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Creme solari e inquinamento dei mari

Creme solari e inquinamento dei mari
Autore: Emmanu?le Peyret - Redazione Attualita'
Data: 13/07/2018

Sulla spiaggia ci si spalma per evitare i colpi di sole, si guarniscono i bambini di crema solare in spessi strati per proteggere la loro pelle. Si è quasi ai limiti dell’apoteosi estiva. Ma improvvisamente, pugnalata al cuore: se le mie creme sono farcite con ossibenzone, ossido di zinco, biossido di titanio e quindi non ben indicate per la salute (parabeni, interferenti endocrini, o anche agenti cancerogeni e quant'altro), non dovrebbero essere terribili anche per il mare?

Nelle Hawaii, malgrado la pressione delle industrie del settore, il Senato ha votato una legge che ha bandito le creme solari contenenti ossibenzone e octinoxate. Cioe’ due prodotti chimici utilizzati per proteggere la pelle dai raggi UV, sono devastanti per l’ambiente. Quando finiscono in acqua, sono causa di sbiancamento per le barriere coralline… un punto negativo in più per il cambiamento climatico. Visto che pesci e tartarughe nuotano contorniati dai nostri sacchetti di plastica, sembra quasi inutile che dobbiamo aggiungere anche le creme.

Le creme bio? Cattive

Secondo la rivista “National Geographic”, son 14.000 le tonnellate di cosmetici solari che vengono versate ogni anno in mare, e che come nelle Hawaii e in qualunque altra spiaggia (l’inquinamento minaccia il rif del mondo intero, alle isole Vergini degli Usa, in Israele..) minacciano i coralli al punto che potrebbero sparire da qui a venti anni… Anche se non si fa il bagno: “gli aerosol polverizzano spesso delle notevoli quantità di protezione solare nella sabbia che finisce poi per essere trasportata negli oceani”. Raccapricciante.
Cosa fare quindi per non essere partecipi (in tutto o in parte) a questa vasta operazione di distruzione massiccia dei gioielli sottomarini -anche senza aver mai fatto un tuffo e se si pensa che le mangrovie si mangiano? Utilizzare delle creme senza pericoli per l’ambiente marino, a base di minerali, essenzialmente diossido di titano e disossido di zinco, e delle creme che non contengano delle nanoparticelle che possano essere ingerite da dei coralli, e quindi più sicure. Delle creme bio? La rivista "Que choisir” ha molti dubbi in merito, spiegando che “l’idea che i filtri fisici utilizzati nei prodotti bio (diossido di titanio e ossido di zinco) non provochino questo fenomeno [sbiancamento dei coralli – ndr] è prevalsa per lungo tempo. Ma purtroppo alcuni studi mostrano non non sono capaci di questo”.

Campioni
Si possono usare delle protezioni solari biodegradabili proposte da alcune agenzie di viaggio per il Messico, riferendosi a delle iniziative di alberghi e di compagnie aeree delle Hawaii, che secondo il “National Gaographic”, “distribuiscono gratuitamente dei campioni di creme solari a cui sono stati levati dei componenti chimici nocivi per il rif. La maggior parte degli hotel informano i loro clienti di queste restrizioni e lo mettono bene in evidenza sui loro siti web”. Quindi, informarsi prima di acquistare il proprio olio solare o la propria crema, e scegliere di procedere al meglio. Anche mettere una T-shirt, è molto efficace. In breve, proviamo a essere degli uccelli da spiaggia un po' civilizzati.




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I commenti:

Commento 1)
Sono d'accordo per l'informazione su ciò che contiene la nostra crema solare, magari costosissima. sono dell'idea che prendere il sole nelle prime ore del mattino e dopo le 18 del pomeriggio non ha mai fatto venire ustioni a nessuno, quindi buon senso, un bell'ombrellone, spruzzarsi un pò d'acqua salata ogni tanto per rinfrescarci e... la tintarella arriva ugualmente.
Commento di: maripo Ip:94.39.252.173 Voto: 10 Data 17/07/2018 21:33:53

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