvviso e misteriosamente ucciso dagli statunitensi, che si preoccupano immediatamente di occultarne il corpo.
Ma come? Il "nemico numero uno" viene catturato e subito ucciso ed il suo corpo gettato in mare, senza quindi poter dare uno straccio di prova, di conferma, di possibilità a quel mondo spettatore di notizie che poi si vede privare dell'atto finale di una storia che ha reso partrecipe il mondo intero?
E che dire delle immagini di quel vecchietto col turbante che guarda la tv in un appartamento sgarrupato degno forse di un contadino povero piuttosto che del brillante uomo di affari abituato a gestire denaro e persone? Osama Bin Laden è – o era - nato a Riyad il 10 Marzo 1957. Qindi, all'atto della morte che come sembra è avvenuta il 2 Maggio 2011, aveva solo 54 anni.
Davvero mal portati a giudicare dalla ultime immagini proposte dai media di tutto il mondo.
Non è mia intenzione mettere del tutto in dubbio questi due accadimenti, ma basta soffermarsi un attimo a ragionare, per poter accedere ad una verità che forse non collima con le tante realtà che ci vengono proposte.
In ultimo, un'altra considerazione: Muammar Gheddafi – a quanto si è appreso dalle notizie relative alla sua morte – si trovava in "una buca". Che diavolo ci faceva il leader libico ricco ed ampiamente scortato e protetto, dentro ad una buca? E quale era la ragione eventuale perchè si stesse in pratica mettendo direttamente nelle mani dei cosidetti ribelli così tanto facilmente?
Non è più logico pensare invece, che il leader libico sia sempre stato bene attento a salvaguardare la propria incolumità, giungendo anche a lasciare il suo Paese in tempo utile ed in maniera da non rischiare possibili catture?
Lascio ora a voi, qualsiasi ulteriore riflessione. Sta di fatto, che la Verità – come dicono certi anziani – non la sapremo mai. Specialmente quando si tratta di certi personaggi ed eventi. Che devono essere utilizzati per mille scopi diversi che spaziano da accordi politici ed economici a nuove strategie di componimenti occulti internazionali.
Ognuno – a questo punto – creda alla verità che ritiene più vicina al proprio modo di considerare le cose. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 26/12/2024 04:40:23 |
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