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"Io cambio l'Italia": contro l'antipolitica di base e di vertice
Autore: Fabrizio Federici
Data: 26/07/2011

 
Quel che certo non si può dire , della prima Convention nazionale del  Terzo polo tenutasi l'ultimo finesettimana all' Auditorium romano di via della Conciliazione, è che sian mancati l'entusiasmo o l'indicazione di  concreti esempi di politica riformista, capace d'incidere veramente  sul territorio. Da Salvatore Paradiso, il piu' giovane sindaco d'Italia ( 19 anni),  eletto recentemente,  per la lista civica di centrosinistra  "Continuità e progresso", alla guida del comune di Bonea, nel Beneventano ( "la moderazione non è moderatismo, ma  capacità d'interpretare saggiamente le idee secondo la situazione del tempo, e soprattutto dell'ambiente socioeconomico in  cui operiamo" ), a Calogero Firetto,  sindaco di Porto Empedocle, rieletto, col 94% delle preferenze, con un  programma centrato sulla realizzazione, nella vecchia area Montedison da anni abbandonata, del nuovo rigassificatore ENEL ( "che dovrà diventare anche un polo d'avanguardia per la produzione di energia eolica"). Col forte impegno della Fondazione "Liberal", presieduta da Ferdinando Adornato,    i leader nazionali di UDC, Alleanza per l' Italia, Futuro e Libertà e Movimento per le Autonomie han dato vita a un Terzo polo della politica, alternativo ai due contrapposti  blocchi maggioranza – opposizione, ambedue esausti e in sgretolamento. Un Polo che si candida come elemento determinante per il futuro del Paese: all'insegna di concretezza, realismo, sobrietà, e , soprattutto, capacità d'interpretare  i bisogni della gente, dal disoccupato dei grandi gruppi industriali  in crisi al precario dell' università e della ricerca, dal giovane inoccupato al dipendente che non ce la fa più ad arrivare nemmeno alla metà del mese.
 
Con l'intento di conciliare tra loro forze politiche e culturali diverse, ma tutte  fortemente radicate nella nostra storia: liberalismo e cattolicesimo sociale ( incontro, quest'ultimo, che l'area di "Liberal" persegue sin dal 1994-'95 ), riformismo socialista e democratico, ambientalismo, destra democratica e autonomismo.  "Unire il Paese pensando a quella che deve tornare ad essere la politica: cioè, nel suo senso originario, governo della Pòlis, vòlto a perseguire il più possibile il bene comune risolvendo i problemi dei cittadini e sottoponendosi al loro controllo, e non a soddisfare interessi, più o meno occulti, di oligarchie partitocratiche e clientelari. Questo – precisa Giustina Ratto, coordinatrice dei Circoli "Liberal" di Roma e Provincia -   dev'essere lo spirito del Terzo polo, che non è un semplice contenitore di forze diverse, ma un' occasione nuova, tutta da giocare,  di fare politica sul territorio : come già manifestatosi, del resto,  col successo, alle ultime elezioni amministrative, di liste variamente costituite, ma tutte richiamantesi  a questo programma".  

"La maggior parte dei cittadini – ha sottolineato Francesco Rutelli, leader di Alleanza per l' Italia – è consapevole che oggi  è indispensabile un nuovo equilibrio politico, e che l' "antipolitica" è davvero alla fine . E nelle ultime elezioni, e nei referendum di giugno, ha sancito la sconfitta sia, a destra, del plebiscitarismo che disprezza la democrazia, sia di quella sinistra che oscilla tra la nostalgia per un passato ormai  scomparso e la babele delle  voci, a volte anche massimaliste, comunque non in  linea con un  moderno riformismo".                 

"Noi siamo perché nella società prevalga il merito", ha detto Pier Ferdinando Casini, capogruppo alla Camera dell' UDC;  "e dobbiamo aver la forza di riconoscere che in questi ultimi anni il merito è stato fatto fuori dalla politica. Perciò, a maggior ragione, se chiediamo sacrifici agli italiani dobbiamo essere i primi a saperli farli, a dare il buon esempio. L' ha detto bene Adornato nella sua introduzione: noi siamo contro l'antipolitica. Ma contro tutta l'antipolitica: quella di piazza dei demagoghi e quella di palazzo di chi ha devastato la politica con la corruzione e l'arroganza…. In questi anni abbiamo assistito allo spettacolo di gladiatori urlanti gli uni contro gli altri, al senso di lacerazione che un bipolarismo primordiale ha indotto tra i partiti e tra gli italiani. Perciò ci siamo uniti nel Terzo Polo. Per andare oltre l'insensata guerra tra berlusconismo e antiberlusconismo. Per fare in modo che, a differenza degli anni Novanta, la politica sia in grado di proporre una chiara via  d'uscita dalla crisi di sistema: che non ci sia  più bisogno di uomini della Provvidenza, di uomini soli al comando".

Un nuovo Governo  guidato da una personalità forte e  autorevole,  sorretto da una vasta maggioranza di riconciliazione nazionale, e capace d'avviare quegli interventi in dispensabili per uscire dalla crisi, correggendo al tempo stesso i lati più iniqui dell'ultima manovra varata dal Governo, che colpiscono i "soliti noti" ( famiglie con reddito medio-basso, lavoratori dipendenti, pensionati), lasciando tranquilli evasori e speculatori. Se questo non sarà possibile, meglio andare senz'altro alle elezioni , han sottolineato, con varie sfumature, i leader del  Terzo polo: uniti  nel lanciare un Manifesto politico, "Io cambio l'Italia", pensato, tra gli altri, da Adornato, presidente della "Liberal", Italo Bocchino e Bruno Tabacci, e che riecheggia, a tratti, l' Obama del "Yes we can" e il David Cameron degli inizi e del trascinante progetto della "Big society" .Tenendo conto – ha ricordato Rutelli – di quel recentissimo sondaggio, citato dalla stampa, secondo cui il 12% degli italiani, oggi, voterebbe appunto per il Terzo polo, ma è fortemente contrario, almeno per ora, alla fusione in unico partito delle sue  diverse forze; e vuole al più presto, dai suoi promotori,  segnali precisi d'una vera volontà di cambiamento".




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Categoria:Politica e Governo
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