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Cancro: forte aumento dei prezzi dei farmaci. Come dire: “Dovete morire”.

Cancro: forte aumento dei prezzi dei farmaci. Come dire: “Dovete morire”.
Autore: Emilia Urso Anfuso
Data: 04/10/2011

 

 
La Società in cui viviamo, non fa più sconti a nessuno. Anzi... Se si fa parte di quella Italia considerata "debole" per capacità economica o statop di disabilità o malattia grave, ecco che lo stato ed i governi fanno non uno, ma mille passi indietro.

 

Ha bisogno di curarti? Affari tuoi! Non ti diamo fondi, anzi, alimentiamo il pozzo senza fine dei buchi di bilancio, facendo in modo che chi è chiamato a gestire la Sanità, possa solo mettersi le mani nei capelli, o far finta che tutto vada bene, a seconda delle persone in causa.

 

Oltretutto, partendo dal presupposto che le case farmaceutiche tutto sono tranne che organizzazioni di beneficenza, ecco che la stoccata finale arriva proprio da quelle industrie che hanno fatto della malattia il proprio core business o affare maggiore che dir si voglia.

 

E se da una parte, grazie ai tanti ricercatori sparsi per il pianeta, molte malattie sono state debellate ed altre sono in via di estinzione, ad ostacolare l'accesso alle cure ci si mettono proprio le aziende produttrici che, invece di dare una mano ai malati, li allontana sempre più dalla speranza di una cura eventualmente risolutiva.

 

Un esempio simbolo fra tutti: il costo dei farmaci per la cura del cancro, sono aumentti di ben sei volte. Il costo delle cure globali, di tre volte. Questo non fa altro che sbarrare l'accesso ai farmaci per molte di quelle persone che non hanno grandi risorse economiche.

 

Questo dato aberrante, si evince dai dati presentati dai ricercatori del Karolinska Institutet di Stoccolma al 36esimo Congresso Europeo di Oncologia Medica

 

In pratica: le case farmaceutiche produttrici dei farmaci in questione, adducendo il fatto che la sprimentazione – che spesso dura anni – ha costi notevoli, non hanno alcuna intenzione poi, di vendere i loro prodotti oncologici a prezzi accessibili a tutti.

 

Da ciò, si può comprendere come proprio le case farmaceutiche sono lontane da un rapporto di equità sociale e deontologia professionale. Ci si aspetterebbe che chi produce i rimedi alle malattie per primi siano sensibili alla componente umana. Invece, se non fosse ancora chiaro a tutti, per le case farmaceutiche siamo solo "target" "numeri" "clientela" "fonte di guadagno".

 

E sapete gli esperti in materia cosa propongono quale "soluzione" al problema dei costi esagerati dei farmaci oncologici? La prevenzione. Deve essere la persona a mettere in atto uno stile di vita che possa eventualmente sconfiggere l'ipotesi di malattia tumorale.

 

Ed i casi di tumore ereditario? E se anche mettendo in atto uno stile di vita "salutare" ci becchiamo lo stesso una malattia magari per lo smog, oppure perchè si lavora a stretto contatto con elementi chimici cancerogeni o perchè c'è qualcosa di scritto nel nostro DNA per cui – purtroppo – avremo a che fare con la malattia?

 

A quanto pare, nessuno ha risposta su questi interrogativi.

 

Un atteggiamento che mina sempre di più il diritto alla cura, all'accesso ai farmaci ed alla consapevolezza che su questa terra, se non sei imballato di soldi "devi" morire. Non c'è altra scelta.

 

A poco servirà a rasserenarci il fatto che alcuni brevetti di farmaci oncologici stanno per scadere per cui ci si potrà avvalere di costi minori all'acquisto. Perchè saranno sempre le cure più nuove a dare una maggiore speranza di vita data dalle ultime ricerche e sperimentazioni. In qualche modo gli altri, i "poveri", la Massa, avrà diritto semmai a farmaci di prima o seconda generazione e mai di ultima.

 

Oppure dovranno vivere con tutte le dita delle mani e dei piedi incrociate per scongiurare eventuali malattie cancerose.

 

Anche perchè, uno "stile di vita salutare e preventivo delle malattie tumorali" ha un costo. Maggiore di uno stile di vita che non abbia tutta una serie di attenzioni sulla salute. Fra palestre per l'attività fisica, diete equilibrate, eventuali integratori dietetici, lezioni di yoga o training per raggiungere livelli di serenità mentale,  vorrei proprio sapere in quanti possono mettere in atto stili di vita che mettano al centro la prevenzione.

 

In italia ci sono milioni di persone che tirano a campare. Che mangiano pasta a pranzo ed a cena perchè è la cosa che costa meno. Che non potrebbero mai e poi mai iscriversi in palestra o comprare integratori alimentari. E c'è da dire anche, che chi vive con l'eterna spada di damocle sulla testa perchè bisogna capire come distribuire nel mese quei pochi soldi disponibili, avrà una serie di elementi critici dettati dallo stress che porta per esempio a fumare o ad alzare il gomito: sicuramente atti che tutto fanno tranne che prevenire le malattie.

 

In conclusione: l'accesso ai farmaci, tutti ma priorotariamente per le malattie gravi, deve essere concessso al di la delle proprie capacità economiche. E qualcuno deve, e presto, presentare un progetto attraverso il quale ci siano da una parte i diritti dei malati e dall'altra gli introiti delle case farmaceutiche. Che da "case" farmaceutiche si sono ormai da anni tramutate in "caste" farmaceutiche. Ed il cui solo scopo è riempire le proprie casse.

 

Credo che anche da qui si possa ricominciare a riflettere sui temi della dignità, parità di diritti ed equità. Altrimenti, chiamiamolo scempio e non più Società Civile.




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