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Lettera a un comico: Giorgio Montanini

Lettera a un comico: Giorgio Montanini
Autore: Lettera di Lucaa del Negro
Data: 11/06/2019

“La comicità surclassando la satira è culturalmente devastante nel “Paese dei balocchi”; verificare come un “comico” abbia portato una Nazione al suo cospetto e come è stato possibile che costui abbia intercettato l'elettorato consapevole e nella sua maggioranza senza trovare una opposizione democratica credibile è... Chiedo scusa per il prolisso ma, "devo" spiegazioni e, un possibile articolo; un grazie a chiunque voglia citarmi, anche nella denigrazione dissacrata dal sarcasmo ma almeno prima della satira.”

Bene... anzi no, caro Montanini(*) bene non proprio: apro così questa lettera e per te dischiusa;  criptica non direi proprio considerato il testo riscritto ed evidenziato in qualche maniera per questo esordio. 

(E mi impongo la sintesi, lo voglio sottolineare, sigh...)

Uno studio, un'attenzione particolare alla scena politica scatenatasi nei “talk-show” di questo Paese (trovate le differenze!) è da considerarsi verso il nulla: ricerca esagerata di nulla; e potremmo ben chiudere qua “l'estrema sintesi”...  “l'etremista sintesi” ma, come dovremmo andare ad assistere, abbiamo nientepopodimeno la costante apparizione di chi, quel nulla, l'ha pure trovato (!) e lo maneggia con solerzia, dovizia ed estasi, sovente baciando la croce del Cristo tra le creature estasiate virtuali e quelle virtualmente circonvesse dal  fetore biologico che contraddistingue in quanto umani tutti gli esseri ammassati in quelle folle o, follie, con permesso letterario in via di definizione.(L'orgia è disponibile; i liquami scorrono a fiumi ma, sono essi sottointesi: carsici e fenomenali...)                                                                                                                                                           

Ordunque, perchè indicare il comico, l'autore satirico, l'attore maschio sia colui, femmina sia colei...

Come per un'ultima analisi e quella cioè in cui la descrizione sommaria a carattere sociologico e con forti denotazioni sociopatiche quando nella collettività si sviluppano certi atteggiamenti, conseguenze assolutamente dirette di un'accettazione (in primis) ed esposizione alla semplificata et semplicistica realtà (la comicità pseudo-politica alla Crozza per fare un nome non a caso) emergono come sono emerse dalla stessa quelle che si possono definire “Movimento politico”, sebbene per questo caso, attraversando molta più ricerca introspettiva, vedi le prime stagioni di enorme successo che Grillo (altro nome non a caso) ha condotto nell'Italia del dopo Andreotti, sommo pilastro dell'Italia conosciuta e riconoscibile. La “conduzione” come esercizio di raccolta, quindi, riporta verso una forma d'arte, un'emblematica raccolta di manovre che stringono a sé miriadi anime erranti, indifese e sopraffatte dalla loro stessa carne che attanaglia la materia non materia del pensiero.  Maledetti attori comici! Maledetti?

Può darsi; rimarrebbero alcune verifiche da farsi ma, l'escursus di questo tempo nel mentre la verifica potrebbe anche inserirsi, lascia poco spazio di intervento. Semplificando l'ardita tesi in corso (tesa) percepisco un'unica possibilità la quale non prevede certamente l'esautorazione di chichessia, pena la gogna dell'alienazione culturale (autoinfliggente) dai risvolti poco chiari per quello che mi riguarda. Trattasi invece di individuare nella stessa famiglia autorevole  e fuori da ogni elucubrazione certamente sempre possibile, e cioè da quella stirpe di cosiddetti “comici”, una e più fonti, con esagerato riguardo verso l'impegno pubblico del tristemente famoso Alan Berg (autore di lunghi monologhi radiofonici) e la “Stand up Comics” stile Lenny Bruce, fucina comunque di “anarchismo”, oggi  politica disciplina quantomai  indispensabile per ricreare un primo antidoto alla paralisi cerebrale del pensiero autonomo e svincolato.

Filosofia e in seguito teologia (molto in seguito quest'ultima) oggi devono imparare a scendere nel mondo interiore con l'ausilio della comicità. Assurdo no? No. Sì.

L'esposizione al racconto della nostra anima perversa e violentata sarà dunque “il nuovo tempo di posa” come lo è; siamo -noi italica società- certamente sensibili: dunque esistiamo in questa forma plastica grazie a chi ci ha plasmato in questa forma... formalità.

Caro Giorgio Montanini, evviva: aiutami; aiuta a diffondermi senza voler sapere più di quanto non sai già...

********

Lucaa del Negro, autore de: “Mā shāʾ Allāh (XXI century schyzoid man)”  ISBN : 9788865377017  TWITTER: @MshAllh_theBook

Per acquistare il volume: www.edizionidelfaro.it/libro/ma-sha-allah

(*) Giorgio Montanini, è diplomato perito chimico e laureato in scienze della comunicazione; è un comico e attore italiano. (Wikipedia)

Personaggio “pubblico” di spicco; di alto (mio) riferimento. Bravo!

 

 

 



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I commenti:

Commento 1)
In qualità di autore dell'articoletto sovrastante, mi permetto di aggiungere e senza modificare qualche passaggio della piacevole e molto seria conversazione avuta con il Montanini in privato e, questo, con l'unico scopo di illustrare quasi con una serie di "battute" il tema proposto che ritengo personalmente molto ma molto triste per i risvolti impliciti che esso genera nella cosiddetta "quotidianità". MI AUGURO DAVVERO DI RICEVERE SMENTITE, A QUESTO PUNTO ANCHE DENOTATE DA UTOPIA E/O SENSO CRITICO ANCHE VIOLENTO. SCRIVETE! DATE VOCE! PARTECIPATE! DATE UN SEGNO DI CORAGGIO A VOI STESSI... GRAZIE. ... (IO) "Significherebbe che l'intellettuale oggi e in Italia... DEVE interrogare "il comico", seriamente però perché "l'indagine", l'introspezione potrebbe generare un pensiero nuovo oppure scevro da quella stupida risata." (GIORGIO M.) "La satira è osteggiata sottocutanea fuorilegge e bandita; Se la legittimi la uccidi... La satira è una sega mentale: personale; priva di qualsiasi intento divulgativo. È un esercizio egoistico. La condivisione del pubblico è un fatto collaterale, come la repulsione." (IO) "...chi come te la "alimenta"..... non deve rimanere impassibile! La satira non è solo "arte", qualcosa di effimero perché non rappresentabile, non è quella "cosa" che fa' o dovrebbe far riflettere o come cxxxxo vogliamo "non definirla".... ma è anche indirettamente "costruzione di anarchica e libera analisi, mai assoggettabile....". Dobbiamo riappropriarci" del "pensiero libero" per ritornare un po' più disincantati perché questo frutto (il nostro vivere) oggi è davvero il risultato contrario e cioè siamo "come Popolo" la risata scema oggi di noi stessi. La rappresentiamo." (...)
Commento di: Lucaa Ip:151.49.218.70 Voto: 10 Data 11/06/2019 08:25:59

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