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Nel bailamme che stiamo subendo, tra propaganda elettorale per le europee, arresti a pioggia in Nord Italia – corruzione e voto di scambio – e le solite scaramucce di governo tra Lega e 5stelle, non deve sfuggire un elemento, che ritengo invece molto serio e di interesse generale: il nuovo codice della strada che in questi giorni è in corso di approvazione. Qualcuno dirà: “Ma come, con tutte le grane che abbiamo, pensi al nuovo codice della strada”? Sissignore, rispondo. E spiego subito perché. Tra le novità, mi è saltata subito all’occhio una modifica: quella che permetterà la circolazione sulle autostrade alle moto e agli scooter di cilindrata sotto i 150 cc, anche se chi li guida dovrà necessariamente essere maggiorenne e disporre di patente A o B oppure, A1 o A2 da almeno 2 anni. Non mi piace nemmeno un po’ questa novità, perché c’è una ragione alla proibizione della circolazione di questi mezzi a due ruote sulle autostrade: la sicurezza. Sappiamo bene che chi sceglie le due ruote, lo fa per molte ragioni, non ultima quella di poter sfrecciare sulle strade con maggiore agilità. I casi di incidenti stradali, a volte con conseguenze mortali per i centauri, sono all’ordine del giorno. Nel rapporto Aci-Istat pubblicato nel Luglio del 2018, i dati parlano chiaro: in Italia nel 2017 sono aumentati i morti per incidenti stradali (3.378 contro i 3.283 del 2016: +2,9%). Sapete chi ha riguardato, maggiormente, l’aumento della mortalità? I motociclisti (735; +11,9%), che si confermano tra le categorie più a rischio. Sono a rischio proprio per la caratteristica peculiare del mezzo di trasporto – le due ruote – e per le evoluzioni che, spesso, prendono un po’ troppo la mano di chi sta alla guida. Se a questo aggiungiamo il fatto che, se le strade cittadine sono ormai dei colabrodo, quelle autostradali non sono messe in condizioni migliori, si rifletta sui motivi che hanno reso possibile l’inserimento, nel nuovo codice della strada, di una misura contraria alla sicurezza dei cittadini. Di contro, sono state depennate misure come il divieto di fumare in auto, aumentano le sanzioni pecuniarie per chi guida stando al cellulare - era ora! -da 422 fino a 1697 euro, ma è in fase di riflessione una misura che consentirebbe ai ciclisti di percorrere le strade contromano, come se non bastassero le evoluzioni necessarie a scansare i troppi ciclisti che invadono le strade delle nostre città. Dico solo una cosa, anzi pongo una domanda: hanno deciso di decimarci? Rispondete voi… ©Tutti i diritti riservati. La diffusione è concessa esclusivamente indicando chiaramente il nome dell'autore e il link che riporta a questa pagina |
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 01:48:57 |
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