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Strana nazione l’Italia, popolata da individui sempre meno capaci di rendersi conto delle situazioni che avvengono a livello socio politico ed economico. D'altronde, un recente studio internazionale ha sollevato una questione assai critica: l'Italia è la nazione più ignorante del mondo occidentale sviluppato. Da questo studio è emerso come, ad esempio, l'italiano medio abbia una dispercezione della realtà dei fatti, dovuta proprio a limiti intellettivi. Incapaci di fare - sinteticamente parlando - due più due. Ciò rende praticamente impossibile ai più di sviluppare la capacità critica, necessaria alla comprensione dei fatti. Anche per questa ragione in Italia è facile manipolare le idee di molti cittadini: l'analfabetismo funzionale non permette altro comportamento se non quello di assimilare come "verità assoluta" ciò che viene detto - per esempio - dai politici di riferimento, per poi ripetere a pappagallo le loro idee e dichiarazioni. Facciamo un po’ il punto della situazione. Dopo un ventennio di strambo liberismo, caratterizzato fondamentalmente da governi di centrodestra che hanno sì concretizzato qualcosa delle loro campagne elettorali, ma a esclusivo beneficio del settore industriale e imprenditoriale, in piena crisi economica internazionale – scaturita nel 2008 da una decisione terribile presa negli USA al fine di salvare il sistema bancario – ecco che il popolo italiano è stato costretto a conoscere le conseguenze di quella decisione, presa nottetempo dai cosiddetti “bankster” statunitensi e col beneplacito delle nazioni occidentali. Ne parlai ampiamente in questo editoriale pubblicato nel 2015: “Crisi economica: come le banche hanno sconfitto l’umanità”. Presa la ferale decisione – ferale per i cittadini comuni delle nazioni del mondo – l’effetto domino fu avviato. Si fece pensare intanto che esistesse davvero una “crisi economica” senza mai dire la verità: questa crisi non significa penuria di denaro nelle casse del tesoro delle nazioni, ma è un trabocchetto ordito contro la gente comune, finalizzato a far pagare i danni di un sistema finanziario internazionale scellerato e spregiudicato e per sempre. Un patto troppo interessante per tutti i protagonisti della politica internazionale, per non stringerlo senza se e senza ma. Accordatisi quindi sulle motivazioni perverse all’origine di questo trabocchetto, toccava mettere in atto le “modalità di gioco”. Fare cioè in modo che la crisi apparisse come tale, che la gente pensasse davvero alla penuria di denaro, alla coperta troppo corta, all’inevitabile cinghia da stringere e a dover, di conseguenza, impegnarsi tutti per sostenere ogni decisione intrapresa ai piani alti delle nazioni. Fu facile, tutto sommato, convincere le popolazioni mondiali di questa situazione. Già con l’avvento dell’euro – deciso peraltro in tempi non sospetti nel 1992 alla ratifica del trattato di Maastricht – in Europa, fu dato un grande giro di vite all’economia delle famiglie. In special modo quelle italiane, tra le più risparmiose d’Europa, che non essendo troppo avvezze ai cambi di valuta – gli italiani ancor oggi viaggiano meno per il mondo rispetto alle altre popolazioni europee – si ritrovarono in men che non si dica con le entrate dimezzate (stipendi e pensioni) ma con le uscite raddoppiate. Era iniziata l’era dell’illiberismo. Ci volle in realtà poco per passare dalla fase di pseudo liberismo a quella di illiberismo, anche se – strategicamente – per qualche anno la politica ha fatto in modo di non svelare del tutto i propri piani. E attenzione: non parlo solo della politica nazionale, dal momento che è bene concentrarsi su un criterio che pochi mettono in cantiere al momento di riflettere su quanto accade in Italia così come nel resto del mondo. Far parte dello scacchiere geopolitico internazionale significa molte cose. Significa, per esempio, prendere accordi – costantemente – con le altre nazioni. Significa, per fare un esempio pratico, correre negli USA per essere investiti dell’incarico di “Italia nazione capofila per le strategie vaccinali del mondo”. Incarico che, nel 2014, toccò alla Lorenzin all’epoca Ministro della Sanità, che tornò in Italia pronta per varare una riforma sanitaria che fin dalle prime battute parlava di un sistema di illiberismo. Minacciare addirittura di togliere la patria potestà ai genitori che si fossero azzardati di non aderire alla vaccinazione obbligatoria, così come le sanzioni pecuniarie fino a 7.500 euro che erano state decise inizialmente, la dicono lunga. Contemporaneamente, sempre parlando dell’Italia, si assisteva