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Crisi economica: l’usura sale vertiginosamente

Crisi economica: l’usura sale vertiginosamente
Autore: Emilia Urso Anfuso
Data: 23/07/2009

 

 

 

Crisi Economica. Da quando dallo scorso anno, è stata palesata a tutto tondo a livello internazionale, se ne parla ad ogni piè sospinto. Siamo tutti – più o meno – vittime della Crisi. Una minaccia incombente che, man mano ha perso persino i contorni ed i contenuti. Crisi Economica. Generico concetto che non ha più ne cause ne ragioni. Esiste. Spesso non si sa spiegare cosa sia e da cosa derivi.

 

La tocchiamo con mano, nel momento in cui – ad esempio – ci accorgiamo di aver cambiato il nostro consueto stile di vita. Quando chi prima arrivava tranquillamente alla fine del mese, si vede arrancare alla seconda settimana. La si vede nella sua eclatante realtà, quando i numeri statistici di precari e cassa integrati salgono più in alto della cima dell'Everest. E quando cerchiamo di interpretare i messaggi dei personaggi politici, che ora veicolano l'attenzione su una ripresa improvvisa, ora fanno scendere nella disperazione per una rinnovata presa di coscienza di una crisi che non conosce soste.

 

I dati confermano l'eccezionalità e gravità di una crisi economica che forse supera di una spanna lo storico crollo del 1929. Dal mondo politico, provvedimenti anticrisi che fanno storcere la bocca a chi abbia avuto la pazienza di legger tutto il contenuto del Disegno di Legge. Ricordo ad esempio, l'art. 32 comma 7 che decreta un abbassamento da 8.000 a 5.000 euro del tetto per cui Equitalia s.p.a. potrà mettere l'immobile di un contribuente debitore in ipoteca. Effetti antidemocratici delle Leggi contenitore, che al loro interno conservano una serie di manovre che procurano grandi perplessità.

 

I dati comunicati alla popolazione, spesso sono indecifrabili. La maggior parte dei cittadini non ha chiaro nemmeno il significato del P.I.L. (Prodotto Interno Lordo) e di che tipo di influenza abbia sull'economia del Paese e sui cittadini.

 

La realtà della popolazione, è tracciata da altri elementi. Quelli della quotidianità, di cui quasi nessuno parla. Stipendi non conformi al costo della vita. Pensioni che non supportano gli ex lavoratori. Tagli ai comparti delle fasce deboli, come ad esempio gli anziani ed i disabili. Una pressione fiscale incredibile contro il piccolo contribuente. Un sistema bancario sostenuto fortemente dai governi, ma che non ritorna nulla alla cittadinanza in ordine di accesso al credito.

 

Proprio sull'accesso al credito sempre più spesso negato dalle banche ai cittadini ed alle piccole e medie imprese, esistono dati sconcertanti, volutamente tenuti all'oscuro dell'opinione pubblica. Sono dati che parlano di denaro. Di percentuali. Di interessi. Sono i dati relativi all'usura. Canale oscuro generosamente sostenuto anche "grazie" al diniego delle banche ad elargire sconfinamenti e fidi a chi necessiti di un po' di respiro, in un periodo storico così allarmante per l'economia nazionale e non solo.

 

L'usura è una realtà pesante nel nostro Paese. Uno dei canali più redditizi di ogni organizzazione malavitosa. Ma anche di molti privati cittadini che si "organizzano" per trarre enormi vantaggi economici dai prestiti facili e poi resi drammaticamente non restituibili grazie a tassi di interesse da incubo.

 

Nell'ultimo anno, la percentuale delle persone che sono dovute ricorrere all'usuraio di turno, è salita a circa il 70%. Ma il dato più allarmante è relativo ai primi sei mesi del 2009: l'indebitamento per ogni nucleo familiare, è cresciuto oltre l'80%.

 

Un esercito di debitori, che generano e fortificano un sottobosco economico con un volume di affari che da solo, forse appianerebbe il debito pubblico per i prossimo anni. Peraltro, sono realmente pochissime le persone che si spingono a denunciare i propri usurai. Il rapporto di dipendenza e di paura che si crea, non lascia spazio alla trasparenza.

 

L'usura è un male ben conosciuto. Ma è un male che deve trovare conforto in misure preventive che rilascino la possibilità di accesso al credito agevolato, almeno nei confronti di chi – palesemente – ne abbia necessità per motivi legati alla crisi imperante.

 

Ancora una volta, parlarne è un bene. Riflettere un diritto. Fare un dovere. Di tutti.




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