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Sicurezza sulle strade: se ne parla, ma non se ne fa.

Sicurezza sulle strade: se ne parla, ma non se ne fa.
Autore: Emilia Urso Anfuso
Data: 12/12/2008

 
In Italia nell'ultimo anno, si è parlato molto della sicurezza sulle strade. I dati parlano chiaro: una guerra quotidiana decima la nostra popolazione, sia che si parli di  pedoni sia che si parli di automobilisti. Dati alla mano, sembra che solo nel nostro Paese, circa 7.000 persone muoiano per incidenti stradali gravi. Un'ecatombe. Ed a livello europeo le cifre fanno rabbrividire: i morti salgono infatti a 50.000 Per non parlare poi di quelli che subiscono un incidente, fortunatamente rimangono vivi ma subiscono una disabilità permanente.
 
I danni subiti dalle famiglie delle vittime sono enormi: il 90% dei nuclei familiari di deceduti o di vittime rimaste handicappate subisce una sostanziale e drammatica diminuzione della qualità della vita. E notoriamente, i tagli operati annualmente per i fondi ai disabili, innescano una nuova fetta di popolazione povera e lasciata a se stessa. Spesso, all'origine di queste tragedie, l'uso smodato di alcolici e sostanze tossiche da parte di chi sta al volante. Trend che sembra non arrestarsi ma anzi in allarmante sviluppo.
 
Le cronache su tutti i  media, stanno divenendo purtroppo, un triste bollettino di questa nuova realtà del nostro sgangherato  millennio. In realtà, si parla poco di un altro tipo di sicurezza, che nelle strade italiane viene a mancare di giorno in giorno. E' quello legato strettamente alle infrastrutture a sostegno della viabilità sia nelle città sia – e qui le sorprese non mancano sulle reti autostradali.
 
Facendo un giro di ricognizione, fra le "novità" di cui sono certa potremmo ben fare a meno, i nuovi cartelli stradali con fondo catarifrangente. Vi è già capitato di vederli? Sicuramente utili di notte – vengono "illuminati" dai fari delle autovetture -  l'effetto aberrante che hanno in una giornata di sole deve far pensare parecchio: si rimane totalmente accecati e spesso questi nuovi modelli di sviluppo stradale, sono posti…all'uscita di un tunnel, solitamente poco o per nulla illuminato. Viaggiando per le strade italiane poi, sempre più spesso quando si è prossimi ad un casello autostradale, c'è da chiedersi quali commissioni di lavoro gestiscano certe decisioni finali. Fateci caso. Spesso al casello autostradale, troviamo più porte.
 
C'è quella – sempre meno spesso – del pagamento in contanti, quella del pagamento con carta di credito/bancomat e quella della Viacard. Ho incontrato inviti all'accesso a  queste ultime  porte meritevoli di denuncia. Da lontano si nota poco. Ma mano a mano che ci si avvicina, ecco che per un buon numero di secondi la mente umana rimane catatonica: qual è la porta? Eh si, perché il cartello giallo posto in alto è visibile. Non tanto invece il percorso che è necessario seguire per non finire contro un muro o, nel migliore dei casi, in una porta cieca.
 
Altra domanda:  perché entrando/uscendo dall'autostrada se sono costretto a portarmi all'estrema destra dell'area dei caselli, per passare sotto la porta dedicata di mio interesse, mi trovo d'improvviso alle spalle un ingresso a percorrenza veloce di vetture che giungono da una consolare? Il tempo per riflettere non c'è. Si entra alla cieca. Si spera di non sentire il botto. Si imbuca la porta quasi ad occhi chiusi e…spesso si porta a casa salva la pelle. Magari la prossima volta, ci si fa caso,. Ma la prima, vi assicuro, non si dimentica facilmente.
 
Altro discorso, e qui potremmo parlarne per giorni interi, la disposizione spesso particolarmente atipica, dei semafori. Il semaforo è quella cosa che c'è dove non serve è non c'è dove ne servirebbero almeno tre. A quanto pare, insomma, il "duro lavoro" dell'assessore al traffico di ogni regione italiana è davvero difficile e non ce ne rendiamo conto. Ma allora come mai ci basta parlare con il lattaio, il giornalaio o il panettiere di certi centri nevralgici di alcune città o paesi per trovare d'incanto soluzioni semplici ma efficaci che renderebbero sicuramente più sicura e persino fluida la circolazione? Peccato che rimangano ipotesi. E peccato che l'assessore di turno non faccia semmai il panettiere.  Insomma: di sicurezza sulle strade si parla. E se ne parla tanto. Rimedi?
 
A ben vedere, pochi.
 
Come spesso accade nella nostra nazione. I controlli a campione sui tassi di alcol, non possono certo essere sufficienti a frenare una tendenza che coinvolge milioni di persone, ormai a tutte le ore del giorno. Ma almeno, per quanto riguarda la gestione locale di mezzi posti per la circolazione, non si potrebbe ragionare con un senso che non dimentichi mai la logica? I semafori fioriranno ancora ove non servono. E speriamo che, al prossimo appalto per l'acquisto su scala nazionale di nuovi cartelli stradali, a qualcuno non venga in mente di prendere in considerazione cartelli lampeggianti, catarifrangenti, con i campanellini dorati e qualche pennacchio…che fanno tanto folklore locale.



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