alla demolizione degli ultimi sbadigli di una “Sinistra” che nemmeno nel nome portava più i segni. Un “Partito democratico” che di democratico aveva già poco e nulla al proprio interno, con un leader - Renzi - concentrato solo su se stesso e il proprio potere. Tra le azioni meno democratiche del governo Renzi, è bene non dimenticare mai la negazione di un diritto dei lavoratori attraverso la cancellazione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Si era però nella fase di transizione. Sembrava ancora di campare in un sistema liberale, con connotazioni democratiche. Le parole hanno un senso, ma solo se sono supportate dai fatti. Nel caso del termine “Democrazia” invece, questo criterio è sempre stato sventolato e promesso, ma mai realizzato. Cosa accade quindi per suggellare il patto di distruzione del sistema cosiddetto “liberale” che aveva convinto gli italiani che, pur subendo una crisi inarrestabile potevano dormire sogni più o meno tranquilli? Si mette su una sceneggiata attraverso un referendum costituzionale. Si pone la questione in questo modo: volete voi, cittadini italiani, cancellare di netto uno dei fondamenti della democrazia, e cioè il sistema bicamerale? Questo fatto a molti può sembrare marginale, ma se si pensa che la politica è fatta di abili strategie, è bene ripensare meglio a quanto accadde e perché? Nulla di ciò che viene realizzato in politica, a qualsiasi latitudine, accade per caso. In realtà, quel referendum era destinato a fallire, e forse proprio per questo fu realizzato. La conseguenza che se ne voleva ricavare? Il crollo dell’ultima sponda di politica di pseudo sinistra, per sostenere immediatamente l’avvento della sponda di estrema destra, così come stava già accadendo nel resto del mondo, con l’avvento di Trump negli USA piuttosto che di Macron in Francia o di Kurz in Austria. Peraltro, il periodo era favorevole: dopo politiche squinternate sul sistema dei flussi migratori, che più che sistema dobbiamo chiamare “non sistema”, le stesse popolazioni erano sature, stanche, avvilite. In Italia poi… Ecco quindi che, con una mossa da prestigiatore, si fece pensare al crollo del governo Renzi e all’avanzata di un’alleanza di governo paradossale: Lega e M5S che stringono un patto indecente. Indecente perché, palesemente, tra i due partiti non tirava affatto concordia quanto discordia, almeno volendo dar credito agli epiteti che si lanciavano già in tempi non sospetti. Famose le dichiarazioni di Di Maio e di Di Battista contro la Lega e contro Salvini. Così come quelle di Salvini contro il M5S. Questo video racconta la storia pregressa: Salvini contro di Maio e viceversa. Tutto cancellato. Cosa non si fa per arrivare al potere. Con qualche pennellata di sistema politico dietro le quinte, per sviluppare le ultime battute necessarie a scardinare per sempre liberismo e democrazia. E avanti tutta verso un sistema autoritario, a suon di azioni plateali e muscolari. Piccolo inciso: mettere in mano a un solo uomo due ministeri, vale quasi più di cancellare il sistema democratico bilaterale. Non solo: un premier e due vicepremier. Mai visto prima. In pratica, abbiamo subito un ribaltamento del sistema politico, è stata messa al rogo la Costituzione, si sono svuotati i ministeri dell’essenziale presenza di persone capaci, ma tutti – compresa una larga fetta di popolazione – acclamano convinti, senza rendersi conto del danno fatto e che si sta subendo. Non mi soffermo sulle questioni che infiammano una certa parte di popolazione sulle singole azioni di questo o quel ministro, mi interessa maggiormente far emergere un sistema. Oggi stiamo assistendo a un nuovo capitolo di un processo atto a creare un sistema basato sull’illiberismo. Per ora la popolazione, sia italiana che del resto delle nazioni occidentali, non si rende perfettamente conto di quanto stia accadendo, e le ragioni sono abbastanza semplici: nessuno, ovviamente, dichiara che sia in atto un metodo che serve a prostrare definitivamente la capacità critica dei cittadini o quel poco che ne è rimasto. Le azioni di chi oggi è al governo, mi soffermo ora su quello italiano, sono muscolari ma non tese alla risoluzione delle problematiche che si dichiara di voler sanare, quanto ad abituare un po’ tutti a un regime basato sull’autoritarismo. D’altronde, sulla nostra Costituzione appare ancora scritto che “L’Italia è una repubblica a regime democratico”, non si può, tutto d’un botto, ribaltar le cose. Però, mostrandosi autoritari contro tutto ciò che viene fatto ritenere “nemico” – i migranti che ormai sono “tutti clandestini” a prescindere, l’Europa e i suoi regolamenti, gli