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Dalla Politica al Papa: chi è senza peccato, scagli la prima pietra

Dalla Politica al Papa: chi è senza peccato, scagli la prima pietra
Autore: Emilia Urso Anfuso
Data: 14/09/2011

 
Mai nella Storia, d'Italia e del Mondo, si era vista una cosa del genere. La corruzione in ogni ambito della vita istituzionale. La politica messa al pubblico ludibrio. Una opinione pubblica che rimane in attesa del prossimo scandalo, del prossimo personaggio preso di mira.

 

Ed ancora: la Chiesa attaccata dall'ombra nera della pedofilia. Qualcuno chiede che il Papa risponda dell'atto – ignobile in realtà – di aver celato cose risapute negli ambienti ecclesiastici. Una condanna che forse – anche in questo caso – rimarrà inascoltata ed impunita.

 

Società civile e società clericale al bando. Ma solo sulla carta.

 

Perchè poi, in realtà, gli effetti di queste pubbliche affermazioni di colpa, sembrano non portare mai a nulla di concreto.

 

Ci stiamo abituando al fatto – orribile – che chi sbaglia in grande non ha colpe condannabili attraverso le nostre Leggi, che sono le Leggi dell'uomo comune. Chi sbaglia in piccolo invece, paga sempre e comunque. Il cittadino viene ferito due volte: la prima, quando scopre di aver dato fiducia alla gente sbagliata. La seconda, quando deve prendere atto che nulla è consentito all'uomo della strada.

 

Non è possibile continuare passivamente su questa strada.

 

Le colpe devono tornare ad essere colpe e non biechi tentativi du paralizzare le coscienze della collettività.

 

Non basta "indignarsi". E' necessario avere o ritrovare –tutti- la via di uscita da un pandemonio di proporzioni talmente gravi da non poter più restare inermi spettatori.

 

Ci hanno mostrato e dimostrato di tutto. Che è possibile la corruzione e la corruttibilità in ogni ambito istituzionale. Che possa esistere un mostro chiamato Pedofilia persino all'interno della Chiesa, senza che questo mostro venga messo al rogo, addirittura dall'ambiente stesso in cui cova dolori atroci. Ci vogliono abituare alla mistificazione del concetto di onestà: l'abitudine alla colpa reiterata e senza condanna, ne è l'esempio lampante.

 

A cosa serve tutto questo? A chi giova? Serve a distruggere il senso di onestà collettiva. Giova a chi sa di non poter più fare a meno della corruzione. Serve a quei pochi che hanno capito come siano malleabilli e gestibili le menti umane, attraverso processi bestiali per cui non si capisce più qual'è il misfatto e chi sono i colpevoli.

 

Tutti e tutto. Pervasi e pervaso da una coltre nera ed appiccicosa. Fatta di colpe più o meno gravi. E di mancanza di colpa nella realtà dei fatti.

 

"Chi rompe paga" recitava un vecchio detto. Ma qui chi rompe gli equilibri comunitari non paga più nulla. Ed è il misfatto peggiore. Lo scandalo più orribile. La colpa peggiore. Che consente, ai soliti, di poter fare ormai qualunque cosa, anche la più deprecabile, senza che l'Opinione Pubblica sortisca con un grido di vera e concreta condanna.

 

Ormai, è il caso di dirlo, chi è senza peccato scagli la prima pietra. Ed è affannoso accorgersi come forse nessuna mano potrà operare il primo lancio.

 

Siamo vittime ormai seviziate con ogni tortura, derubati del Diritto di replica, di comprensione e di condanna. La forma peggiore di Regime che si potesse immaginare di consentire.

 

Usciamo da questo gioco perverso, tornando a condannare per condannare davvero chi si macchia di errori gravi contro la Collettività. E' il solo modo di risollevarci e sperare che le prossime mosse del mondo politico ed ecclesistico non si vadano ad abbattere come mannaie sempre sui cittadini comuni.

 

Torniamo a condannare e chiedere giuste pene ed immediate, per coloro che hanno scambiato il ruolo di gestore della nazione con "padrone" del territorio e delle vite umane. E' possibile. Basta volerlo tutti.

 

 




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Data:10/08/2013
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