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Crisi economia: in Italia deve ancora arrivare...

Crisi economia: in Italia deve ancora arrivare...
Autore: Emilia Urso Anfuso
Data: 27/12/2009

 

 

La vera crisi in Italia, deve ancora arrivare. Se nei rapporti con le altre nazioni ne siamo usciti più o meno bene, "grazie" alle minori esposizioni dei nostri gruppi bancari con l'Estero, la crisi quella che tocca i singoli cittadini sta per arrivare.

 

Certo, i posti di lavoro volatilizzati, i conti correnti prosciugati, l'aumento dell'indebitamento privato, la crescita del denaro preso da usurai. Ma fin qui, bene o male che si vada, in Italia si è continuato a galleggiare.

 

Figli adulti, hanno chiesto a genitori più o meno anziani, di metter mano al portafogli. E prendi oggi, prendi domani, ecco che la vera crisi ora occhieggia fra le famiglie italiane. Quelle famiglie con una storia di piccolo risparmio che fin qui, ha fatto si che la nazione potesse – più o meno – tirare avanti anche nei momenti di magra.

 

L'Italiano medio è risparmiatore. Non lo direbbe nemmeno sotto tortura, ma nella maggior parte dei casi, riesce a mettere qualcosa da parte. E molti, lo fanno di generazione in generazione.

 

Quando si parla di crisi generale quindi, se ne ha ben donde. Ma se si guarda alle realtà vicine, ci si rende conto che tutta questa fame alla fine, in Italia, non si fa.

 

Sicuramente sono molte le persone che hanno dovuto cambiare stile di vita. Tagliare sulle spese superflue come cene al ristorante e viaggi e magari abbigliamento griffato. E quelle che già si trovavano in disgrazia, continuano a barcamenarsi in una economia che non è peggiore del "prima della crisi": poveri erano e poveri – ahimè – sono rimasti.

 

Ciò che sta accadendo nel nostro Paese è che il risparmio è stato intaccato. Azioni, bot, buoni postali, soldi sotto la mattonella: è un continuo prendere. Per se stessi. Per i figli. Per i nipoti.

 

Ed intaccare il risparmio, significa dare fondo alle riserve senza garanzia di recupero. Ecco, questa è la crisi all'italiana.

 

Una controprova di come non si faccia la fame, giunge proprio nei periodi di festa: non calano granché i consumi. Nemmeno i viaggi. Forse alcuni progetto in tempo le proprie vacanze per usufruire di qualche pacchetto low cost, ma le agenzie di viaggi sono prese comunque d'assalto e addirittura alcune crociere sono prenotate già da un anno.

 

Il ricorso al piccolo prestito poi, fa si che in ogni caso, non ci si privi troppo di nulla.

 

Ed è nella tipologia di utilizzo del credito, che si legge una differenza. Se un tempo si richiedeva alla propria banca un sostegno economico per il mutuo della casa, gli studi dei figli o qualche lavoro di ristrutturazione, oggi sono molti quelli che attingono per consentirsi lussi ora meno possibili, come appunto viaggi e spese extra.

 

Si rateizza tutto: dal viaggio alla vettura, dai mobili nuovi a qualsiasi tipo di acquisto che non rientri nei settori di spesa urgente.

 

Certamente c'è anche chi non solo non arriva a metà mese, ma ha problemi di accesso al credito ed ha dovuto rivoluzionare la propria esistenza. Ma se si guarda col microscopio la situazione globale, l'Italia è meno sgarrupata di quel che si possa pensare.

 

Ora però, tocca prevedere cosa accadrà nel momento in cui gruzzoli più o meno ricchi inizieranno a grattare verso il fondo. Ecco: bisogna poter immaginare anzitempo, come affrontare il reale ritrovarsi con le spalle completamente scoperte.

 

Statistiche alla mano, abbiamo le pensioni minime più basse di tutta l'Europa. Le fasce deboli non hanno garanzie. Le donne sono le prime a subire la perdita del lavoro. Ed i giovani sono poco avvezzi a dover rinunciare a plus come la moto, il viaggio e compagnia briscola.

 

Certo che i poveri esistono: chi dice il contrario? Ma se vi guardate intorno, non c'è traccia pesante di povertà. Anche perché se così fosse, se la maggior parte della nazione fosse sotto scacco totale e con le braghe a terra, si sarebbero già mosse le Masse a dichiarare guerra ad uno Stato opprimente, iniquo e non garantista.

 

Nessun popolo rimane fermo se la minaccia della povertà nera diviene reale e realtà quotidiana. Ed in Italia – tutto sommato – la gente pur lamentando crisi, non appare allo stremo. Per fortuna.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




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