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(Video: l'8° gruppo dei Vigili Urbani di Roma e la demolizione di una villa abusiva)
(Foto: il quartiere Ponticelli a Napoli. Caseggiati abusivi)
L'Italia sta cedendo. Non politicamente in questo caso. No. Sta letteralmente cedendo, strutturalmente. Colpevole solo la natura? Non solo. La natura sta dando "una mano" a scoperchiare una edilizia abusiva che è la realtà del nostro Paese da oltre trent'anni.
Siamo un Paese fondato sull'abusivismo edilizio. Eppure, abbiamo una legislazione in materia che fa venire i brividi a qualsiasi altra nazione europea. Gli iter amministrativi legali, se conosciuti, farebbero togliere qualsiasi voglia di edificazione a qualsiasi cittadino ed impresa edile.
Soffochiamo di burocrazia. Sarà questo il motivo per cui poi, realisticamente. Si trova la "soluzione" a tutto, quella che accontenta chi costruisce, chi compra chi firma le approvazioni sulle edificazioni?
In realtà, la nostra legislazione in materia di edilizia è così articolata e complessa che spesso appunto, non viene minimamente presa in considerazione.
Così spesso, sempre più spesso si "chiude un occhio". Meglio: tutti e due.
Accade nell'edilizia privata dove malgrado "Tangentopoli" le mazzette a chi di dovere sono all'ordine del giorno. Ma succede – fatto allarmante – sempre e comunque quando si tratta di edilizia pubblica.
Siamo vittime del nostro stesso Sistema. Un Sistema così complesso da lasciare spazio ad ogni argomentazione e sviluppo di illegalità. Se in effetti gli iter burocratici in materia di edilizia fossero snelliti, e se le verifiche fossero effettuate realisticamente, potremmo contare su un Sistema dinamico, sicuro e a garanzia di un reale sviluppo infrastrutturale del nostro Paese.
Invece no. Ove le azioni vengono seriamente compromesse da un sistema legislativo e burocratico aberrante, si trovano molti éscamotàges per farla franca. In qualche modo, nel caos si sa albergano tutte le possibilità. In primis, quelle della speculazione.
Una nazione intera, edificata su aree non edificabili. Costruita con materiali di terz'ordine. Spesso senza alcun piano regolatore. Tanto poi arriva una sanatoria, e tutto viene rimesso in ordine.
Situazioni insospettabili eppure reali: interi edifici pubblici – ospedali in testa – sono edificati senza alcun criterio legislativo, senza – addirittura – accatastamento. Un caso per tutti: l'Ospedale S. Salvatore dell'Aquila. Trent'anni di lavori, al solo scopo di generare finanziamenti su finanziamenti. Un'inaugurazione pubblica all'inizio del 2000 senza alcuna documentazione reale: bastò l'ok di un Manager della ASL locale e nessuno che chiedesse altro.
L'Impresa costruttrice, la solita imperterrita Impregilo s.p.a. che scansa le inchieste come il migliore dribblatore di una partita di calcio nazionale.
Ma ora, dopo trent'anni di edilizia selvaggia, compromessa, folle, impossibile, scadente...ecco che ci pensa la natura a presentare il conto.
Un terremoto, un'alluvione... ed ecco che un pezzo alla volta, l'Italia scompare, portandosi nella tomba Storia, Geografia, umanità, razionalità.
Siamo un Paese compromesso dalle fondamenta. Siamo alla resa dei conti: pensare che il prossimo può essere chiunque di noi, è terrificante ma reale.
Mezzi a disposizione per intervenire sulle infrastrutture? Non ci saranno mai.
Servirebbe un piano nazionale, servirebbe la volontà di tutti di metter le mani laddove la parola "scandalo" urla vendetta e parla di morti, sangue, miseria e disperazione.
A nessuno interessa il passato. Bisogna andare avanti. Verso lo sviluppo, verso il futuro. Verso un'Italia che sta cambiando faccia, forma e che porge la guancia agli schiaffoni di un Potere che basa tutta la sua operosità al massimo guadagno. Meglio se personale.
Un giorno sarà necessario rimetter mano alle piantine toponomastiche. Da Nord a Sud città e paesi sono stati toccati da un qualche terribile evento catastrofico. E le ricostruzioni "provvisorie" sono divenute il futuro di figli di una generazione compromessa da uno stato mentale aberrato da un Potere che non merita più di esser nominato tale.
L'attesa del peggio è ciò che ci rimane. Meglio aprire gli occhi e rendersene conto. Una volta per tutte.
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 01:21:24 |
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