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Lontani ma uniti. È lo slogan scelto per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’emergenza sanitaria sviluppatasi a causa del Coronavirus. Prima del suo avvento l’Italia era, già da lungo tempo, una nazione in terapia intensiva. Posta in quarantena stabile, costantemente sotto osservazione e curata a poderose dosi di procedure d’infrazione, per aver troppo spesso derogato alle regole comunitarie, nulla faceva pensare a una remissione della patologia: la mala politica. Scoppia la bomba. Arriva la diffusione a tappeto del contagio. Dopo la Cina è il belpaese a ritrovarsi isolato e costretto a chiudersi in se stesso. Le scene che sono arrivate dalla Slovenia, coi blocchi di cemento a chiuderci persino alla vista dei cittadini oltre frontiera, saranno uno dei ricordi che serberò per sempre nella mente. Il cosiddetto paziente zero è stato individuato in Germania, non sul nostro territorio, ma la colpa della possibile diffusione oltre confine ce la siamo assunta noi. La Krante Cermania non può mica accollarsi uno scempio simile... Volendo fare un poco di fantapolitica, verrebbe da pensare che questo è l’obolo che si è scelto di pagare in cambio di un reset alla situazione finanziaria di una nazione, l’Italia, che è stata più volte sull’orlo della dichiarazione di default. Provo a immaginare: telefonate su telefonate. Conte chiama la Merkel che poi telefona alla Van der Leyen che poi chiama Trump che si appella a Macron che…al mercato finanziario comprò… Fantapolitica, ripeto. Qualcosa, comunque, non torna. Il virus è presumibilmente presente da ben prima di dicembre 2019. Nessuno ha mai accennato a una possibilità: nel periodo di diffusione dell’influenza stagionale 2019, al virus influenzale può essersi affiancato il Covid-19, rendendo impossibile, in un primo periodo, ai medici e ai ricercatori, la spiegazione di certe affezioni polmonari di una certa gravità. La situazione, quindi, può essere sfuggita di mano per una situazione di questo genere. Se pensi di dover trattare un’influenza, non sprechi tempo a cercare altre cause: i sintomi sono quelli. La percezione non può cambiare. Ancora oggi milioni di persone si interrogano, terrorizzate, sul fatto che uno starnuto possa indicare che il Covid-19 abbia aggredito l’organismo. Troppa confusione sulla sintomatologia. L’unica soluzione è tapparsi in casa, e sperare di cautelarsi e proteggere il resto della comunità. L’impossibilità di rendersi conto, a livello scientifico, di una novità in campo virologico, che si miscela all’influenza stagionale, è una delle ipotesi da mettere in conto. A questa ipotesi ne va aggiunta un’altra: la rapidità attraverso la quale i governi sono in grado di trasformare una tragedia in opportunità. Mentre leggevo la rassegna stampa, stamane presto, la notizia che mi ha colpita di più è questa: la riforma del MES, i cui effetti si ripercuoterebbe ancor più pesantemente sui diritti dei cittadini europei, è una questione accantonata. Almeno per ora. La riforma prevede più aspre misure contro le popolazioni di quelle nazioni che avessero necessità di accedere ai fondi del MES. L’Italia è il paese europeo che più di tutti ne ha beneficiato, e dal 2012 a oggi, quando sono state varate “misure lacrime e sangue”, esse sono state la conseguenza del dover prender soldi da questo fondo comunitario. La “benevolenza” europea delle ultime ore, però, non mi convince, non può esser frutto di una chiamata alla solidarietà che spinga verso una politica economica più umana. È di poche ore fa la dichiarazione della presidente della BCE, Christine Lagarde, che ha provocato uno tsunami finanziario, facendo crollare in poche ore la Borsa di Milano a -17%. Un dato mai registrato in precedenza. Le scuse postume non hanno raddrizzato il timone: gli investitori si sono comunque cagati sotto e il giorno dopo, pur avendo recuperato 15 punti percentuali, la situazione era comunque negativa. Se a - 17% aggiungi il 15% la differenza è comunque negativa. L'hanno chiamata gaffe. Non diciamo cretinate. La Lagarde sapeva benissimo ciò che stava dichiarando, ed effettivamente il contenuto della sua dichiarazione non fa una piega con la realtà della situazione che, in Europa e nel mondo, procede ormai da anni. Concludo con il desiderio di voler fornire qualche elemento positivo. In tutto il mondo sarà necessario approntare i sistemi digitali in maniera adeguata, così da consentire – a prescindere – il lavoro da remoto, che permette anche minori costi aziendali e sociali. In generale, l’umanità non sarà più la stessa sia in senso negativo sia in senso positivo. La paura di morire può sortire, nelle persone più fragili, attacchi d’ansia e panico duri da risolvere, ma la conseguenza sul lungo periodo potrebbe esser quella di riscoprire la capacità di comprendere che, tra dare il culo al sistema e darne un poco di più alla famiglia e agli affetti, passa un’enorme differenza. Scusate il termine colorito, ma so che è il solo mezzo che ho per far arrivare in profondità il concetto. Anni fa dissi a una persona cara che si apprestava a fare una nuova e importante esperienza di lavoro all’interno di una grande azienda: “Ricorda: è necessario essere in grado di mantenere un equilibrio tra l’impegno professionale e quello affettivo e familiare. Non tutti ne sono capaci”. La società in cui abbiamo vissuto prima del Covid-19 non è stata esattamente capace di mantenerlo, questo equilibrio. Molte coppie si separeranno a causa della convivenza forzata, altre si ritroveranno. Quelle che si separeranno potranno mettere in pratica la nuova forma di se stessi, con nuovi compagni di vita. Tutto cambierà, e non sarà più lo stesso mondo, in un Nuovo Ordine Mondiale. Ultima considerazione: stanno lavorando per la creazione di un vaccino contro il Covid-19. Faccio notare che i virus sono mutevoli. Serve la cura, e parallelamente lavorare alla ricerca sul vaccino. #restateacasa, prima o poi passerà anche questa. *** L'immagine di copertia è stata realizzata e mi è stata gentilmente inviata per la pubblicazione dal team di Terraferma Da Sogno ©Tutti i diritti riservati. La diffusione è concessa esclusivamente indicando chiaramente il nome dell'autore e il link che riporta a questa pagina
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 24/11/2024 21:54:42 |
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