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Tra maggio 2017 e settembre 2018, l’organizzazione medico-umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF) ha curato 2.600 vittime di violenza sessuale nella città di Kananga, nella provincia del Kasai Centrale, in Repubblica Democratica del Congo (RDC).
L’80% ha dichiarato di aver subito abusi sessuali da parte di uomini armati.
“Questi dati indicano l’alto livello di violenza perpetrata ripetutamente durante l’anno scorso”, dichiara Karel Janssens, capomissione di MSF in RDC. “Le testimonianze scioccanti dei sopravvissuti ascoltate quotidianamente mostrano come le vite delle persone e delle comunità siano state distrutte, rendendo molto difficile per loro riprendersi e andare avanti.”
Le équipe di MSF forniscono sostegno psicologico attraverso sessioni di gruppo e individuali ai pazienti più traumatizzati. Tra marzo e settembre di quest’anno, 835 persone hanno beneficiato di consultazioni individuali. Metà di loro ha riferito che almeno un membro della propria famiglia è stato ucciso e/o che le loro case ed effetti personali sono stati saccheggiati o distrutti. Uno su dieci ha raccontato di essere stato testimone diretto di un omicidio o di un atto di violenza.
Delle 2.600 persone trattate da MSF da maggio 2017, 32 erano uomini, alcuni dei quali hanno raccontato di essere stati costretti sotto minaccia armata a violentare le donne della loro stessa comunità. Altri 162 erano bambini minori di 15 anni, inclusi 22 minori di cinque anni.
“La protezione delle vittime, che siano bambini o adulti, e l’assistenza socio-economica rimangono le sfide principali, considerando la disponibilità limitata di servizi adeguati”, dichiara Fransisca Baptista de Silva, coordinatrice del progetto di MSF a Kananga.
Questi dati probabilmente sono solo la punta di un iceberg. Le équipe di MSF hanno iniziato a fornire assistenza alle vittime di violenza sessuale a maggio 2017, più di un anno dopo l’inizio della crisi in Kasai, concentrandosi su attività chirurgiche per pazienti traumatizzati. A settembre 2017, in risposta ai bisogni evidenti,MSF ha adattato le sue attività per concentrarsi in particolare sulle vittime di violenza sessuale. La promozione di questa attività a livello locale ha portato ad un aumento del numero di pazienti, che ora sono una media di più di 200 ogni mese.
Nonostante questo, tre su quattro vittime trattate da MSF, un numero allarmante, si presentano per ricevere assistenza almeno un mese dopo aver subito violenza. La maggior parte spiega che non era a conoscenza della possibilità di ricevere assistenza gratuita o non aveva i mezzi per spostarsi verso i centri che offrono questo tipo di supporto. Eppure l’assistenza alle vittime di violenza sessuale deve essere immediata, e avvenire cioè entro 72 ore dall’abuso. Si tratta di una necessità medica, specialmente per assicurare una protezione efficace contro i virus sessualmente trasmissibili come l’HIV.
Medici Senza Frontiere lavora in RDC dal 1977 e fornisce attualmente assistenza medico-umanitaria alle vittime del conflitto e delle violenze, a persone sfollate e colpite da epidemie o pandemie come il colera, il morbillo e l’HIV/AIDS. Da diversi decenni, MSF è anche in prima linea nella risposta alle epidemie di Ebola nel Paese. MSF lavora nella regione del Gran Kasai (Kasai e le province del Kasai centrale) dal 2017, fornendo assistenza gratuita alle vittime delle violenze in corso. Nel 2017, le équipe di MSF hanno effettuato 6.300 consultazioni alle vittime di violenza sessuale in 17 località in tutto il Paese.
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 26/12/2024 03:59:43 |
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