onnipresenti “poteri forti” – si fa pensare al popolo che l’autoritarismo viene utilizzato contro chi attenti ai diritti e alla dignità degli italiani. Chiesi tempo fa al Ministro Salvini di non utilizzare in maniera indiscriminata il termine "clandestino" attraverso questa lettera aperta a lui indirizzata. Peccato che, nel frattempo, diritti e dignità degli italiani siano metodicamente fatti a coriandoli. Alcuni spunti di riflessioni vengono forniti direttamente da chi sta governando attualmente: reddito di cittadinanza – in verità la denominazione corretta è reddito minimo garantito – con regole al limite del vessatorio, compreso il fatto di aver deciso di assegnarlo automaticamente “A chi ne ha diritto” (due obiezioni: come si fa a verificare se ne hanno davvero diritto e, inoltre, perché non rendono possibile alla gente di decidere di non voler chiedere di rientrare in questa misura?) ma anche l’introduzione del censimento annuale – perverso a pensarci bene, vogliono sapere tutto della vita dei cittadini anno dopo anno – o ancora, forse a molti è sfuggito, il fatto di radiare le autovetture qualora il proprietario non dovesse pagare il bollo auto per tre anni di fila…Sono tutti elementi che si abbattono sui diritti e sulla dignità delle persone. Che dire poi di un sistema sanitario ormai decaduto, di un sistema scolastico che fa acqua da tutte le parti, così come del territorio nazionale flagellato non solo dai cambiamenti climatici ma anche dalla carente gestione delle amministrazioni locali? Tutto questo deve essere lampante agli italiani, che invece sono sempre più distratti dalle urla delle dichiarazioni istituzionali, dalle promesse vagheggiate e sempre meno concrete o dalle notizie che poco fanno pensare a un miglioramento possibile, reale, concreto. Il DEF, per dirne una, che non contiene realisticamente misure che creeranno sviluppo, che non contiene sostegni alle imprese, che non chiarisce come possano aver solo lontanamente pensato di inserire un deficit fino al 2,4% per batter cassa, pur essendo l’Italia – nei confronti dell’Europa – la nazione più anarchica e costantemente pronta a chiedere deroghe e finanziamenti, è uno degli elementi che dovrebbero essere chiarificatori di un sistema politico che a tutto sta pensando, tranne che a creare un futuro liberale, democratico e armonicamente equilibrato per ciò che riguarda il sistema economico. E sopra tutto questo, una ciliegina: le dichiarazioni sibilinne di Salvini, confermate da Moody's, relativamente al fatto che gli italiani hanno molti risparmi e potrebbero così aiutare lo Stato in caso di difficoltà. Ne ho parlato recentemente in questo articolo. D’altronde, cosa attendersi da un ministro che va a braccetto con Orban piuttosto che con Putin, e di un altro che – reggente dei due ministeri strategici per la nazione – non è in grado, almeno apparentemente, di reggere persino le male figure che colleziona quotidianamente? A parte tutto ciò, in questa situazione dai contorni a volte grotteschi, proprio dal Parlamento Europeo arriva un monito: la preoccupazione per “La crescente normalizzazione di fascismo, razzismo e xenofobia e chiede ai Paesi dell’UE di interdire i gruppi neofascisti e neonazisti”. In questa nota dell’Europarlamento, diffusa recentemente, si solleva la questione – allarmante – di un ritorno al fascismo, al razzismo e alla xenofobia, tanto da aver votato una risoluzione, seppur non legislativa, atta a denunciare “La mancanza di azioni efficaci contro tali gruppi ha permesso l'attuale ondata xenofoba in Europa”. I tre punti fondamentali di questo documento sono: la troppa impunità per i neofascisti in alcuni Stati membri, le presunte collusioni tra politici e polizia con neofascisti e neonazisti in alcuni paesi e le misure necessarie contro il razzismo e la xenofobia negli stadi di calcio. Eppure, molti italiani non percepiscono affatto questo stato di razzismo, xenofobia e fascismo che ormai impera nella nazione. Talmente protagonisti di questo scenario da rigettare qualsiasi tipo di ammissione. Ieri, come oggi. Nulla cambia, mai. Non è affatto un bel periodo storico questo, e gli ingredienti ormai ci sono tutti per confermare a chi ha occhi per vedere e orecchie per ascoltare, che la china intrapresa parla chiaro: autoritarismo in salsa illiberale. Altro che diritti del popolo e democrazia. Tutti i diritti riservati. La diffusione è concessa esclusivamente indicando chiaramente il nome dell'autore e il link che riporta a questa pagina |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 03:12:48 |
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