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(Video: scene dal film "Guerra e pace" - 1955 Regia di King Vidor con Audrey Hepburn, Henry Fonda, Mel Ferrer, Vittorio Gassman, Anita Ekberg tratto dall' omonimo romanzo di di Lev Tolstoj)
Esattamente cento anni fa, il 28 ottobre 1910 ( o il 7 novembre, secondo la "sfasatura"tra calendario russo, pregregoriano, e occidentale: in ogni caso, esattamente sette anni prima dello storico assalto di Lenin al Palazzo d'Inverno), nella fredda stazione ferroviaria di Astapovo, attorniato da una folla di curiosi arrivati da tutta la Russia e anche dall'estero, moriva Leone Tolstoj, in fuga dalla sua famiglia per gravi, decennali incomprensioni.
Il raffinato scrittore di "Guerra e pace" e "Anna Karenina", ma anche l' uomo che, dal 1880 circa, aveva iniziato una profonda riflessione sui rapporti tra fede cristiana, in senso libertario e rivoluzionario, libera ricerca religiosa in chiave teista ( tra Voltaire e Mazzini, diremmo), anarchismo nonviolento ( tema, quest'ultimo , approfondito nel carteggio col giovane Gandhi, sino al settembre 1910 ) , pacifismo nel senso migliore del termine, impegno ecologista e federalista sovranazionale. Infine, l'intellettuale che da decenni fustigava l'autoritarismo zarista e l'ottuso conservatorismo della Chiesa, al punto di subire la strisciante sorveglianza dell' Ochrana, la polizia segreta imperiale, e la scomunica da parte del Sinodo ortodosso ( 1901).
Oggi, un secolo dopo ( e dopo che nei cinema, quest'anno, ha "fatto cucù" il bel film anglo-russo- tedesco di Michael Hoffmann "The last station", con Christopher Plummer/ Tolstoj: ma "Chi l'ha visto?", dopo la presentazione al Festival del cinema di Roma 2009! ), cosa rimane del pensiero rivoluzionario nonviolento dell'uomo di Jasnaja Poljana? In realtà parecchio, considerando gli stretti rapporti fra il "Tolstojpensiero" e il successivo impegno nonviolento di tanti leader del Novecento, da Gandhi a Martin Luther King, dal Sudafrica di Albert Luthuli e Nelson Mandela alle lotte per i diritti civili e l'obiezione di coscienza di Aldo Capitini, Don Lorenzo Milani e il movimento radicale. Ma entrando più nei dettagli, ecco le più recenti proposte editoriali che scandagliano vita, impegno e mondo interiore dell'autore di "Guerra e pace". E' di Adelphi la prima traduzione italiana di "Tolstoj è morto", romanzo sperimentale del 1935 ( un po' alla maniera di Dos Passos ed Hemingway) del russo naturalizzato francese Vladimir Pozner, solo in piccola parte tributario dell'analoga ricostruzione di fuga e morte di Tolstoj fatta, molti anni prima, dall'ebreo austriaco Stefan Zweig. Mentre "L'ultima stazione" ( da cui appunto il film di Hoffmann) s'intitola il romanzo del 1990, ora pubblicato da Bompiani, dell' americano Jay Parini, centrato sul tempestoso rapporto, specie nel 1909-10, tra lo scrittore e la moglie Sofia Behrs.
Mentre, inoltre, Mondadori, Guanda e d Einaudi han pubblicato, rispettivamente, nuove edizioni critiche dei "Racconti", del "Vangelo spiegato ai giovani" e di "Guerra e pace", le edizioni Sankara ( piccola editrice romana che prende il nome da Thomas Sankara, scomodo presidente dell' Alto Volta, assassinato nel 1987) si son concentrate sugli scritti religiosi e politico-sociali di Tolstoj ( coprenti, in realtà, ben due terzi della sua complessiva produzione).
A cura di Gloria Gazzeri , tra i fondatori dell' Associazione Amici di Tolstoj", è il saggio "Tolstoj e Marx", stimolante confronto tra due diversissimi rivoluzionari ( con prefazione di Paolo Cacciari); mentre la stessa associazione ha curato una prima traduzione di molti degli "Scritti politici" del grande vecchio, dopo decenni di ostracismo da parte delle culture dominanti.
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 02/01/2025 14:52:46 |
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